chi guarda un suo film sa che stupisce,
non è prevedibile.
Johanna, prodotto da Bela Tarr, è un film del 2005,
praticamente come un'opera lirica su musica di Zsófia Tallér.
qui Johanna (la bravissima Zsófia
Tallér), che viene strappata per i capelli alla morte, è un'infermiera, un
po' Giovanna d'Arco, un po' la ragazza di Vermeer, è molto amata dai bambini e
dai moribondi, gli regala un po' di vita.
il film è tutto ambientato nei sotterranei dell'ospedale, appare
all'inizio il Ponte delle Catene (a Budapest).amore e morte in un film davvero cupo, e però con un fascino che ti prende solo se ti lasci andare al film.
un film così, folle e coraggioso, non capita spesso, cercalo - Ismaele
Praticamente un musical di ambiente ospedaliero,
che reinventa la vicenda di Giovanna D'Arco.
Molto curato l'aspetto visivo, bravi gli attori, ma 80 minuti abbastanza pesanti, anche se non propriamente noiosi.
Ad ogni modo una visione diversa, intelligente, particolare, edificante.
Molto curato l'aspetto visivo, bravi gli attori, ma 80 minuti abbastanza pesanti, anche se non propriamente noiosi.
Ad ogni modo una visione diversa, intelligente, particolare, edificante.
Miracolosamente
sopravvissuta a un'overdose, la tossicodipendente Johanna, grazie alle premure
di un giovane dottore, diventa infermiera nell'ospedale in cui è stata salvata
e decide di dedicare la vita agli altri. Comincerà a guarire i pazienti senza
bisturi, semplicemente donando loro il proprio corpo. Ma ciò non sarà visto di
buon occhio dai medici.
Opera davvero curiosa questa trasposizione della vicenda di Giovanna d'Arco ai giorni nostri che, oltre all'estrosa rilettura del personaggio storico, vanta il primato di essere la prima ad utilizzare un'Opera appositamente composta. La colonna sonora è infatti una suggestiva Opera sulla quale si adagiano i dialoghi dei personaggi. Bellissima la fotografia virata al giallo/verdastro che proietta umori logori e stagnanti nei corridoi e nelle stanze dell'ospedale e il lavoro sulle luci, col volto di Johanna che stancamente emerge dalle tenebre.
da qui
Opera davvero curiosa questa trasposizione della vicenda di Giovanna d'Arco ai giorni nostri che, oltre all'estrosa rilettura del personaggio storico, vanta il primato di essere la prima ad utilizzare un'Opera appositamente composta. La colonna sonora è infatti una suggestiva Opera sulla quale si adagiano i dialoghi dei personaggi. Bellissima la fotografia virata al giallo/verdastro che proietta umori logori e stagnanti nei corridoi e nelle stanze dell'ospedale e il lavoro sulle luci, col volto di Johanna che stancamente emerge dalle tenebre.
da qui
Cette improbable
adaptation de Jeanne D’Arc nous vient tout de droit de Hongrie et étonne autant
qu’elle déconcerte, pour au final, ennuyer. Le traitement de l’image attire
d’abord l’œil, avec sa lumière saturée, tout comme l’utilisation de décors hors
d’échelle humaine, dont l’esthétique surprend. Ainsi, jamais on ne perçoit
d’extérieur ou d’issue, seuls des empilements de trousses de secours, forment
de fragiles murs ou barrages.
Mais le choix d’un traitement en opéra, rapidement déconcertant, plombe le rythme du récit, en orchestrant les dialogues les moins utiles. Quelques déambulations ou poursuites, filmées avec légèreté, apparaissent cependant comme des moments de claustrophobie réussis, comme peut l’être également l’utilisation scénique des couloirs. Mais cette efficacité ponctuelle, et la parabole sur le chaos, et l’influence de l’individu sur le groupe, ne sauvent pas le film du naufrage au beau milieu de l’ennui.
Mais le choix d’un traitement en opéra, rapidement déconcertant, plombe le rythme du récit, en orchestrant les dialogues les moins utiles. Quelques déambulations ou poursuites, filmées avec légèreté, apparaissent cependant comme des moments de claustrophobie réussis, comme peut l’être également l’utilisation scénique des couloirs. Mais cette efficacité ponctuelle, et la parabole sur le chaos, et l’influence de l’individu sur le groupe, ne sauvent pas le film du naufrage au beau milieu de l’ennui.
‘Stop and ask yourself
if this great idea of yours really is a movie, or is it maybe a TV series, a
novel, a play? Or something you should keep between you and your
psychoanalyst?’
You hear this advice
a lot. Good advice, I suppose. Yet, in the list of alternatives, there is an
omission: opera. It’s always TV series, novels, etc. Perhaps script readers and
screenwriting pros don’t give opera a second thought, unless they’re dealing with
middle-class homosexuals or a boxing sequence. Perhaps they figure an opera
starts with the notes on the staves and not drama or dialogue. Perhaps so. But
opera and film are not so far apart and sometimes they’re the same thing.
Kornél Mundruczó
and Viktória Petrányi’s ‘Johanna’ (2005) was a contemporary classical
opera conceived and produced for the cinema screen. An audacious
enterprise, commercially – there’s no obvious audience out there – but,
artistically, it made sense: the form suits the subject and the medium
suits the form…
Orpo, questo di Mondruczo non lo conoscevo proprio. Lo cerco, grazie per la dritta ;)
RispondiEliminaKornél non è uno che lascia indifferenti, uno che si ama oppure no, a me è sempre piaciuto, non è mai stato tempo perso.
Eliminabuona visione :)