in Angola i portoghesi sono alla fine, fra i soldati qualcuno ci crede ancora, molti sanno che la fine è vicina.
il film è un dialogo, rispettoso, fra soldati, sulla storia, la civiltà, i miti del passato.
non si vede mai il nemico, è una guerriglia, nella quale le grandi potenze intervengono, e i poveri soldati sanno che la fine è vicina.
al ritorno in patria, dopo un anno dalla fine della guerra questi soldati delle ex colonie saranno gli straordinari capitani d'aprile (qui si parla di Fernando José Salgueiro Maia).
un piccolo grande film, cercatelo - Ismaele
il film è un dialogo, rispettoso, fra soldati, sulla storia, la civiltà, i miti del passato.
non si vede mai il nemico, è una guerriglia, nella quale le grandi potenze intervengono, e i poveri soldati sanno che la fine è vicina.
al ritorno in patria, dopo un anno dalla fine della guerra questi soldati delle ex colonie saranno gli straordinari capitani d'aprile (qui si parla di Fernando José Salgueiro Maia).
un piccolo grande film, cercatelo - Ismaele
…E' un film magico, onirico e reale ad un
tempo. L'immagine finale di Don Sebastiano, che appare al tenente quando è
ormai in punto di morte, mentre stringe la spada con le mani e dalla spada
gocciola il sangue, è bellissima e terribile. E' l'apparizione di un angelo,
per l'appunto.
Il sorriso del soldato Manoel, alla fine della
scena che riporto qui, è un sorriso magico: e magico è il gesto che fa, quello
di levarsi il cappello. E anch'io mi levo il cappello, davanti all’immagine di
Dio, certo: ma anche davanti a questo grande vecchio portoghese, uno dei grandi
del Novecento. Anche se non azzecca tutti i film, e se vederli fino alla fine è
sempre un’impresa, che importa?...
…Shot in 1990 as a
historical fiction on the waning days of Estado Novo and colonialism under the
Salazar regime that crystallized with the Revolution of 1974, the film further
incorporates a tertiary, non-fictional chronology, as the soldiers sent to Angola
to suppress the insurgency and maintain control of the "overseas
provinces" (even as the country faces its own domestic crisis resulting
from dissatisfaction with the repressive government) revisit the decisive
battles and pivotal events that would shape the course of Portuguese history…
…De Oliveira's powerful
history lesson about Portugal's downfall lets us know 'the truth is secret and
without explanation,' as he lays on us his gloomy anti-war message that wars
result only in more futility and empires only leave ruins. The director echoes
the poet Camoes, that what makes a country great is their explorations and
discoveries and not empire building. The pic ends on April 25, 1974 with the death of the
lieutenant. This death symbolizes that the Salazar regime brought tragedy to
Portugal with another failed attempt to gain power for Portugal through
colonization, as Angola became independent in 1975.
…Arrivati all’epilogo, dopo aver scatenato sulla scena battaglie di
coreografia superba, affondato l’obiettivo fino in fondo agli spazi segreti
dell’uomo, dipinto sullo schermo quadri degni di Rembrandt e Caravaggio,
prima di chiudere sull’ultima inquadratura nella fredda corsia di un ospedale
militare, tra bende e iniezioni di adrenalina e morfina, letti sfatti con
soldati mutilati a cui resta un occhio per guardare tra le bende l’agonia del
tenente, De Oliveira mette in scena il discorso del
NON, dolorosa apostrofe del guerriero sconfitto prima di buttarsi sulla spada:
“Parola terribile è la parola “NON”,una parola che non ha né un dritto né un rovescio da qualsiasi
parte cominci a leggerla, suona uguale e dice la stessa cosa.
Se la leggi dal principio verso la fine o dalla fine verso il principio
è sempre “NON”.
Quando il bastone di Mosè all’improvviso si trasformò in un
serpente così feroce da indurre Mosè a fuggire per non essere morso, subito il
serpente perse la sua forma, la sua ferocia, il suo veleno. Il “NON” invece non
è così, da qualsiasi parte lo vuoi prendere resta sempre un serpente che morde
sempre, che ferisce sempre, perché porta sempre il veleno in sé.
Ammazza anche la speranza che è l’ultimo rimedio lasciato dalla
natura per tutti i mali.
Non esiste correzione che possa cambiare il “NON”, né arte che
riesca ad ammansirlo, né alcuna lusinga che possa renderlo più dolce.
Possiamo impegnare tutte le nostre energie per abbellirlo,ma alla
fine ci amareggia sempre, puoi anche provare a dipingerlo d’oro, ma rimarrà
sempre di ferro”…
adesso ti raccomando di cercare Mon cas, (Il mio caso), che è qualcosa di straordinario da tutti i punti di vista. Purtroppo non lo avevo ancora visto per intero quando scrivevo sul blog, magari posso mandarti gli appunti che ho preso...
RispondiElimina(però un nemico si vede, in No o la vana gloria del comando: è l'africano ferito che si muove come una marionetta, è così irreale che si tratta molto probabilmente della descrizione di un fatto realmente successo)
ho trovato "Mon cas", il nemico, è vero, c'è, ma è il nemico con la n minuscola, individuale...
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