mercoledì 13 maggio 2015

Nostalgia de la luz – Patricio Guzmán

un film che non ti dimentichi facilmente.
per rispondere a tante domande c’è chi studia le stelle, chi l’archeologia della preistoria, manca chi studia gli ultimi due secoli, e il periodo della dittatura di Pinochet, dice l’archeologo Lautaro Nuñezquelle domande sono scomode, e le risposte farebbero e faranno male.
alcune donne, parenti di desaparecidos, cercano qualche osso nel deserto di Atacama, ancora fanno domande, dopo di loro chissà.
eccezionale è il racconto dell’architetto Miguel Lawner dei disegni del campo di concentramento nel deserto, su come è riuscito a ricordare quello che i carnefici avevano distrutto per non lasciare tracce.
qui non c'è arte per l'arte, dice Patrizio Guzman, il regista aiutare, spingere per rendere più umana la società, è cinema politico, senza dubbio.
uno straordinario film sulla memoria, sull’ostinazione della memoria, da non perdere assolutamente - Ismaele








Il est des cinéastes, qui plus est acquis à la cause du documentaire, qui ont le talent de questionner l’Histoire de leur pays au travers des moyens du cinéma, autant par souci d’effectuer un devoir de mémoire que d’utiliser l’art comme une sorte de catharsis idéale. Le réalisateur chilien Patricio Guzman est de ceux-là, et son approche est finalement assez identique à celle du cambodgien Rithy Panh : les deux hommes furent prisonniers durant la période totalitaire de leur pays (le régime de Pinochet pour l’un, la dictature de Pol Pot pour l’autre), ont choisi l’exil à Paris, et n’ont jamais cessé de fouler le terrain du documentaire politique pour revenir à leur terre d’origine. Dans les deux cas, on trouve aussi un autre avantage dans la pure pratique du documentaire : limiter autant que possible les documents d’archives pour privilégier une approche mémorielle, consistant à approfondir le sujet en compagnie de témoins directs. La surprise, ici, c’est que Guzman élève le genre à un niveau stratosphérique tout en contournant le moindre de ses codes…

Sin imágenes de archivo, sin golpes bajos, sin cargar las tintas sobre ninguno de los sucesos... sugiriendo más que mostrando, dejando hablar a los protagonistas que no son esos que vemos, sino que es algo más complejo (es un protagonista colectivo), Guzmán ha penetrado en nuestros sentimientos y los ha dado vuelta una y otra vez para demostrarnos que la violencia no necesariamente paga con violencia. A veces, como en este film luminoso, paga con arte. 

Guzmán weaves the search of the past from these two angles of search and comes up with an inspiring and moving look at both the scientists and civilian searchers. The gorgeous shots of the heavens and of the stark lifeless desert and its alien rock paths similar to the surface on Mars, are the fields where the diverse searchers try to find a way to justify their lives through learning from the past and even though their aims are different it makes their journey through this life seem similar. There's an earnest appeal through interviews and stunningly beautiful photography on location to remind us to never lose track of the past, that is if we wish to live a full life we should be aware that memory is eternal and is knowledge that will unify us with others.

2 commenti:

  1. da far vedere nelle scuole, si imparano tante cose (anche che esiste il deserto di Atacama, luogo quasi da fantascienza)
    quanto al resto, a me bastò una foto da Auschwitz (una sola) per provare orrore per il nazifascismo; devo purtroppo constatate che invece la dittatura cilena e quella argentina piacciono anche qui da noi. Come si faccia a farsela piacere, con tutti questi documenti, per me è un mistero. Beata ignoranza, verrebbe da dire, ma qui non ci sono né beati né ignoranti. Sanno, vedono, e ne sono contenti: l'inferno e i suoi diavoli, insomma, sono qui tra noi.

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    1. è che forse ai "nostri tempi" ci si immedesimava di più, oggi, spesso, ti dicono che a loro non li tocca, non li riguarda.
      ecco le maggioranze silenziose :(

      forse il cinema può riuscire a far capire, se uno è disposto, naturalmente.

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