mercoledì 25 luglio 2012

Svetat e golyam i spasenie debne otvsyakade (The world is big and salvation lurks around the corner) - Stephan Komandarev

un Miki Manojlovic splendido, indimenticabile, immenso, con attori bravissimi e un regista che ne sa, in un film candidato all’Oscar per il miglior film straniero del 2010 (non avrebbe sfigurato una sua vittoria).
un film commovente e alla fine ti piacerebbe imparare a giocare a backgammon (qui le regole).
cercatelo e guardatelo, nessuno se ne pentirà, promesso - Ismaele


Un film che si intitola Il mondo è grande e la salvezza si cela dietro l'angolo (questa la traduzione del titolo internazionale in inglese, quello originale bulgaro è leggermente diverso - Il mondo è grande e la salvezza si aggira per tutti i lati -), o si ama o si odia. Io, come l'amico che me l'ha segnalato, l'ho molto amato.
E' bene dire che il film è molto prevedibile: succede sempre esattamente quello che ti aspetti. Più o meno. La storia è ben congegnata, ad orologeria direi, e i personaggi, che poi alla fine sono due, ma soprattutto uno, Bai Dan, recitato alla perfezione da uno splendido Miki Manojlovic (visto in moltissimi film, dai primi di Kusturica, Papà...è in viaggio d'affari eUnderground, fino a Irina Palm, lo splendido La polveriera e molti molti altri), superlativi. Non che alcuni caratteri non protagonisti non siano azzeccati: anzi.
C'è da dire anche che quando si ha occasione di vedere film come questi, da italiani, ci si domanda perchè gli altri, chiunque altro, siano capaci di raccontare il loro passato con tocco lieve ma fermo, e al tempo stesso guardare avanti con occhi pieni di speranza: la salvezza del titolo, forse. Chissà se è per questo che, molto probabilmente, non lo vedremo mai nelle nostre sale.
Insomma, un film semplice, ma non stupido (il "viaggio della speranza" al contrario, l'allegoria col backgammon), ben recitato e ben girato, e molto, molto bello, commovente, pieno di ottimismo di quello sano, intenso.
Inutile tentare oltre di descrivere l'emozione: guardatelo.

I think that Bulgarian cinema is the one I'm the least familiar with; I'm not sure I've seen more than a couple of films from Bulgaria. And yet, here you have this movie practically no one knows and it's a masterpiece. Everything about it is just so breathtakingly beautiful. The characters are so frank it's unbelievable, they find themselves gradually, and at the end you hold your breath expecting to see what is going to happen.
If this were a Hollywood film, I'm pretty certain it would be awful. There are elements in this film that are clichés - but this is where powerful film-making comes into play; you can exploit a cliché in such a way so as to make it a staggeringly original statement.

And even if many times for many of us, it doesn't really seem as though the world is big salvation lurks around the corner, this movie effortlessly makes you believe it does, and that's enough of a reason to watch it.

L’originalité de l’histoire concerne davantage la relation entre le grand-père, merveilleux Miki Manojlovic (qu’on voit beaucoup dans le cinéma français), et le petit-fils, envoûtant Carlo Ljubek (qu’on a peu l’habitude de voir, malheureusement). A l’écran, ils nouent un tandem vivifiant, épanoui, une véritable relation de famille pure et intense qui dépasse même la relation père ou mère/fils. Une complicité et une amitié qui les conduisent jusqu’à la lutte dans le jeu du backgammon, autre originalité du film. Ce jeu a beau être connu de bon nombre d’entre nous, nous devons être peu à en apprécier les règles. Le final est d’ailleurs grandiose quand le petit-fils doit faire plus que douze avec deux dés pour détrôner son grand-père!...

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