lunedì 30 luglio 2012

Los Cronocrímenes - Nacho Vigalondo

sembra qualcosa di già visto, magari per chi ha visto "Primer", o per chi ha letto e visto le grandi storie di fantascienza nelle quali si viaggia nel tempo, ma il tutto è reso alla portata di chiunque (quasi).
un film che appassiona e che inquieta.
merita, merita, merita (a proposito di ripetizioni) - Ismaele



Un uomo con la moglie ha appena preso possesso di una casa in montagna. In un momento di relax scorge nel bosco antistante la recinzione una giovane donna che si spoglia. Esce e la va a cercare. Quando la trova è nuda e distesa vicino ad un masso. Ha perso i sensi, o è morta, non ho capito. Mentre s'avvicina viene aggredito con una forbice da un uomo con la testa completamente fasciata da una garza rosso-rosa. Fugge. Finisce in una casa vicino. Sfonda una vetrata ed entra. Trova apparecchiature tecnologiche il cui scopo è indefinibile ed un walkie-talkie acceso. Parla ed un uomo gli risponde. Gli consiglia di fuggire fino all'altro edificio dove lui si trova perché l'inseguitore. Hector, l'inseguito, raggiunge l'uomo, una specie di scienziato, che lo invita ad entrare in una vasca piena di un liquido bianco per nascondersi dal "garzato" che sta arrivando. E' notte, la vasca si chiude, potrebbe annegare, ma ne esce vivo solo che ora è giorno. Ma è giorno precedente, non successivo! Ha viaggiato nel tempo…

…per gran parte dell’opera l’interesse rimane alto quanto il divertimento, la suspense non viene mai a calare per merito di soluzioni visive e di montaggio semplici quanto efficaci e della padronanza dei tempi del thriller, mai interrotti da spiegazioni fantascientifiche troppo verbose.
Ne guadagnano la storia e il senso di smarrimento del protagonista che dovrà imparare da solo a coordinare gli eventi nel tempo.
Ipnotica la figura del killer bendato come una mummia, esplicito riferimento al mostro della Universal, e ottima prova di scrittura e regia la lunga sequenza della sua creazione, disvelamento passo dopo passo di una personalità che ha oltrepassato il limite e che dopo questa trasfigurazione non potrà più tornare indietro.

…Lo spunto geniale del film, forse dovuto a budget o semplicemente deciso a tavolino, è limitare il viaggio nel tempo a sole 2 ore e lo spazio a pochi km quadrati. Non ci sono altre epoche, nessun altro luogo, Hector piomba in un inferno di ripetitività concentrato in pochissime ore di cui è allo stesso momento artefice e vittima. C'è un senso di ineluttabile, di immodificabile…

2 commenti:

  1. un super cult che secondo me si pone a un livello meno cerebrale di Primer. Paradossi temporali for dummies!

    RispondiElimina
  2. è vero, "Primer" ha bisogno di un sacco di spiegazioni, Hector molto meno, è più alla portata:)

    RispondiElimina