sabato 14 luglio 2012

Pasazerka (La passeggera) - Andrzej Munk

un film non finito in vita da Andrzej Munk, composto in questa versione da amici del regista.
è sperimentale, in qualche modo, con immagini fisse e in movimento, e la voce fuori campo che racconta tutta la storia.
ed è un film unico, e inquietante, le autogiustificazioni si sbriciolano e resta la colpa.
era passato a Fuoriorario e si trova in rete.
da non perdere - Ismaele


…L’inserimento del repertorio fotografico di immagini fisse in cui si svolge il presente della storia ha un ruolo di raccordo con i filmati di Munk che, più che colmare le lacune di un film incompiuto, gli conferiscono una circolarità perfetta, con singolari effetti di straniamento sullo spettatore, lo stesso prodotto dal racconto mitico quando vi si voglia cercare una logica umana. L’immobilità fotografica del presente e la mobilità delle immagini del passato, nel ribaltamento logico determinato dalla particolare, sfortunata storia di questo film, diventano portatrici di senso, il passato storico viene sublimato in racconto mitico di cui assume tutta la dinamica evidenza immaginifica, la stessa che un tempo il teatro portò sulla scena dove ristagnava il presente immobile. La dimensione mitica e atemporale rende paradigma astratto ciò che è inesprimibile, la Storia viene così guardata, l’orrore non fa chiudere gli occhi, ma lo smarrimento che produce catarsi può anche tradursi solo in miraggio, sembra dire Munk, il percorso di autocoscienza di Lisa non ha prodotto in lei consapevolezza capace di andare oltre il momentaneo turbamento, e la nave, isola nel tempo e nello spazio, continua indifferente il suo viaggio. La passeggera è scesa, forse non era Marta, forse le somigliava soltanto, forse quel passato si può dimenticare o continuare a pensarlo con le stesse buone ragioni…

This is an incomplete deeply moving masterpiece. The scenes of Auschwitz are disturbing, of course, but more so set against a genuine human drama involving two women on opposite sides of this evil situation. We see how the best of human sensibility can be drawn out in the worst evil places. We witness mixed motives on the part of our overseer of prisoners. Why is she protective of this one concentration camp victim? We see her drawn to the beauty and the power of this simple woman victimized by this idiotic Nazi policy of confinement. She is also conflicted regarding this simple woman's love for her fiancee, a fellow prisoner…

La Passagère, tel qu’on peut le voir aujourd’hui, n’est donc pas exactement le film que Munk avait imaginé, mais il s’en rapproche au plus près car les collaborateurs du réalisateur disparu ont tenu à respecter à la lettre ses indications, ses notes et son esprit. Le film complet, si Munk avait pu le finir, aurait sans doute été remarquable mais d’une facture qui aurait été relativement classique. Le film qui nous est resté, est, par ses manques, ses ellipses et sa grammaire hétérogène, absolument unique, à la limite de l’expérimental et du poème cinématographique. C’est avant tout un film radical sur l’Holocauste mais c’est aussi une énigme dont aucun spectateur ne peut se targuer de détenir la clé. Une très grande découverte pour ma part et un film dont les images et le sens me poursuivront sans doute longtemps…

The holocaust has been tackled many times in film and one thing nearly all have in common is the desire to graphically show the horror of what happened. Yet Munk does not. There is horrific events here but it is always in the background - a German guard smiles to a small Jewish girl as she strokes his dog yet in the background her friends are being led down into a bunker to be killed. Or an engaged couple split apart in the camp share loving glances whilst compatriots hang from nooses behind them. Liza herself never gets involved with the killings instead she oversees the property of the inmates. You can't help but think of the thousands of children that died when she is watching baby prams being piled together. I found this subtle use of horror far more affecting and brutal than any traditional Hollywood recreation…


2 commenti:

  1. credo che sia uno dei film più inquietanti che abbia mai visto. Il lavoro di Munk è magistrale, c'è un'introspezione totale, il film sembra vivere dentro il turbamento della protagonista. L'umanità che oscilla nelle sue giustificazioni non fa che rendere più mostruosa la realtà da cui lei fugge. E ne aggrava in qualche modo la colpa. Ineluttabilmente angosciante.

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  2. sì, spesso è insostenibile e riesce a far star male.
    ti fa entrare nella testa di una persona che sta dalla parte sbagliata, e quasi capisci.

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