venerdì 6 luglio 2012

Lásky jedné plavovlásky (Gli amori di una bionda) – Milos Forman

amori di giovani, in luoghi dove si amava la musica leggera italiana, Caterina Caselli e Rita Pavone fra le altre, in tempi non troppo lontani, ma che ora sembrano archeologia, divertente e amaro, un po' Olmi, mutatis mutandis, con la regia di Milos Forman, che ha fatto film che variano fra il bellissimo e il capolavoro.
un gran bel film - Ismaele



Una trama apparentemente scontata racconta un episodio della vita di una giovane idealista, che vive in un dormitorio presso la fabbrica dove lavora, che viene sedotta da un pianista di Praga, Milda, in una discoteca paesana. Dopo la notte passata insieme, la giovane fa le valigie e arriva a Praga, solo troppo tardi capisce che non c’è nessuno ad attenderla. Una storia dolce e amara della semplice Andula, che evidenzia con dettagli molto taglienti le assurdità tragicomiche del socialismo degli anni sessanta e le circostanze di vita della gioventù nel periodo della Cecoslovacchia comunista. Su un piano generale offre anche una sensibile introspezione sulle fragili anime post-adolescenziali e sulle reazioni confuse dei loro genitori, sempre e dovunque attuali.

Gli Amori di una bionda, girato in bianco e nero nel 1965, si apre (e si chiude) sulle note di Nessuno mi può giudicare di Caterina Caselli, facendoci pensare per un attimo di stare per assistere ad una commedia italiana degli anni ’60. Si nota già lo stile caustico e a tratti grottesco, che ritroveremo in molte opere future di Milos Forman, che qui prende di mira alcuni aspetti della società dell’epoca. Tema centrale del film è la scoperta dell’amore caratterizzato anche e soprattutto da inevitabili amarezze e delusioni, uno dei principali leit-motiv della Nová Vlna. Forman è assai abile nel destreggiarsi e tenersi in bilico tra toni lievi e ironici da una parte e toni drammatici e patetici dall’altra. Il personaggio di Andula cerca l’amore e la fuga da una realtà alienante rappresentata dal lavoro in fabbrica, ma si scontra con la dura realtà indifferente ai suoi sogni…

"Loves of a Blonde" is a humored tale about a woman's journey to the discover of the first love, the enchantments and disenchantment's of it, but also about that old talk about woman's virtue, the value of female honor in not hanging out with too many boys at the same time because this wasn't seen in good eyes by the society (you'll see this in the school scene where the teacher says that to the girls and they make a pledge based on a elevated moral behavior). I quote as "old talk" because times are way different than the one presented in the film and people have another values in terms of almost everything, so what was a something that only men could do, now women can do too if they want; if boys can date or kiss several girls, girls can do the same…

2 commenti:

  1. un altro film che ricordo come molto bello, ma che purtroppo non vedo da una vita...
    per mia fortuna, ho conservato una copia di Takin' off, incredibile quanto sia stato copiato in seguito! (anche dalla pubblicità, dai videoclip, da tutti)
    Milos Forman è anche il regista di Amadeus, del Cuckoo's nest, bei tempi quando alla Rai mettevano in fila tutti i film di un autore...(a orari decenti, disponibili per tutti...)

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  2. io l'ho visto solo adesso, ed è un film fresco, che ancora dice molto.

    dei tempi della Rai ricordo adesso che una trentina d'anni fa avevo visto tutto Buñuel.

    di Milos Forman mi piace sempre ricordare "Man on the moon", che avevo visto la prima volta, una ventina d'anni fa, in un cinema di Milano, eravamo una decina in tutta la sala, è un altro capolavoro di film!

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