mercoledì 18 luglio 2012

Ko to tamo peva - Slobodan Sijan

un vecchio autobus e dei passeggeri, il giorno prima l'invasione tedesca.
il personaggi e le situazioni sono comiche, grottesche e tragiche insieme, e la musica è bellissima.
lo sceneggiatore è Dusan Kovacevic, che ha lavorato in "Underground" (nel film c'era un'idea,  non realizzata, poi ripresa nel film di Kusturica), e ha lavorato anche a questo film
non perdetelo, non ve ne pentirete, promesso - Ismaele


Niente male. Film che in Serbia (allora Ex-Jugoslavia) è considerato un cultone, ma in pochi lo conoscono. Una commedia ben scritta che presenta ottimi personaggi ben interpretati. Un road-movie dove ne succedono di tutti i colori. Finale sbeffeggiatore.

la musica sempre presente: del resto il titolo del film chiede Chi sta cantando là? una spina dorsale di fisarmoniche, cymbalon e canti tengono il film dritto ed eretto. a cominciare dalla figura dei due gitani che come due aedigreci guardano fisso in camera e narrano le vicende e le sventure degli undici personaggi in cerca di buona sorte. così si apre il film (e basterebbero i primi due minuti a renderlo indimenticabile)…

Il lungometraggio serbo Ko tamo peva?, realizzato nell’80 e diretto da Slobodan Šijan, ha un carattere prevalentemente comico, con forti tinte grottesche, e alla fine, quasi a sorpresa, si tocca il tragico. Gran parte della comicità dell’opera si fonda sul piacere del riconoscimento, da parte dello spettatore, di oggetti, comportamenti e usi locali, e su un gusto del comico un po’ diverso dal nostro: in particolare, non è difficile riscontrare come nell’arte e nella cultura balcanica la comicità sia molto spesso — di certo più di quanto avvenga da noi — unita al grottesco; e come il confine tra il comico e il tragico sia assai meno marcato del nostro. iversità del cinema e della letteratura balcanica suscitano fra gli intellettuali europei degli altri paesi — e naturalmente, non solo tra gli europei — stupore e spesso ingiuste incomprensioni. Tra le accuse più frequenti che i critici rivolgono alle opere cinematografiche (e soprattutto in passato, anche letterarie (1)), vi sono quelle di incoerenza delle strutture narrative, eccessivo accumulo degli eventi, disorganicità, mancanza di linearità.
da qui


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