giovedì 5 luglio 2012

Slaughterhouse-Five (Mattatoio n.5) - George Roy Hill

1 - è l'unico film la cui colonna sonora è stata suonata da Glenn Glould, quando era in vita
2 - Billy Pilgrim sembra l'archetipo di Forrest Gump
3 - "Siamo tutti costretti, per rendere sopportabile la realtà, a coltivare in noi qualche piccola pazzia", dice Marcel Proust; Billy Pilgrim ne è la dimostrazione
non sarà perfetto, ma vale la pena - Ismaele


PS: vedere questo film non sostituisce la lettura del libro di Vonnegut! 




Mattatoio 5 è desaparecidos da anni dagli schermi delle TV ed è introvabile in DVD.. eppure si tratta di uno dei primi film con una cronologia destrutturata (tematica in cui Vonnegut ha sempre eccelso) che a Tarantino e a i suoi cloni gli fa un baffo. E già solo per questo motivo meriterebbe di esser visto... ma i motivi per recuperarlo sono tanti... un film "moderno" per la capacità di mixare una serie di argomenti e di generi senza destabilizzare bensì creando un unità, un tutto, un mondo anzi un universo a sé stante, decisamente in anticipo sui tempi del cinema e della letteratura. E' un film di guerra, un film di fantascienza, un film sulla vita, la famiglia, l'amore, l'amicizia, sullo scopo della vita e tante altre cose messe lì con una semplicità disarmante ma efficace. Un film che non si avvale di interpreti famosi (e forse questo è il motivo del suo oblio) e che nonostante i pregi di una regia indovinata deve moltissimo al libro da cui è tratto…

Adaptation extrêmement fidèle d’un chef d’oeuvre de la littérature de science-fiction américaine écrite par Kurt Vonnegut Jr, cette oeuvre est à la fois une violente charge anti-militariste, une tentative d’exorcisme d’un passé douloureux et une justification d’une certaine philosophie de vie. C’est avant tout, l’histoire autobiographique d’un homme perdu au milieu d’une guerre, de ses horreurs quotidiennes et d’un des plus terribles ( bien qu’encore occulté de nos jours ) massacre de la deuxième guerre mondiale, le bombardement de la ville de Dresde en Février 1945 , ville sans usines, sans industries et qui vit périr plus de 100 000 personnes sous les bombes alliées ainsi que l’un des plus beaux patrimoine historique architectural d’Europe et dont la simple justification semble être la vengeance au moment où les Allemands bombardent Londres.
Kurt Vonnegut ayant vécu et survécu à ce bombardement, il en gardera une marque indélébile à l‘âme, d’autant plus grande que celui-ci sera passé sous silence de par l’Histoire officielle…
… Du point de vue purement cinématographique, la photographie nageant dans des couleurs semblant « passées « renforce le côté onirique de la pellicule et met en exergue l' intemporalité de l’intrigue. Les acteurs y sont brillants, la musique classique accentue l’allégorie de l’histoire, le montage brillant permet de passer d’une époque à l’autre tout en restant crédible.

Un film unique par son traitement ( dont on pourra retrouver quelques éléments dans des oeuvres comme « Brazil « de Terry Gilliam, « le « 2001 « de Kubrick ou encore le récent « The fountain » d’Aronofsky ), inclassable et magistralement mis en image, qui oscille entre le pessimisme le plus étroit et un optimisme humaniste, une courageuse leçon sur la nature humaine au sens universel du terme.

È facile, in un film, utilizzando il realismo delle immagini, rappresentare lo scempio che la guerra opera nella carne, smembrando i corpi e sfigurando i volti. Ben più difficile è descrivere, cinematograficamente, il disordine che la guerra causa nel pensiero razionale, nella percezione del mondo, nel senso del tempo. Uno scompiglio che non produce necessariamente la follia, la perdita di senno,  bensì innesca un processo di assestamento dell’intelletto su una logica sovvertita, che includa l’esistenza dell’orrore e, magari, una sua accettabile motivazione. Il soldato americano Billy Pilgrim ha conosciuto l’atrocità come prigioniero in Germania e, soprattutto, in quanto testimone del devastante bombardamento di Dresda: lo spettacolo della crudeltà senza limiti ha estirpato in lui, insieme alle certezze radicate nella consuetudine, la naturale propensione ad abbandonarsi all’evidenza delle cose normali e tranquille…

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