giovedì 18 aprile 2024

Los Delincuentes - Rodrigo Moreno

un film di tre ore, che sembra lento, ma tutto il tempo è necessario per lo sviluppo dei sentieri che si biforcano e poi si incrociano.

i cinque protagonisti si chiamano Morán, Norma, Román, Morna, Ramón, le loro vite (e non solo i loro nomi) si intrecciano in maniera casuale ma davvero sorprendente.

quello che sembra un film su un colpo in banca è in realtà un film sull'evasione da un lavoro e da una vita troppo noiose, che annichiliscono ogni speranza di un futuro possibile.

un film da non perdere, se appare in una sala cinematografica.

buona (imperdibile) visione - Ismaele

 

 

 

 

La storia è quella di un bancario che un giorno decide di rubare denaro alla banca, molti soldi, in modo che sia conveniente farsi qualche anno di galera, tre e mezzo con la buona condotta, e poi sparire con il malloppo che frutterebbe esattamente gli stipendi ancora da percepire fino alla pensione. L’obiettivo non è diventare ricco, ma non dover più lavorare. Morán, questo il suo nome, coinvolge per necessità Román suo collega. Ma poi entrano in scena Norma e Morna, due sorelle che stanno girando un film con Ramón. Tra flash back e racconto del presente il film mostra tutte le sue potenzialità narrative per un finale inatteso e illuminante.

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è tutta questione di narratologia. Non cerebrale, ma gioiosa, borgesiana, con nomi che sono tutti anagrammi, flashback che diventano “altre versioni della realtà”, rilievi bressoniani che scherzano su loro stessi, lasciando il bottino (l'argent) in mezzo a una collina intoccato, come se nel finale di Greed di von Stroheim McTeague non rimanesse solo e immobilizzato nel deserto col suo tesoro, ma si dimenticasse il perché l’ha preso in precedenza, e ci trottasse attorno col suo cavallo.

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Los Delincuentes es un film que retrata en forma paródica el dilema de la clase media actual, atrapada en un trabajo sin posibilidades reales de ascenso ni mejora salarial, aún menos de un progreso en su situación social, sumida en una rutina agobiante o en la depresión, siempre atrapada en esa trampa individualista que ve la vida en el campo como una utopía distante, que apasiona y aterroriza por igual y que en este caso lleva al protagonista a cometer un crimen absurdo para romper con este círculo vicioso de explotación y humillación. Rodrigo Moreno logra un trabajo tan caótico como bien resuelto, construido a partir de recursos diversos, como flashbacks, pantalla partida y capítulos varios, para reflexionar sobre el esquizofrénico trabajador actual, que realiza su labor a desgano, sueña delirios adolescentes, es incapaz de asumir su adultez y vive la vida como un zombie impasible.

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