una storia economica, acquisti e vendite, fino a che ci sono compratori ci saranno venditori, così funziona.
e, come quasi sempre succede, se conosci chi muore la scelta sarà davvero difficile.
senza troppe parole e senza tante morali, bel cinema da non trascurare - Ismaele
ps: mi ha ricordato questo, un gran film sconosciuto da noi, purtroppo, e questo, grandissimo film di Stephen Frears, con attori bravissimi, scritto da Steven Knight (quello di "Locke", e di tanti altri ottimi film scritti per altri), una garanzia.
…Un film intenso ed emozionante, come ho
detto prima è adrenalinico, la mdp riesce a scivolare nella storia quasi come
lo spettatore si trovasse in mezzo ai protagonisti, ne senti tutti i dettagli,
le emozioni, i palpiti, lo scandire dell'orologio che segna il tempo che rimane
che è sempre di meno, la tensione che cresce, il dolore tutto, e Komàrkur
grazie alla sua regia accurata, ci fa comprendere il dolore dei protagonisti,
rendendoci parte del film, che è girato in maniera documentaristica, e
viscerale, il regista non perde tempo in inutili sentimentalismi e lo dimostra
scena dopo scena.
…La
tensione poggia su una costante ambiguità, in cui i tradizionali chiaroscuri
del cinema nordico si sovrappongono ai giochi allusivi tipici dei popoli
latini, a volte raffinati, a volte brutali. È in questo modo che la
storia avvince, facendosi strada attraverso l’intricato linguaggio verbale ed
operativo della malavita, ed anche, sul piano estetico, facendo
progressivamente saltare l’aspetto convenzionale della superficie narrativa,
per mettere a nudo, infine, il tragico succo del discorso. Kormákur ama
non concedere tregua allo spettatore, e in questo film raggiunge lo scopo
trattenendoci in una perenne incertezza, non solo rispetto allo sbocco
complessivo della vicenda, ma anche e soprattutto rispetto alla reale valenza
delle singole situazioni, la cui interpretazione varia, retrospettivamente, nel
corso del racconto. Inhale è un film d’autore privo di
autorialità, il cui valore è una grande potenza espressiva, abilmente
confezionata nella levigata veste del thriller hollywoodiano.
…The conclusion has two key weaknesses. I
trust that it won't come as a surprise that the group offering Stanton a set of
lungs doesn't just have a spare set lying around. In a coincidence of
Dickensian proportions, Stanton just happens to be on the street when a donor
is "recruited," leading to the climactic confrontation between
Stanton and the doctor who offers Chloe a chance at life. Here's where the
second problem rears its head: When Stanton confronts the doctor, he tells
Stanton (more or less), "Idiot, how did you think we were going to get a pair of lungs
on such short notice?" It's a valid question—it's beyond implausible that
an experienced prosecutor such as Stanton can't put two and two together. That
said, by the time film gets to that point, it has developed enough momentum to
move past it. Barely. It's
a good example of strong direction and editing overcoming a weakness in the
script…
…Un film intenso ed emozionante, come ho
detto prima è adrenalinico, la mdp riesce a scivolare nella storia quasi come
lo spettatore si trovasse in mezzo ai protagonisti, ne senti tutti i dettagli,
le emozioni, i palpiti, lo scandire dell'orologio che segna il tempo che rimane
che è sempre di meno, la tensione che cresce, il dolore tutto, e Komàrkur
grazie alla sua regia accurata, ci fa comprendere il dolore dei protagonisti,
rendendoci parte del film, che è girato in maniera documentaristica, e
viscerale, il regista non perde tempo in inutili sentimentalismi e lo dimostra
scena dopo scena.
…La
tensione poggia su una costante ambiguità, in cui i tradizionali chiaroscuri
del cinema nordico si sovrappongono ai giochi allusivi tipici dei popoli
latini, a volte raffinati, a volte brutali. È in questo modo che la
storia avvince, facendosi strada attraverso l’intricato linguaggio verbale ed
operativo della malavita, ed anche, sul piano estetico, facendo
progressivamente saltare l’aspetto convenzionale della superficie narrativa,
per mettere a nudo, infine, il tragico succo del discorso. Kormákur ama
non concedere tregua allo spettatore, e in questo film raggiunge lo scopo
trattenendoci in una perenne incertezza, non solo rispetto allo sbocco
complessivo della vicenda, ma anche e soprattutto rispetto alla reale valenza
delle singole situazioni, la cui interpretazione varia, retrospettivamente, nel
corso del racconto. Inhale è un film d’autore privo di
autorialità, il cui valore è una grande potenza espressiva, abilmente
confezionata nella levigata veste del thriller hollywoodiano.
…The conclusion has two key weaknesses. I
trust that it won't come as a surprise that the group offering Stanton a set of
lungs doesn't just have a spare set lying around. In a coincidence of
Dickensian proportions, Stanton just happens to be on the street when a donor
is "recruited," leading to the climactic confrontation between
Stanton and the doctor who offers Chloe a chance at life. Here's where the
second problem rears its head: When Stanton confronts the doctor, he tells
Stanton (more or less), "Idiot, how did you think we were going to get a pair of lungs
on such short notice?" It's a valid question—it's beyond implausible that
an experienced prosecutor such as Stanton can't put two and two together. That
said, by the time film gets to that point, it has developed enough momentum to
move past it. Barely. It's
a good example of strong direction and editing overcoming a weakness in the
script…
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