come per "Locke", uno sceneggiatore di serie A passa alla regia, per un'opera prima, e ne esce un film di una grandezza d'altri tempi.
un grande merito va a Jake Gyllenhaal, ormai uno degli attori migliori.
e uno di quei film che prende quota ogni minuto che passa e alla fine è davvero interstellare, cinico e cattivo, Lou è uno dei peggiori del mondo, ormai di successo, ma sa che il sorriso, la gentilezza, l'insistenza, il cinismo, la mancanza di scrupoli, di tutti gli scrupoli, sono le carte da spendere per il successo.
è un uomo che si fa da sè, nella giungla della vita, che lui contribuisce a rendere più giungla per tutti.
ognuno vede tante cose, la critica a certa tv, la critica al mondo in cui viviamo, ci sono molte cose dentro, certamente, ma sopratutto è Cinema.
vuoiti bene, vai al cinema, poi capirai perché - Ismaele
…La pellicola è inattaccabile, ogni scelta porta a un
elogio: colpisce per l’intreccio; per la performance dei suoi protagonisti, in
particolar modo quella di Jake Gyllenhaal (il cui sguardo a tratti induce
soggezione); per la fotografia che rende ogni inquadratura la versione in
movimento di un quadro di Hopper; per i dialoghi freddi, intelligenti ed
equilibrati nella lunghezza e nella scelta lemmatica, velati di squisito
sarcasmo; e per la colonna sonora, le cui note sono il tocco definitivo in un
quadro da brividi.
“Lo Sciacallo” è un film notturno, cupo e buio. Catalizza
lo spettatore e stimola la discussione. È un crime-thriller allarmante, è un
noir angosciante, è un dramma dal triste realismo. È talmente bello da farci
venir voglia di tornare in sala soprattutto quando scopriamo che il regista,
Dan Gilroy, è uno sceneggiatore di successo qui alla prima esperienza dietro la
macchina da presa.
Evviva il talento, evviva chi osa ed evviva la fantasia, che, talvolta, ci regala gran belle storie.
Evviva il talento, evviva chi osa ed evviva la fantasia, che, talvolta, ci regala gran belle storie.
…El cálido retrato que teníamos de la soleada
california es desmitificado por completo, gracias a una acción que discurre
íntegramente bajo la luz de una sempiterna luna llena. Las tomas diurnas son,
en su mayoría, en interiores y tienen una función narrativa premonitoria —al
igual que el amenazante acompañamiento musical—. La mayor parte de las elipsis
se producen, por tanto, durante las horas solares, dejando que la noche marque
el tempo entre luces artificiales difuminadas por la gran profundidad de campo
con la que Robert Elswit, asiduo colaborador de Paul Thomas Anderson y
oscarizado por Pozos de ambición (There Will Be Blood, 2008), ha dotado a su fulgurante fotografía. Es precisamente este
aspecto visual, aparte de las más que obvias secuencias de conducción de un
deportivo a gran velocidad por las calles de Los Ángeles, lo que nos hace
reencontrarnos con otra de las posibles fuentes de inspiración del realizador: Drive
(2011) —seguimos con palabras mayores—. Estableciendo que la cinta
de Winding Refn analizaba, a través de Ryan Gosling, la figura del ángel
salvador, perseguidor de las causas justas y nobles, Jake Gyllenhaal podría
estar representando a su antítesis en una nueva y perturbada personificación de
la muerte. “Me gustaría decir que si alguien me ve, es porque está teniendo el
peor día de su vida”, afirma, como si de la misma Parca se tratara, un
espectacular Gyllenhaal en la cima de su carrera, consiguiendo hacer justicia a
esa elocuente falta de signos de puntuación de la que hablábamos al comienzo
con una interpretación sobresaliente y sobrecogedoramente persuasiva, tan
convincente como su verborrea amoral —sin pausa entre palabras— y tan
desquiciada como esa inquietante mirada inyectada en sangre que no hemos sido
capaces de ver pestañear en las dos horas de duración. | ★★★★★ |
…É molto bella la maniera in cui l'imprenditore
invasato di sogno americano di Jake Gyllenhaal parla con gli occhi spalancati,
ascolta quel che gli viene detto, fa tesoro di ogni batosta e ogni insegnamento
per arrivare al proprio traguardo. Uno svantaggiato che non ha avuto
un'educazione vera e propria ma che ha imparato a trovare su internet tutte le
nozioni di cui ha bisogno. Si applica, studia e lavora senza sosta, è insomma
concepito come l'ideale statunitense Louis e appare a tutti gli effetti come un
personaggio positivo, non fosse per quel dettaglio della mancanza di scrupoli e
della sete di ambizione che ci viene rivelata fin dalla prima scena….
…Il film ha certamente imperfezioni. Le potenzialità
del rapporto fra Lou e Nina non appaiono pienamente sviluppate; nella seconda
parte, non tutto appare perfettamente controllato e in generale a Lou sembra
tutto troppo facile. Si tratta di limiti benvenuti a fronte soprattutto del
ritratto di una Los Angeles più nera che mai, che si aggiunge alla fosca galleria
di pellicole ambientate in una città che, sin dagli anni '40, il cinema
statunitense ha eletto a scenario privilegiato per rappresentare la brutalità
metropolitana.
…Gilroy mette in scena la voracità del mondo del lavoro, dei media,
degli stessi lavoratori, smascherando l’animo nero dell’informazione
televisiva, la sete di sangue e scoop, di indici di ascolto. Il punto di non
ritorno, un collasso morale che coinvolge l’intera catena dell’informazione, a
partire dagli spettatori affamati di carne umana, vogliosi di avere paura, di
trovare un possibile nemico o pericolo.
È in questo humus imputridito che Louis Bloom (Gyllenhaal) può crescere a dismisura, sospinto dallo stesso sistema: talento e mostruosità coincidono, fertili e oramai inarrestabili. Un self made man sotto acido, ultimo stadio del sogno americano, dei quindici minuti wahroliani, dell’informazione fatta (solo) con una videocamera.
L’uomo con la macchina da presa ha incontrato l’occhio che uccide.
È in questo humus imputridito che Louis Bloom (Gyllenhaal) può crescere a dismisura, sospinto dallo stesso sistema: talento e mostruosità coincidono, fertili e oramai inarrestabili. Un self made man sotto acido, ultimo stadio del sogno americano, dei quindici minuti wahroliani, dell’informazione fatta (solo) con una videocamera.
L’uomo con la macchina da presa ha incontrato l’occhio che uccide.
Un po’ meccanico in certi snodi narrativi e accompagnato da
una colonna sonora a volte un po’ troppo invasiva,Lo sciacallo – Nightcrawler può contare sull’ottima performance di
Jake Gyllenhaal, allucinato, ferino, costantemente borderline. Un predatore
notturno di carcasse.
Gilroy restituisce i tempi folli dei montaggi televisivi ma riesce anche a costruire la tensione dilatando i tempi, immergendo lo spettatore in queste notti di caccia, prive di qualsiasi moralità. Più che interessanti le sequenze della rapina e della sparatoria, quando lo sbandato Louis Bloom è oramai diventato metteur en scène della realtà e delle notizie. Metalinguaggio secco, diretto, depurato da qualsiasi orpello.
Gilroy restituisce i tempi folli dei montaggi televisivi ma riesce anche a costruire la tensione dilatando i tempi, immergendo lo spettatore in queste notti di caccia, prive di qualsiasi moralità. Più che interessanti le sequenze della rapina e della sparatoria, quando lo sbandato Louis Bloom è oramai diventato metteur en scène della realtà e delle notizie. Metalinguaggio secco, diretto, depurato da qualsiasi orpello.
…Anche l’esordio di Dan Gilroy farà nascere queste
domande nella mente del pubblico poiché, con grande sapienza, plana dall’alto
su dati quesiti, combinando l’atmosfera al cardiopalma del film, piena di
dialoghi brillanti e senza punti morti, con la descrizione del personaggio di
Lou Bloom. The Nightcrawler infatti,
non è solo una sorta di denuncia di un ambiente senza scrupoli, ma anche un
affresco della mente malata di un personaggio sui generis.
In conclusione, se desiderate vedere un thriller insolito,
con un protagonista da brividi, questa è la pellicola che fa per voi: vi terrà
incollati allo schermo fino all’ultima, sorprendente scena.
…la estrella
mayor de esta constelación es Lou, un tipo que es sin duda un producto de la
sociedad en la que vive, pero que posee la suficiente codicia y falta de
escrúpulos para convertirse en el proveedor perfecto del engaño mediático,
respaldado por una “educación” a base de Internet y de libros de autoayuda de
la que se siente orgulloso (buen golpe a toda esa mierda pseudo motivacional).
¿Y
quién mejor para encargarse de él que Gyllenhaal, quien se encuentra en una
racha impresionante de ‘performances’ complejas y desafiantes que incluyen sus
intervenciones recientes en “Prisoners”, “End of Watch” y “Enemy”, y que bajó considerablemente de
peso para darle un aspecto reptiliano a este cuestionable ser de la madrugada?
En
cuanto a las locaciones, fuera de las oficinas del canal de televisión y de
algunos puntos de encuentro, “Nightcrawler” nos lleva en un viaje electrizante
por parajes de la ciudad de Los Angeles que no han sido normalmente mostrados
en el cine, y los rodea de elementos visuales distintivos que podrían generar
un carácter de culto, como en el caso del Mustang rojo de Louis, que se
convierte en un fiel compañero de sus aventuras; unas aventuras que, en
desmedro de sus innumerables faltas éticas -o quizás debido a ellas-,
despertarán sin duda la atención de los espectadores. Apaga la tele y entérate
de la verdad con esto.
da
qui
Jake Gyllenhaal straordinario, è cinema hai ragione, come sempre.
RispondiEliminami sa che parlerò di un film che fa schifo parlandone bene, e vediamo se il come sempre diventa quasi sempre:)
Eliminaaaaaaaaaaaah questo lo aspetto da qualche giorno, speriamo di vederlo presto :)
RispondiEliminae vedrai uno dei film più belli dell'anno, sono certo sarà così anche per te :)
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