giovedì 13 novembre 2014

Fantasma – Lisandro Alonso

in un cinema si proietta un film di Lisandro Alonso, e il protagonista Florentino Vargas, in attesa del dibattito sul film, passeggia all'interno dell'edificio che ospita il cinema.
la macchina da presa segue Florentino Vargas, silenzioso, quasi imbarazzato, lui abituato agli spazi aperti, in attesa.
intanto lui vive nel film proiettato nella sala, che è anche lei protagonista di questo film.
la sala era protagonista anche qui.
non è il primo film per iniziare con Lisandro Alonso, ma è un film speciale, da non trascurare - Ismaele




Lo scenario è atipico per Lisandro Alonso: un ambiente cittadino chiuso, un dedalo di spigolose architetture in vetro, metallo e cemento, anziché gli sterminati spazi aperti e selvaggi delle altre sue opere. Tuttavia il protagonista – interpretato dallo stesso Argentino Vargas de Los Muertos – nel vagare attraverso scale, stanze e corridoi, non appare meno perso e disorientato rispetto a quando, nel precedente film, percorreva a piedi la giungla o risaliva in canoa il fiume. Anche adesso, mentre il ritmo stanco ed uniforme dei suoi passi lo accompagna in un cammino apparentemente casuale, l’uomo sembra non sapere chi sia, né cosa ci faccia in quel posto, a cui lo àncora, però, l’attesa di qualcosa che sta per accadere, e che, comunque vada, lo riguarda da vicino…

Fantasma è il cinema, cinema di se stesso, primo-piano allo specchio, riflessivo e intensivo, cinema che si slega dal cinema, esprime il cinema come propria essenza, come principio della propria esistenza, e simultaneamente si fa cinema.

Questo quanto pare è un omaggio ai protagonisti dei primi due film di Lisandro. Perciò non so se può essere considerato un vero e proprio film.
Mi è piaciuto l'autoironia del regista mostrando le sale del cinema praticamente vuote. Ciò che manca in questo film è la natura, che però è compensata da un'ottima fotografia che tira fuori il massimo da questi locali claustrofobici.
Consigliato solo ai fan hardcore di Alonso (tra cui mi conto).

the element which elevates Fantasma to the level of minor masterpiece is Alonso's astonishing use of sound: if there's a "story" to be somehow divined here, it's to be found in the subtle symphony of human, mechanical and even animal (whose is that dog?) noises – which are so diverting that never for a moment notice the fact that there's hardly any dialogue in the movie at all. Alonso meanwhile bookends the "action" with two blasts of loud electric-guitar music which provide suitably mood-enhancing punctuation. The cumulative effect is stunning and spellbinding: a spooky, darkly witty journey around a "cinema" that's also a bold journey around, into – and perhaps even beyond - cinema itself.
da qui

2 commenti:

  1. Probabilmente, e in attesa di Jauja, il migliore Alonso: film incredibile, pieno di dignità e di rispetto nei confronti del cinema. Tra l'altro, l'influenza minglanghiana è palese, tant'è che nell'Atlante lo stesso Alonso dice di aver pensato questo film come una sorta di risposta al GDI di Tsai.

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    1. sì, il cinema, il film che scorre sullo schermo, la sala sono protagonisti, hanno vita propria, in Argentina e a Taiwan.

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