venerdì 28 novembre 2014

Shiner – John Irvin

raramente capita di vedere per un film grandi lodi e stroncature estreme.
"Shiner" è uno di quei rari film.
si tratta di un boss che vuole riuscire in un'impresa speciale, fare bella figura in società e fare il gioco sporco, questa volta col figlio deludente, dal suo punto di vista.
da una storia d'imbroglio si scivola verso il dramma totale e non si salva più nessuno. 
a me è piaciuto, non è un capolavoro, ma è un film che si vede bene, e poi c'è Michael Caine - Ismaele





…Shiner vede all’opera un gigantesco Michael Caine, istrione da manuale, motore dell'intera pellicola, capace di disegnare un personaggio che, malgrado l'efferatezza, riesce a conquistare la simpatia del pubblico. In un'ambientazione originale, tra sfarzo e kitch, tipici ingredienti di ogni incontro pugilistico, il film presenta una serie di personaggi che sanno chiarire il valore del loro ruolo. E Londra non si è mai vista così, con bagliori in stile Las Vegas e tipacci di ogni risma, con i quali Caine-Billy gioca come il gatto col topo. Un noir sfrangiato e veloce, che gioca i suoi 96 minuti con ritmo incalzante, una "crime story" impietosa che Caine, doppiato stavolta da Oreste Rizzini, rende indispensabile.

It seems odd to think that Shiner started life as a Shakespeare play but, really, that's how it happened and the end result of Scott Cherry and John Irvin's take on King Lear is the Bard does boxing.
Owing more to rhyming slang than rhyming couplets, Michael Caine shows a return to form here as Billy 'Shiner' Simpson, a "cheap little boxing promoter" on the verge of his lifetime's ambition - to have a champion, in the form of his son Eddie 'Golden Boy' Simpson (played adeptly by Matthew Marsden). The stage is set for his boy to win, but tragedy and deception loom at every turn, as the seeds he has sown in the past come to bear terrible fruit…

Un film noir, a mio modo di vedere, che non perde mai e dico mai ritmo e che segue il protagonista sommo e le pedine che egli muove, con occhio realistico e mai indulgente. Si menano, sul ring e fuori, senza speranza e forse desiderio, di redenzione. Un film che ha a che fare con la tragedia greca, il suo protagonista ricorda quei meravigliosi personaggi tragici, da un lato corre verso ciò che anela, nell’inconsapevolezza che, alle sue spalle, il destino ha già scelto. Perché la tragicità sta in questo, nel non voler accettare il proprio essere un, perennemente, destinato alla sconfitta…

Rino Tommasi usa dire che il primo Rocky è un bel film fino a quando i pugili non salgono sul ring. Shiner è un brutto film fino a quando i pugili non salgono sul ring, poi da brutto diventa osceno. Ma la boxe, pur nella sua non-credibillità, non influisce più di tanto sulla mediocrità della pellicola: Shiner è un film di gangster, di bad boys, piuttosto banale e un po’ frustrante, che forse si basa troppo sull’impatto emotivo che il personaggio protagonista dovrebbe avere sullo spettatore…

I must say that the movie is still made watchable because of one simple reason; Michael Caine. It's a role that is very typical for him and that he suits so very well. He was good in those kind of roles 30 years ago and he's still good at it now. He plays a tough ruthless boxing promoter, with questionable motives and friends, who also happens to have a son who is on his way of becoming the next big man of boxing. An over ambitious proud father, with a shady past and present is a combination that of course calls for trouble. And trouble he gets within this movie. Do we care however? I don't think so. "Shiner" is a very uninvolved movie with a too weak script to let this movie ever rise above the level of average.
A movie you can really easily do without.

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