un film di tono agiografico, e in forma
schematica.
sono molto fastidiose, o anche peggio, la
preparazione delle foto, e le foto, con le tribù a rischio estinzione, quelle
persone sono come degli oggetti in quelle foto artistiche.
detto questo, vedere alcune foto (dentro c'è un pezzo della storia del mondo) nello
schermo del cinema, e non a casa, su una rivista, vale il prezzo del biglietto -Ismaele
Magnificamente
ispirato dalla potenza lirica della fotografia di Sebastião Salgado, Il
sale della terra è un
documentario monumentale, che traccia l'itinerario artistico e umano del
fotografo brasiliano. Co-diretto da Wim Wenders e Juliano Ribeiro Salgado,
figlio dell'artista, Il sale della terra è un'esperienza estetica esemplare e
potente, un'opera sullo splendore del mondo e sull'irragionevolezza umana che
rischia di spegnerlo. Alternando la storia personale di Salgado con le
riflessioni sul suo mestiere di fotografo, il documentario ha un respiro
malickiano, intimo e cosmico insieme, è un oggetto fuori formato, una preghiera
che dialoga con la carne, la natura e Dio…
…Mi hanno alquanto
disturbato anche le visite di Salgado in nicchie etniche e tribali remote,
incapsulate, senza contatti o quasi con il mondo esterno. La prima – in
apertura di film – in una tribù di Papua Nuova Guinea insieme con lo stesso
Wenders, la seconda in una comunità amazzonica rimasta sconosciuta fino agli
anni Ottanta. Scusate, non è venuto a nessuno il dubbio che si potesse trattare
di intrusioni indebite e a rischio (per le comunità visitate, ovvio)? Ma era il
caso? Questa attenzione ai popoli più periferici non rischia di somigliare un
po’ troppo alla voluttuosa curiosità (al voyeurismo?) del nostro Ottocento per
tutto ciò che era considerata primitivo e selvaggio? Insomma, non è che si
ripiomba nel solito vecchio, e per niente caro, esotismo? Scusate, ma io non ce
l’ho proprio fatta a voler bene a questo film, faticando parecchio a starmene
in sala fino alla fine. Fatico pure a capire che se ne parli in toni estatici
come di un capolavoro assoluto. Non lo è. (Ecco, di Salgado trovo davvero meravigliose
e davvero grandi, oltre che accettabili, le grandi immagini riprese da lontano,
quelle panoramiche brulicanti di centinaia e centinaia di umani come in un Brueghel
disperato, dico le immagini degli uomini nudi nel fango delle cave d’oro del
Perù o quelle delle migliaia di uomini donne bambini nei campi di raccolta dopo
la fuga dalla carestia.)
…Il
sale della terra è un film di grande bellezza ma
complessa. Non permette allo spettatore di avere le classiche reazioni, il
pianto, il sorriso, la riflessione. Lascia interdetti perché semplicemente
quello che descrivono Salgado con suo figlio e Wenders alla regia, supera il
campo della parola, della spiegazione. Perché parola e immagini non sono
linguaggi sovrapponibili o completamente traducibili. Ognuno ha dei confini
diversi dall'altro e ognuno serve all'altro. E se il cinema mostra il non
detto allora è Arte.
Mentre
Salgado spiega una brillante analogia tra un rettile che ha fotografato ed un
guerriero medievale, si rimane incastrati in questo flusso di immagini e rapiti
da ragionamenti di chi il mondo lo ha visto e vissuto con sensibilità
elevatissima. Il sale della terra è l'uomo mentre distrugge se stesso, i
suoi simili e ciò che lo circonda. Ma c'è una speranza se sappiamo che da un
piccolo seme nasceranno alberi oltre i secoli. Il sale della terra è un film che ti schiaffeggia di meraviglia e terrore. Gli occhi non sanno
cosa fare più. Visione consigliatissima.
da qui
Visto ma non l'ho potuto recensire per buffi motivi :)
RispondiEliminaMagnifico da un punto di vista, terribile da altri.
Sono comunque contento di averlo visto, sia per scoprire Salgado che per conoscere meglio delle vicende umane davvero impressionanti.
Impossibile dare un voto o un giudizio, questo non è cinema e forse neanche un documentario.
Ma è lo sbattere in faccia il lavoro di un uomo e la disperazione di tanti uomini.
E fa male
"questo non è cinema e forse neanche un documentario", dici.
Eliminaforse questa è una chiave per avvicinarsi al film.