tutte e tre sono bravissime, ognuna a suo modo.
la sorpresa per me è Kristen Stewart.
momenti importanti sono un'apparizione e una sparizione, il film è una finzione al quadrato, in certi momenti distinguere fra realtà e finzione, fra recitazione e vita vera è davvero ostico, e qui sta il gioco e il fascino del film.
ma ancora mancava qualcosa, e ripensando al film, l'indomani, mi è venuto in mente che nei titoli di coda, fra gli interpreti, mancava un personaggio importante, il Tempo.
non sarà fra i film più memorabili dell'anno, ma è comunque una visione che non fa rimpiangere i soldi del biglietto e il tempo utilizzato, sicuro.
e come sempre il cinema rende più giustizia al film che non il salotto di casa, se non dovete fare due ore di strade di montagna per raggiungere la sala - Ismaele
…C’est un questionnement
humain relativement commun auquel doit faire face Maria mais délicatement
capturé par la caméra d’Olivier Assayas qui parvient à réunir un duo impensable
mais finalement convaincant entre Juliette Binoche et Kristen Stewart.
…Le nuvole di cui parla il titolo sono quelle che si
addensano sulla vallata del passo del Maloja, ma sono anche quelle che si
insinuano subdolamente nelle esistenze dei personaggi, che siano protagonisti o
comprimari. La spropositata ambizione di Assayas si scontra con l'inconcludenza
delle scelte narrative, con l'estenuante effetto "ripetizione" delle
situazioni riprese, oltre che con un'eccessiva astrazione degli eventi reali
che si succedono sullo schermo. Ne viene fuori un'opera anodina, senza una
forma ben precisa, eccessivamente intellettuale e, per questo, al confine con
l'inconsistenza. Restano negli occhi, certo, i momenti di lancinante bellezza
che la macchina da presa di Assayas riesce come sempre a immortalare, gli
attimi più emozionanti scanditi dalla avvolgente colonna sonora e il colpo
d'occhio notevole di quelle cime lontane e irraggiungibili. Ma oltre a questo,
il senso profondo dell'opera rimane nascosto dietro un velo di superflua
complessità. La grandezza del regista francese è stata sempre nel riuscire a
scogliere per chiunque la complessità della vita: stavolta, invece, la sua opera
di interpretazione e semplificazione non è riuscita.
Il film
procede con una calma invidiabile, con la sicurezza di chi sa come dire quel
che gli preme e come lasciar sospeso ciò che desidera scatenare. Tra diverse
scomparse (alcune per la fine della vita, altre misteriose ma spiegabili) la
vita di questa grande attrice arrivata nella fase della maturità si scontra,
stride e poi, in un finale che non è troppo diverso da quello bellissimo e
conciliante di Clean, sembra distendersi di fronte all'inevitabile. Un piccolo
contrasto durante le prove e finalmente quel ruolo che sembrava non incastrarsi
bene con la sua vita le calza a pennello e tutto è in armonia, con un sorriso
che ha il sapore della grandissima chiusa.
Nella
Binoche che con pochi sguardi sembra tornare a comprendere il mondo che abita,
il momento che vive e quel che l'aspetta c'è una serenità contagiosa, perché
davvero come l'acqua le mille idee di Assayas sono ormai entrate ovunque senza
che ce ne accorgessimo.
…Sils Maria è un film quasi perfetto da un
punto di vista narrativo, dove introspezione psicologica, dramma e anche una certa
eleganza formale si fondono, creando uno spettacolo davvero piacevole. Juliette
Binoche è in splendida forma e non è escluso che, per questo ruolo, possa
addirittura ambire all'Oscar.
Ma se delle qualità della Binoche eravamo tutti abbastanza certi, la grande
sorpresa, stavolta, è rappresentata da Kristen
Stewart, la cui impeccabile e incredibilmente intensa performance l'ha
trasformata nel perno delle ossessioni della protagonista. Completa il quadro Chloë Grace Moretz (Jo-Ann)
specchio di una nuova generazione di adolescenti, di cui è l'idolo per
eccellenza. "Specchio" è proprio la parola adatta per definire il
gioco di riflessi in Sils
Maria, che culminerà in una sparizione, scena chiave del film. Infine,
Maria riuscirà a superare le sue nevrosi, abbandonando ciò che è stata per
entrare, al meglio, nella sua nuova parte (e stagione della vita)? Fondendo
realtà e finzione Assayas tenta una risposta alla domanda, che però rimane
incerta o, meglio, oggettiva, racchiusa negli occhi di chi guarda, nel film,
così come tra il pubblico.
…L’approche
esthétique est admirable tant chaque élément est vecteur de sens. Olivier
Assayas parvient notamment à transcender l’énergie et l’émotion de ses
protagonistes – à l’instar de Valentine dont l’effervescence est manifeste
d’entrée de jeu. Nourrissant
les effets de mise en abyme en recourant de manière plurielle à différents
médiums, il acte non sans humour de la révolution engendrée par Internet et la
numérisation.
Les jeux de miroir nourrissent sa
dramaturgie jusque dans la mise en scène. Le cadrage, où les effets d’opacité,
de reflet, de translucidité ou de surimpression sont loin d’être anodins,
permet au réalisateur d’exacerber une multitude de sentiments. L’emploi
de la musique participe à un même mouvement sensible. L’ensemble peut-il
paraître rhétorique qu’il atteste de la part d’Assayas d’une pleine maîtrise
des possibilités offertes par le médium cinématographique.
Si
Juliette Binoche est magistrale dans un rôle taillé sur mesure, Chloë Grace
Moretz, qui est détestable à souhait, n’est pas moins excellente. Toutefois
SILS MARIA révèle proprement Kristen Steward qui trouve enfin un rôle à la
mesure de son talent.
…Risulta
davvero arduo riuscire a trovare una motivazione forte alle spalle di Sils Maria: il
racconto della diva in crisi perché l’autore con cui aveva esordito è morto e
la pièce che deve riportare in scena a distanza di trent’anni la vede impegnata
nel ruolo antagonista a quello che interpretò appena adolescente procede
seguendo semplici meccaniche della narrazione, accumulando situazione su
situazione in una reiterazione pressoché infinita del medesimo schema. Non
giova al film l’annullamento del mondo esterno a favore di uno sguardo
focalizzato interamente sul Maria Enders e la sua fedele assistente Valentine,
che la segue in mezzo alle montagne, nel rifugio in cui la donna spera di
trovare l’ispirazione necessaria a superare tutti i suoi dubbi e i suoi traumi
inespressi…
… Dans Sils Maria, les actrices, délivrent
autant leur vision du Cinéma, par leur jeu hyper précis et juste, que
le réalisateur y livre la sienne.
Il s’agit d’une réelle communion actrices/réalisateur.
Juliette Binoche est absolument exceptionnelle, dans son interprétation (?) de Maria Anders. Personnage certes écrit, mais habité. L’empathie ou plutôt la compréhension de ce personnage complexe est immédiate.
Kristen Stewart, la plus surprenante, adopte un ton neutre qui laisse pas mal de zones d’ombres et de doute sur son implication psychologique dans la vie de Maria Anders. Séduction? domination? Attitude résolument professionnelle?
Enfin, Chloë Grace Moretz en Jo-Ann Ellis à le dur rôle, de représentante d’une génération dépréciée par Maria Anders (par Olivier Assayas?) ; elle lui donne pourtant une présence crédible et respectable, qui existe par son mal-être, sans autre limite que celle de la reconnaissance médiatique. Une composition également troublante car pleine de contradictions assumées….
Il s’agit d’une réelle communion actrices/réalisateur.
Juliette Binoche est absolument exceptionnelle, dans son interprétation (?) de Maria Anders. Personnage certes écrit, mais habité. L’empathie ou plutôt la compréhension de ce personnage complexe est immédiate.
Kristen Stewart, la plus surprenante, adopte un ton neutre qui laisse pas mal de zones d’ombres et de doute sur son implication psychologique dans la vie de Maria Anders. Séduction? domination? Attitude résolument professionnelle?
Enfin, Chloë Grace Moretz en Jo-Ann Ellis à le dur rôle, de représentante d’une génération dépréciée par Maria Anders (par Olivier Assayas?) ; elle lui donne pourtant une présence crédible et respectable, qui existe par son mal-être, sans autre limite que celle de la reconnaissance médiatique. Une composition également troublante car pleine de contradictions assumées….
…Juliette
Binoche, particulièrement à l’aise dans cet exercice (on se souvient de sa
prestation dans "Copie conforme"qui brouillait également
brillamment les pistes), forme un impeccable duo avec l’inattendue Kristen
Stewart qui nous sort un jeu aussi subtil que le film. Elle incarne l’assistante jeune, connectée, dévouée et
parfois même confidente, à la perfection. C’est celle qui renvoie à la face de
Maria à quel point elle peut être en décalage avec son époque ou pleine d’idées
préconçues comme, par exemple avant sa rencontre avec la jeune actrice montante
qui lui donnera la réplique (Chloë Grace Moretz, elle aussi excellente).
Rythmé par d’excellents dialogues et enveloppé de mystère par une réalisation maitrisée préparant, tout au long de récit faussement ordinaire, une pointe de fantastique qui ne se révèlera qu’à la fin, "Sils Maria" soutient finalement bien mieux la comparaison avec le chef-d’œuvre de David Lynch, "Mulholland Drive", que le dernier film de Cronenberg.
da quiRythmé par d’excellents dialogues et enveloppé de mystère par une réalisation maitrisée préparant, tout au long de récit faussement ordinaire, une pointe de fantastique qui ne se révèlera qu’à la fin, "Sils Maria" soutient finalement bien mieux la comparaison avec le chef-d’œuvre de David Lynch, "Mulholland Drive", que le dernier film de Cronenberg.
Nessun commento:
Posta un commento