sabato 15 novembre 2014

Lo sciacallo (Nightcrawler) - Dan Gilroy

lo dico subito, questo è un film straordinario, il tempo (che è signore) dirà che è un capolavoro.
come per "Locke", uno sceneggiatore di serie A passa alla regia, per un'opera prima, e ne esce un film di una grandezza d'altri tempi.
un grande merito va a Jake Gyllenhaal, ormai uno degli attori migliori.
e uno di quei film che prende quota ogni minuto che passa e alla fine è davvero interstellare, cinico e cattivo, Lou è uno dei peggiori del mondo, ormai di successo, ma sa che il sorriso, la gentilezza, l'insistenza, il cinismo, la mancanza di scrupoli, di tutti gli scrupoli, sono le carte da spendere per il successo.
è un uomo che si fa da sè, nella giungla della vita, che lui contribuisce a rendere più giungla per tutti.
ognuno vede tante cose, la critica a certa tv, la critica al mondo in cui viviamo, ci sono molte cose dentro, certamente, ma sopratutto è Cinema.
vuoiti bene, vai al cinema, poi capirai perché - Ismaele





…La pellicola è inattaccabile, ogni scelta porta a un elogio: colpisce per l’intreccio; per la performance dei suoi protagonisti, in particolar modo quella di Jake Gyllenhaal (il cui sguardo a tratti induce soggezione); per la fotografia che rende ogni inquadratura la versione in movimento di un quadro di Hopper; per i dialoghi freddi, intelligenti ed equilibrati nella lunghezza e nella scelta lemmatica, velati di squisito sarcasmo; e per la colonna sonora, le cui note sono il tocco definitivo in un quadro da brividi.
“Lo Sciacallo” è un film notturno, cupo e buio. Catalizza lo spettatore e stimola la discussione. È un crime-thriller allarmante, è un noir angosciante, è un dramma dal triste realismo. È talmente bello da farci venir voglia di tornare in sala soprattutto quando scopriamo che il regista, Dan Gilroy, è uno sceneggiatore di successo qui alla prima esperienza dietro la macchina da presa.
Evviva il talento, evviva chi osa ed evviva la fantasia, che, talvolta, ci regala gran belle storie.

El cálido retrato que teníamos de la soleada california es desmitificado por completo, gracias a una acción que discurre íntegramente bajo la luz de una sempiterna luna llena. Las tomas diurnas son, en su mayoría, en interiores y tienen una función narrativa premonitoria —al igual que el amenazante acompañamiento musical—. La mayor parte de las elipsis se producen, por tanto, durante las horas solares, dejando que la noche marque el tempo entre luces artificiales difuminadas por la gran profundidad de campo con la que Robert Elswit, asiduo colaborador de Paul Thomas Anderson y oscarizado por Pozos de ambición (There Will Be Blood, 2008), ha dotado a su fulgurante fotografía. Es precisamente este aspecto visual, aparte de las más que obvias secuencias de conducción de un deportivo a gran velocidad por las calles de Los Ángeles, lo que nos hace reencontrarnos con otra de las posibles fuentes de inspiración del realizador: Drive (2011) —seguimos con palabras mayores—. Estableciendo que la cinta de Winding Refn analizaba, a través de Ryan Gosling, la figura del ángel salvador, perseguidor de las causas justas y nobles, Jake Gyllenhaal podría estar representando a su antítesis en una nueva y perturbada personificación de la muerte. “Me gustaría decir que si alguien me ve, es porque está teniendo el peor día de su vida”, afirma, como si de la misma Parca se tratara, un espectacular Gyllenhaal en la cima de su carrera, consiguiendo hacer justicia a esa elocuente falta de signos de puntuación de la que hablábamos al comienzo con una interpretación sobresaliente y sobrecogedoramente persuasiva, tan convincente como su verborrea amoral —sin pausa entre palabras— y tan desquiciada como esa inquietante mirada inyectada en sangre que no hemos sido capaces de ver pestañear en las dos horas de duración. | ★★ |

É molto bella la maniera in cui l'imprenditore invasato di sogno americano di Jake Gyllenhaal parla con gli occhi spalancati, ascolta quel che gli viene detto, fa tesoro di ogni batosta e ogni insegnamento per arrivare al proprio traguardo. Uno svantaggiato che non ha avuto un'educazione vera e propria ma che ha imparato a trovare su internet tutte le nozioni di cui ha bisogno. Si applica, studia e lavora senza sosta, è insomma concepito come l'ideale statunitense Louis e appare a tutti gli effetti come un personaggio positivo, non fosse per quel dettaglio della mancanza di scrupoli e della sete di ambizione che ci viene rivelata fin dalla prima scena….

Il film ha certamente imperfezioni. Le potenzialità del rapporto fra Lou e Nina non appaiono pienamente sviluppate; nella seconda parte, non tutto appare perfettamente controllato e in generale a Lou sembra tutto troppo facile. Si tratta di limiti benvenuti a fronte soprattutto del ritratto di una Los Angeles più nera che mai, che si aggiunge alla fosca galleria di pellicole ambientate in una città che, sin dagli anni '40, il cinema statunitense ha eletto a scenario privilegiato per rappresentare la brutalità metropolitana.

…Gilroy mette in scena la voracità del mondo del lavoro, dei media, degli stessi lavoratori, smascherando l’animo nero dell’informazione televisiva, la sete di sangue e scoop, di indici di ascolto. Il punto di non ritorno, un collasso morale che coinvolge l’intera catena dell’informazione, a partire dagli spettatori affamati di carne umana, vogliosi di avere paura, di trovare un possibile nemico o pericolo.
È in questo humus imputridito che Louis Bloom (Gyllenhaal) può crescere a dismisura, sospinto dallo stesso sistema: talento e mostruosità coincidono, fertili e oramai inarrestabili. Un self made man sotto acido, ultimo stadio del sogno americano, dei quindici minuti wahroliani, dell’informazione fatta (solo) con una videocamera.
L’uomo con la macchina da presa ha incontrato l’occhio che uccide.
Un po’ meccanico in certi snodi narrativi e accompagnato da una colonna sonora a volte un po’ troppo invasiva,Lo sciacallo – Nightcrawler può contare sull’ottima performance di Jake Gyllenhaal, allucinato, ferino, costantemente borderline. Un predatore notturno di carcasse.
Gilroy restituisce i tempi folli dei montaggi televisivi ma riesce anche a costruire la tensione dilatando i tempi, immergendo lo spettatore in queste notti di caccia, prive di qualsiasi moralità. Più che interessanti le sequenze della rapina e della sparatoria, quando lo sbandato Louis Bloom è oramai diventato metteur en scène della realtà e delle notizie. Metalinguaggio secco, diretto, depurato da qualsiasi orpello.

…Anche l’esordio di Dan Gilroy farà nascere queste domande nella mente del pubblico poiché, con grande sapienza, plana dall’alto su dati quesiti, combinando l’atmosfera al cardiopalma del film, piena di dialoghi brillanti e senza punti morti, con la descrizione del personaggio di Lou Bloom. The Nightcrawler infatti, non è solo una sorta di denuncia di un ambiente senza scrupoli, ma anche un affresco della mente malata di un personaggio sui generis.
In conclusione, se desiderate vedere un thriller insolito, con un protagonista da brividi, questa è la pellicola che fa per voi: vi terrà incollati allo schermo fino all’ultima, sorprendente scena.

…la estrella mayor de esta constelación es Lou, un tipo que es sin duda un producto de la sociedad en la que vive, pero que posee la suficiente codicia y falta de escrúpulos para convertirse en el proveedor perfecto del engaño mediático, respaldado por una “educación” a base de Internet y de libros de autoayuda de la que se siente orgulloso (buen golpe a toda esa mierda pseudo motivacional).
¿Y quién mejor para encargarse de él que Gyllenhaal, quien se encuentra en una racha impresionante de ‘performances’ complejas y desafiantes que incluyen sus intervenciones recientes en “Prisoners”, “End of Watch” y “Enemy”, y que bajó considerablemente de peso para darle un aspecto reptiliano a este cuestionable ser de la madrugada?
En cuanto a las locaciones, fuera de las oficinas del canal de televisión y de algunos puntos de encuentro, “Nightcrawler” nos lleva en un viaje electrizante por parajes de la ciudad de Los Angeles que no han sido normalmente mostrados en el cine, y los rodea de elementos visuales distintivos que podrían generar un carácter de culto, como en el caso del Mustang rojo de Louis, que se convierte en un fiel compañero de sus aventuras; unas aventuras que, en desmedro de sus innumerables faltas éticas -o quizás debido a ellas-, despertarán sin duda la atención de los espectadores. Apaga la tele y entérate de la verdad con esto.
da qui

4 commenti:

  1. Jake Gyllenhaal straordinario, è cinema hai ragione, come sempre.

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    1. mi sa che parlerò di un film che fa schifo parlandone bene, e vediamo se il come sempre diventa quasi sempre:)

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  2. aaaaaaaaaaah questo lo aspetto da qualche giorno, speriamo di vederlo presto :)

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    1. e vedrai uno dei film più belli dell'anno, sono certo sarà così anche per te :)

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