lunedì 20 luglio 2020

13th (XIII emendamento) – Ava DuVernay

Il grande pregio del film è che tutto è documentato, Ava DuVernay 
(qui un suo grande film) mette in fila tutti i dati e il quadro che ne esce è inquietante.
la schiavitù fu abolita con il XIII emendamento, ma non fu reale libertà.
Votare e andare a scuola non era per tutti i neri, e la probabilità di un nero di passare anni in prigione negli Usa è stata ed è di molte volte superiore alla probabilità che hanno le altre etnie.
le parole e i numeri e le testimonianze nel film dicono che non è casuale, che l'economia e i conflitti d'interesse, le lobby e le decisioni giuste al momento giusto hanno reso Black Lives Matter il movimento necessario per salvare i neri, e tutti.
La forza di BLM è che non avendo una struttura gerarchica è impossibile isolare e far sparire i capi, come era successo alle Pantere Nere, e non solo.
Chi interviene, a partire da Angela Davis, è chiarissimo, i testimoni sono chiarissimi, il pericolo è che tutto cambi per restare come prima.
non perdetevi questo film, poi saprete perché - Ismaele



QUI il film completo, con sottotitoli in italiano


La domanda che viene continuamente posta fra le righe è se gli afroamericani siano mai stati realmente “liberi” in America. Certamente oggi sono più liberi dei loro antenati, ma la domanda relativa alla libertà intesa come quella dei loro compatrioti bianchi rimane comunque nell’aria. La riflessione finale che presenta il documentario rivela che un cambiamento è in effetti possibile, ma solo se proveniente dai cuori e dalle menti delle persone. Non bisogna aspettare che i politici o gli attivisti facciano tutti da soli, ognuno di noi deve cambiare le cose nel suo piccolo.
13th è un intelligente, potente e importante film, capace di informare e far riflettere su argomenti di cui magari si sapeva poco o nulla, capace inoltre di risvegliare le persone e far rendere loro conto di quanto non gli importasse tutto ciò. Tutto questo rende 13th di Ava DuVernay un incredibile documentario da vedere assolutamente.

Gli Stati Uniti detengono il record mondiale delle incarcerazioni e il combustibile che alimenta le statistiche è proprio la mitizzazione della criminalità tra la popolazione nera.
Studiosi, attivisti e politici analizzano la criminalizzazione degli afroamericani e il boom delle incarcerazioni negli USA, in un documentario che fa riflettere.
Il tredicesimo emendamento della Costituzione degli Stati Uniti, da cui prende il titolo il documentario di Ava DuVernay, afferma: “Né schiavitù o servitù involontaria, eccetto che come punizione per un crimine per cui il soggetto dovrà essere debitamente incarcerato, esisterà sul suolo degli Stati Uniti, o in ogni altro luogo soggetto alla sua giurisdizione.”
La questione razziale statunitense infatti non è qualcosa che ha a che fare solo con il razzismo, come comunemente lo intendiamo. Dietro a tutto quello che ha portato alla nascita di movimenti come Black Lives Matter ai nostri giorni, e prima ancora ai movimenti dei diritti civili degli anni Sessanta e Settanta, alla politica di figure come Martin Luther King, Malcolm X o le Black Panthers, c’è qualcosa di più complesso; Questo qualcosa è la schiavitù, l’importazione forzata e violenta di corpi neri dalle coste dell’Africa nel continente americano affinché questi corpi divenissero forza lavoro a costo zero. Dovrebbe essere chiaro, quindi, come la questione razziale statunitense non debba solo essere affrontata su basi etiche e etniche, ma considerando anche nel rapporto tra bianchi e neri, da secoli, sono in ballo faccende che riguardano il potere, il controllo autoritario e il dato economico.
Dovrebbe, ma non lo è.
Perché la questione nera è sempre questione di corpi: corpi “animaleschi”, corpi da controllare e ingabbiare, corpi da far lavorare.
Perché, e lo dicono gli stessi protagonisti del film, se non si capisce che tutto nasce e torna alla schiavitù, e al complesso intreccio di potere, controllo e sudditanze economiche che sono al cuore della questione razziale negli Stati Uniti, non si potrà mai affrontare compiutamente il problema delle relazioni tra popolazione bianca e popolazione nera negli States.
E 13th toglie a molti tutti i loro alibi.

Forse mai come oggi, in cui in maniera preponderamente i riflettori del mondo sono puntanti su una questione tanto vecchia quanto urgente, XIII emendamento è un’opera necessaria. Necessaria nelle scuole per educare le generazioni future, perchè la storia venga mostrata per ciò che fu veramente. Ma anche negli uffici pubblici, ai politici che la storia stessa l’hanno plasmata a loro piacimento, per il favore delle masse.
Prima ancora che politica dunque, la vocazione di XIII emendamento, è storica. Ancora una volta lo strumento cinematografico può essere una potente arma per istruire la collettività. The Birth of A Nation contribuì in maniera criminale non solo a rafforzare il razzismo endemico dell’America del primo Novecento, ma anche al suo futuro propagarsi nel suo tessuto sociale. Così XIII emendamento deve coadiuvare la rottura di un circuito pregiudizievole e ineducato.
Nell’era dell’informazione e della condivisione, abbiamo il dovere di non rimanere semplici spettatori, ma di diventare attivi fautori del cambiamento che tutti noi meritiamo.




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