nessuna recensione è oggettiva, questa
meno che mai.
Jacques Brel ha diretto due film (qui l’altro,
“Franz”); " Le Far West " è un film non perfetto, una storia strana e folle, forse, ma ha un'anima.
bisogna farsi prendere per mano da Jacques Brel, e dai suoi amici, che cercano un sogno, e non provano a viverci dentro, loro lo vivono davvero.
Jacques Brel è un cantautore e cantante immenso, un artista come pochi.
diceva Totò: "Signori si nasce, e io lo nacqui, modestamente!".
a provare amore, stima, devozione, quello che volete voi, per Jacques Brel si può sempre imparare, io per esempio ho studiato il francese per poter riuscire ad ascoltare meglio le sue canzoni.
in realtà questa non è una recensione, direbbe Magritte, forse è più una dichiarazione d'amore.
e però potete leggere una recensione sotto e vedere un concerto del 1963, a Knokke-Le-Zoute (nel secolo scorso c'eravamo arrivati in bici da Bruges, e nella spiaggia c'era un campionato di castelli di sabbia, cose mai viste, ma questo non c'entra, e chiudo la parentesi).
intanto guardate questo film (entrambi i film è meglio), e ascoltate le sue canzoni, vogliatevi bene - Ismaele
bisogna farsi prendere per mano da Jacques Brel, e dai suoi amici, che cercano un sogno, e non provano a viverci dentro, loro lo vivono davvero.
Jacques Brel è un cantautore e cantante immenso, un artista come pochi.
diceva Totò: "Signori si nasce, e io lo nacqui, modestamente!".
a provare amore, stima, devozione, quello che volete voi, per Jacques Brel si può sempre imparare, io per esempio ho studiato il francese per poter riuscire ad ascoltare meglio le sue canzoni.
in realtà questa non è una recensione, direbbe Magritte, forse è più una dichiarazione d'amore.
e però potete leggere una recensione sotto e vedere un concerto del 1963, a Knokke-Le-Zoute (nel secolo scorso c'eravamo arrivati in bici da Bruges, e nella spiaggia c'era un campionato di castelli di sabbia, cose mai viste, ma questo non c'entra, e chiudo la parentesi).
intanto guardate questo film (entrambi i film è meglio), e ascoltate le sue canzoni, vogliatevi bene - Ismaele
Sarebbe veramente troppo facile sparare
a zero su Le
Far West, il secondo e ultimo film scritto e
diretto e ovviamente interpretato da Jacques Brel.
Le
Far West è l'episodio che ha messo fine alla carriera
cinematografica di Brel, ed è quasi riuscito a mettere fine alla sua carriera
artistica tout-court, se non fosse che l'irrefrenabile desiderio di esprimersi
lo ha portato a registrare nel 1977 il suo ultimo omonimo album.Le ragioni di
questo allontanamento stanno nell'ostilità con cui sia pubblico che critica
hanno accolto il film, che peraltro portava con sé un livello di attesa
piuttosto alto, dopo il suo inserimento nella selezione ufficiale del Festival
di Cannes del 1973 e l'ottimo esordio alla regia nel 1972 con Franz.
Si sa che più alta è l'attesa verso un
film, più cocente è la delusione quando la sua accoglienza è negativa, ma a
parte questo Le
Far West presenta effettivamente una serie di
errori e di incomprensioni che da un lato in parte giustificano il trattamento
ricevuto, dall'altro ne hanno reso un oggetto misterioso e da tutti dimenticato
su cui vale la pena tornare a riflettere.
Io credo che Jacques Brel avesse un
talento potenziale anche per la regia e la recitazione; non certo al livello
inarrivabile di cantante, poeta e performer mostrato durante la sua carriera
musicale, ma probabilmente un talento superiore alla media. Il problema è stato
che nel cinema Brel non ha trovato i Rauber e Jouannest che, incontrati alla
fine degli anni '50, gli hanno fatto spiccare il volo nel mondo della chanson.
Detto in altri termini, Brel aveva secondo me bisogno, sia come sceneggiatore
che come regista (e anche come attore) di un partner più esperto o
semplicemente più severo che ne disciplinasse e controllasse l'immensa capacità
creativa. Mancando questo, viene a mancare (come appunto in Le Far West) la capacità di trovare un linguaggio e una misura
del gesto registico e interpretativo necessari per comunicare al meglio il
senso del racconto.
Troviamo così in Le Far West innanzitutto un grosso errore 'tattico' di scrittura:
il film inizia con i personaggi già perfettamente delineati, e tali personaggi
(mi riferisco ai 3 protagonisti; Jack, Gabriel e Lina) non cambieranno di una
virgola durante tutto il film; questo fa sì che venga a mancare totalmente
l'effetto di sorpresa o di attenzione verso la trama, perché e chiaro fin da
subito che ci troviamo di fronte a personaggi donchisciotteschi che porteranno
avanti testardamente la loro missione senza cambiare il mondo e senza venirne
cambiati. Credo che almeno un accenno all'esistenza anteriore dei protagonisti,
un loro anche minimo dettaglio psicologico, avrebbe giovato molto all'interesse
del pubblico. A peggiorare le cose è la costruzione frammentata della trama,
nel senso che la storia, già di per sé molto esile, prosegue solo a forza di
episodi, ognuno solo debolmente legato agli altri e presentato in sequenza,
quasi come fossero canzoni che compongono un album. Non è un caso che a mio
avviso sia il finale la parte migliore del film, quando finalmente gli episodi
si intrecciano e vanno avanti in parallelo usando un linguaggio cinematografico
adeguato dato dall'uso del montaggio alternato. Per finire, non migliora la
situazione lo stile abbondantemente in uso nel cinema medio degli anni '70, che
oggi in molte situazioni appare piuttosto stucchevole e ridondante.
Ciò detto, non posso però limitarmi a uncahier de doléances,perché da conoscitore e appassionato di Brel non posso
non scorgere gli elementi di interesse di questo film. Intanto, chi conosce
bene Brel trova disseminati lungo il film alcuni degli elementi caratterizzanti
la sua opera artistica e la sua vita personale: dalla ripetuta citazione di Don
Chisciotte a certe battute sul Belgio che solo Brel poteva permettersi, per
finire con le numerose riprese fatte dall'aereo, che in quegli anni era il suo
passatempo preferito, così frequentato che doveva avergli evidentemente
'imposto' di usare con abbondanza il particolare punto di vista aereo per le
riprese. Da questo si deduce tra l'altro che il film è sicuramente costato
parecchi soldi (ci sono anche delle demolizioni di edifici non piccoli
appositamente realizzate) e quindi che il suo fallimento non è stato solo
artistico ma anche commerciale.
Ma il riferimento più importante e più
ovvio è quello relativo al discorso sull'infanzia. L'infanzia è stato uno dei
temi delle canzoni di Brel, non quello che ha più frequentato ma senz'altro uno
di quelli che ne hanno maggiormente marcato la distanza di qualità poetica nei
confronti della generalità degli altri cantautori. In Le Far West i personaggi sono tutti adulti, alcuni addirittura
anziani, ma lo sono solo anagraficamente, perché le cose che fanno e che dicono
li caratterizzano come bambini, o come adulti non cresciuti; si aggregano tra
di loro semplicemente per simpatia e vanno alla ricerca del loro Far West e
dell'oro in esso nascosto proprio come un gruppo di bambini (di quelli di
qualche decennio fa, certo!) andava all'avventura negli squarci di terreno
incolto ai bordi delle città o all'interno dei palazzi in costruzione.
Le
Far West è quindi interamente costruito sul concetto
tipicamente breliano che l'infanzia è il periodo della vita in cui gli
individui si formano il proprio immaginario, i propri sogni e obiettivi di vita
ma che una volta arrivati all'età adulta tutto ciò dovrà essere messo nel
cassetto e chiuso a chiave perché non potrà in alcun modo far parte della vita
delle persone adulte. Contro questo concetto Brel furiosamente combatteva
scrivendo i suoi testi e con le dichiarazioni rilasciate nelle interviste.
Quello che per tutti si può considerare come la normalizzazione dell'età
adulta, per Brel invece è la perdita della sincerità, del sogno, della purezza
infantile, della capacità di stare assieme agli altri, e bisogna quindi che
apra gli occhi e si dia da fare per cercare di riconquistare la propria essenza
perduta.
Se non si comprende e non si accetta
questo pensiero è impossibile anche minimamente apprezzare un film come Le Far West. Ed è proprio qui il punto: come può un pubblico di
adulti come siamo praticamente tutti noi, che sopravviviamo avendo archiviato i
nostri sogni, immedesimarsi nei personaggi del film o anche semplicemente
assecondarne i dialoghi e le azioni? È questa la grande sfida - clamorosamente
perduta - posta da Jacques Brel in questo film: convincere le persone che col
passare degli anni hanno dimenticato l'innocenza e la purezza dell'infanzia,
almeno per gli 85 minuti di durata di Le Far West,
a tornare a pensare come un bambino, agire come un bambino, avere la stessa
capacità di stupirsi, di indignarsi e di creare sogni che solo un bambino può
avere.
Questi sono concetti che Jacques Brel
riusciva splendidamente a trasmettere nei tre minuti di tempo di una canzone,
con la sua voce e presenza scenica e con il solo aiuto dei musicisti di
supporto. La realizzazione di un film, e soprattutto la creazione di un
linguaggio cinematografico che sia in grado di realizzare l'ambizione di Brel,
ovvero rappresentare i concetti e i pensieri più che le azioni, sono però opera
molto più complessa che non può poggiare sulle spalle di un uomo solo. Quindi Le Far West è, e temo sarà sempre di più, un film destinato al
circolo ristretto di sognatori irrecuperabili e di incondizionati appassionati
di Jacques Brel.
da qui
Brel che meraviglia. Ma dovrò colmare una delle mie infinite ignoranze i suoi film. Meno male che ci sei Ismaele. À bientôt
RispondiEliminai film sono difficili, diversi, bisogna entrare dentro, e fidarsi, senza pregiudizi.
Eliminacerto, pensare che Brel sia immenso aiuta:)
ma le canzoni di Brel le conosci o ti mancano?