venerdì 24 ottobre 2014

Buoni a nulla – Gianni Di Gregorio

"Buoni a nulla" non aggiunge niente ai due film precedenti di Gianni Di Gregorio, pensavo che Marco Marzocca facesse la differenza, ma è solo con il grande Corrado Guzzanti che Marco Marzocca è indimenticabile.
Gianni Di Gregorio è simpatico, tenero, ma ripetitivo, una sceneggiatura esile, fatta di una serie di sketch, non sempre riusciti.
dispiace dirlo, ma credo che questo sia un film dimenticabile.
vedete voi - Ismaele




…Se il già menzionato Pranzo di Ferragosto poteva aver rappresentato all’epoca una salutare boccata d’aria fresca, il resto della filmografia di Di Gregorio corre il rischio di sembrare un’eterna coazione a ripetere, sia pure con toni in apparenza differenti tra loro. E non basta far finta di essere diventati birbantelli – magari anche orientando la macchina da presa sul generoso décolleté di Valentina Ludovini – per poter fregiarsi del prestigioso ma tuttora vacante titolo di nuovo autore nello scombiccherato panorama del cinema leggero nostrano. Se non ci prova nemmeno un regista ormai sessantacinquenne – che dovrebbe quindi aver acquisito una qualche libertà creativa – alla sua opera terza ad uscire dal gregge da chi altri dovremmo aspettarcelo?

Scorre così tranquillo da essere trasparente e subito dimenticabile. Se mi vedi ti cancello. Con quella dose di buonumore posticcio, attraverso lo schema di un cinema che non cambia di una virgola. Non è tanto quello che si racconta, ma è quella ruffiana pigrizia che rende Buoni a nulla proprio l'esempio di un film asfittico. Ma che invece viene frainteso spesso come intelligente, garbato e che magari "offre uno sguardo lieve ma non banale sul prepensionamento". Certo, come no. Dove per magia i dentisti si trasformano in psicoterapeuti e i rospi in principi. Magari il personaggio di Marco era anche più interessante di quello di Gianni. Ma Di Gregorio, nella sua democratica gentilezza, gli lascia gli scarti. Perché il suo personaggio vuole essere anche un po' un Tati de' noantri. Saltella, non riesce ad attraversare la strada, cerca di scacciare la mosca come il postino di Giorno di festa. Da oggi stiamo più tranquilli: anche noi abbiamo il nostro Monsieur Hulot della Capitale. Rispetto a lui, parla solo un po' di più…

Buoni a Nulla racconta, come in tutti i film del regista, personaggi sinceri, con i loro problemi, le loro manie mentre affrontano le loro giornate; e anche questa volta Di Gregorio è riuscito a narrare la realtà attraverso un aspetto comico che coinvolge con grande affetto il pubblico. E arriva alla meta con successo, perché non fa mai perdere al suoi personaggi il necessario e importante senso di credibilità. 
Anche se verso la fine perde un po’ il mordente, e anche un po’ di ferocia - perché la vita ha il sesto senso cinico e i personaggi di Di Gregorio lo vestono alla perfezione - Buoni A Nulla ha ritmo, sfugge il tragico e ci gioca anche…

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