il film è avvincente e convincente, comico e serissimo, con una sceneggiatura a orologeria (di Sergio Donati), sarebbe da studiare nelle scuole di giornalismo, se esistessero le scuole e i giornalisti.
poi non sarà perfetto, forse ai suoi tempi era un film di serie B, con l'attore di successo della tv, e Luigi Zampa a fine carriera, visto oggi è un gran bel film.
ci hanno lavorato Ennio Morricone e Dante Ferretti, per togliere ogni dubbio ai dubbiosi.
a me è piaciuto molto, e così spero sia per voi - Ismaele
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il film completo
Penultimo
profetico film di Zampa, questa volta sulle ciniche deviazioni dei massmedia,
scritto da quel Sergio Donati che già nel 1972 aveva detto la sua in Sbatti il mostro in prima pagina di Bellocchio circa il modo in cui la
stampa manipola e ri-crea l'informazione. Protagonista per questo giallo
inusuale, un Dorelli informissima, scelta programmaticamente inusuale per il
genere. La presenza di Dorelli porta i toni del racconto a metà fra il dramma
tinto d'horror e la commedia, con il Johnny nazionale che parla con frasi e
prosodia che ricordano L'Abatantuono dei giorni nostri. Dietro tanti dialoghi
semiseri e caratterizzazioni bizzarre (vedi quella dell'industriale della
Baruffi Cosmetici interpretato da Palmer) il film nasconde, ma neanche troppo,
un'anima nera non da poco che profetizza una società in cui i lettori cercano
roba "volgare, violenta aggressiva, nevrotica, senza nessuno scrupolo
esattamente come è la gente e il mondo a cui è destinata", come ben
chiaramente espone il figlio del capo del quotidiano al padre che, almeno a
parole, è ancora legato ad un modello di giornalismo non sensazionalista.
Diseducativo al massimo fin dalle prime battute che vedono Dorelli dare pessimi
consigli al figlio, il film dipinge un mondo di persone avide di successo
disposte a tutto per averlo. Modernissimo. Tutta la morale impacchettata nel
giallo di tradizione argentiana, con tanto di primissimi piani dell'occhio del
killer e soggettiva di visione dell'assassino. Il killer però questa volta usa
un martello. Film valido, anche dal punto di vista tecnico e del cast; una
piccola parte anche per Sydney Rome. Sarebbe bello definirlo un giallo
grottesco ma Il Mostro è definibile piuttosto una tragicomica
riduzione cinematografica della realtà quotidiana. Bello e cupo il finale.
…Film cupo, cinico e assolutamente spietato nel
ritrarre la figura di un giornalista disposto a tutto pur di tornare nel grande
giro ma capace solo di mantenersi a galla in un mondo ben più corrotto e
indecifrabile di quello che riesce a descrivere con la sua pericolosa fantasia.
Ventisei anni dopo L’asso nella manica di Wilder, Zampa e
lo scrittore Sergio Donati tornando a riflettere sulle
devianze dei mass media e la natura situazionale della violenza scegliendo un
registro sempre in bilico tra dramma e commedia nera. L’operazione riesce fino
all’improbabile finale dove solo la straordinaria prova di Dorelli (degno
custode dell’anima nera di Charles “Chuck” Tatum ma anche ispirato dal Tognazzi visto
all’opera nell’episodio L’educazione sentimentale de I Mostri) impedisce di far
scadere il tutto nella farsa.
Ottimi i dialoghi, come le caratterizzazioni (spesso
impietose) dei personaggi di contorno a cominciare dalla moglie del
protagonista che non perde mai l’occasione di manifestare al fragile e
disadattato figlio, tutto il suo disprezzo per l’ex compagno di vita (“Lo
sciacallo è una bestiaccia schifosa e vigliacca che non ha il coraggio di
battersi con gli altri animali per procurarsi il cibo, allora segue le bestie
più forti, e quando queste hanno finito di mangiare, si prende gli avanzi”).
Non latita del tutto la suspense anche se gli autori
stemperano costantemente i toni con scene più grottesche come quella della
riunione redazionale dove giornalisti e creativi avanzano le loro proposte per
sfruttare al massimo l’appeal del mostro presso tutte le fasce di pubblico:
(“Noi dei fumetti abbiamo pensato a due nuovi personaggi; questo è Viperix il
massacratore inafferrabile – andrebbe bene fra gli otto e i dodici anni – Per i
più grandicelli abbiamo creato Mostrella che va più sul sadomasochista porno”).
Grandioso anche Renzo Palmer nel ruolo
di un industrialotto che vuole commerciare prodotti legati al killer (il
Rossetto mistero). Per lui solo una piccola parte ma è davvero irresistibile
nella sequenza in cui spaventa Barigozzi nascondendosi dietro un inquietante
bambolotto gonfiabile realizzato a fini pubblicitari…
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