martedì 21 ottobre 2014

Il mostro – Luigi Zampa

leggi Johnny Dorelli e dici chissà, poi leggi che il regista è Luigi Zampa e allora non ci sono dubbi, Luigi Zampa è stato un grande regista, di quelli di secondo piano ai suoi tempi, oggi sappiamo che era di valore assoluto.
il film è avvincente e convincente, comico e serissimo, con una sceneggiatura a orologeria (di Sergio Donati), sarebbe da studiare nelle scuole di giornalismo, se esistessero le scuole e i giornalisti.
poi non sarà perfetto, forse ai suoi tempi era un film di serie B, con l'attore di successo della tv,  e Luigi Zampa a fine carriera, visto oggi è un gran bel film.
ci hanno lavorato Ennio Morricone e Dante Ferretti, per togliere ogni dubbio ai dubbiosi.
a me è piaciuto molto, e così spero sia per voi - Ismaele





QUI il film completo



Penultimo profetico film di Zampa, questa volta sulle ciniche deviazioni dei massmedia, scritto da quel Sergio Donati che già nel 1972 aveva detto la sua in Sbatti il mostro in prima pagina di Bellocchio circa il modo in cui la stampa manipola e ri-crea l'informazione. Protagonista per questo giallo inusuale, un Dorelli informissima, scelta programmaticamente inusuale per il genere. La presenza di Dorelli porta i toni del racconto a metà fra il dramma tinto d'horror e la commedia, con il Johnny nazionale che parla con frasi e prosodia che ricordano L'Abatantuono dei giorni nostri. Dietro tanti dialoghi semiseri e caratterizzazioni bizzarre (vedi quella dell'industriale della Baruffi Cosmetici interpretato da Palmer) il film nasconde, ma neanche troppo, un'anima nera non da poco che profetizza una società in cui i lettori cercano roba "volgare, violenta aggressiva, nevrotica, senza nessuno scrupolo esattamente come è la gente e il mondo a cui è destinata", come ben chiaramente espone il figlio del capo del quotidiano al padre che, almeno a parole, è ancora legato ad un modello di giornalismo non sensazionalista. Diseducativo al massimo fin dalle prime battute che vedono Dorelli dare pessimi consigli al figlio, il film dipinge un mondo di persone avide di successo disposte a tutto per averlo. Modernissimo. Tutta la morale impacchettata nel giallo di tradizione argentiana, con tanto di primissimi piani dell'occhio del killer e soggettiva di visione dell'assassino. Il killer però questa volta usa un martello. Film valido, anche dal punto di vista tecnico e del cast; una piccola parte anche per Sydney Rome. Sarebbe bello definirlo un giallo grottesco ma Il Mostro è definibile piuttosto una tragicomica riduzione cinematografica della realtà quotidiana. Bello e cupo il finale.

…Film cupo, cinico e assolutamente spietato nel ritrarre la figura di un giornalista disposto a tutto pur di tornare nel grande giro ma capace solo di mantenersi a galla in un mondo ben più corrotto e indecifrabile di quello che riesce a descrivere con la sua pericolosa fantasia.
Ventisei anni dopo L’asso nella manica di Wilder, Zampa e lo scrittore Sergio Donati tornando a riflettere sulle devianze dei mass media e la natura situazionale della violenza scegliendo un registro sempre in bilico tra dramma e commedia nera. L’operazione riesce fino all’improbabile finale dove solo la straordinaria prova di Dorelli (degno custode dell’anima nera di Charles “Chuck” Tatum ma anche ispirato dal Tognazzi visto all’opera nell’episodio L’educazione sentimentale de I Mostri) impedisce di far scadere il tutto nella farsa.
Ottimi i dialoghi, come le caratterizzazioni (spesso impietose) dei personaggi di contorno a cominciare dalla moglie del protagonista che non perde mai l’occasione di manifestare al fragile e disadattato figlio, tutto il suo disprezzo per l’ex compagno di vita (“Lo sciacallo è una bestiaccia schifosa e vigliacca che non ha il coraggio di battersi con gli altri animali per procurarsi il cibo, allora segue le bestie più forti, e quando queste hanno finito di mangiare, si prende gli avanzi”).
Non latita del tutto la suspense anche se gli autori stemperano costantemente i toni con scene più grottesche come quella della riunione redazionale dove giornalisti e creativi avanzano le loro proposte per sfruttare al massimo l’appeal del mostro presso tutte le fasce di pubblico: (“Noi dei fumetti abbiamo pensato a due nuovi personaggi; questo è Viperix il massacratore inafferrabile – andrebbe bene fra gli otto e i dodici anni – Per i più grandicelli abbiamo creato Mostrella che va più sul sadomasochista porno”).
Grandioso anche Renzo Palmer nel ruolo di un industrialotto che vuole commerciare prodotti legati al killer (il Rossetto mistero). Per lui solo una piccola parte ma è davvero irresistibile nella sequenza in cui spaventa Barigozzi nascondendosi dietro un inquietante bambolotto gonfiabile realizzato a fini pubblicitari…

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