giovedì 29 agosto 2024

Il boss - Fernando Di Leo

i rapporti fra mafia e politica sono l'oggetto del film di Fernando Di Leo.

la Mafia vince, lo Stato perde, come nella realtà.

una sceneggiatura solida e verosimile non ti fa annoiare neanche un minuto, attori bravi nelle mani di un grande e dimenticato regista sono gli elementi di un gran film.

buona (mafiosa) visione - Ismaele

 

 

QUI si può vedere il film completo, su Raiplay

 

 


faccio fatica a considerare questo film un poliziesco:nei canoni del genere ci dovrebbe essere un ruolo precipuo per la polizia,ci dovrebbe essere almeno un indagine,invece qui non c'è nulla di tutto questo,c'è solo polizia che brancola nel buio,che fa tappezzeria o nel peggiore dei casi polizia corrotta.Il film di Di Leo è un noir cupo e violentissimo in cui si assiste alle dinamiche di carriera interne alla mafia,in cui si enuncia lo stretto connubio mafia politica(e scommetto che all'epoca il film non fu accolto bene da certa nomenklatura politica),in cui c'è lo sbeffeggiamento sistematico e continuo del concetto d'onore tanto caro alla mafia.Non esistono piu'uomini d'onore,il personaggio di Richard Conte nella seconda parte del film dice a un altro personaggio che lui ha una sola parola d'onore:peccato che non sia cosi'.Qui è tutto all'insegna della prevaricazione,tutti vengono meno alla parola data(addirittura il killer Lanzetta uccide quello che considera come suo padre per interessi dell'eltro boss),tutti cercano di fregare tutti.Il quadro che ne vien fuori è sconsolante e la cosa che preoccupa di piu'è il sospetto che tutto sia molto vicino alla realta'.Gli attori sono adeguati ai loro ruoli:la faccia di legno Silva funziona egregiamente,come anche l'apparente melliflua tranquillita'di Richard Conte.Mi ha impressionato di piu'la prova di Garko,nei panni del commissario che ha rapporti con la mafia per mirare a un ordine superiore,una prova di apparente assoluta nevrosi.Il finale non fa altro che aggiungere benzina sul fuoco,si chiude con un continua come a dire che il male trionfa e ancora continua a trionfare....

da qui

 

Uno splendido film d’azione, non noto come meriterebbe, come sempre nel caso di Di Leo. Più che per le scene d’azione, che sono da manuale, comunque il regista pugliese qui è da elogiare per la nitida descrizione del rapporto tra stato e mafia: un rapporto vivo,  intenso, decisivo per la sopravvivenza e il prosperare di entrambi (per quanto patologico per lo stato, cioè tutti noi), professionale, serissimo, di quelli in cui non ci si può permettere di sbagliare.

La simbiosi tra stato e mafia è resa benissimo, proprio nella sua accezione più tragica: è lo stato ad appiattirsi per essere mafia, più che il contrario. Sia chiaro: il rapporto è per lo più alla pari, e, drammaticamente, è fatto di convenienza reciproca, mentre la contrapposizione radicale è solo apparenza da sfruttare opportunisticamente e propagandisticamente. Tale contrapposizione non è mai reale, quando invece dovrebbe essere l’unica scelta da parte dello stato, senza alternative.

I mafiosi portano voti indispensabili ai politici: riescono a determinare la politica…

da qui

 

Tra i migliori Noir diretti dallo specialista Di Leo.Ad avercene di registi cosi.Ottimamente scritto e diretto splendidamente,con un inizio da antologia,è
un ritratto secco,spietato,durissimo del mondo della mafia e,sopratutto,del
binomio Mafia-Politica.All'epoca molte polemiche accompagnarono il film nelle
sale oggi questo scalpore non lo farebbe piu'visto che,come al solito,la realtà
ha ben presto superato la fantasia.Grandissime scene d'azione dirette con il
solito polso robusto da Di Leo che confeziona un apertura ad Hoc e un finale
al cardiopalma davvero impressionante,con un escalation di regolamento di conti
magistrale.Eccellente direzione degli attori che offrono,chi piu'chi meno,delle
prove esemplari.Bravissimi,in particolare Silva,Conte,Garko,Capponi e Caprioli.
Bellissima colonna sonora di Bacalov…

da qui

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