domenica 4 agosto 2024

Godless – Ralitza Petrova

Gana è un'assistente domiciliare in una cittadina bulgara anonima e grigia.

Gana ruba i documenti dei pazienti, che hanno un prezzo nel mercato nero.

Gana non sorride mai, ne ha proprio tutte le ragioni.

alla fine la sua corazza non funziona più bene e Gana riesce a commuoversi e anche a pentirsi (forse).

un film che merita.

buona (algida) visione - Ismaele


 

 

Film dai ritmi tutt'altro che frenetici Godless ci presenta certamente una regista che ha ben in pugno la storia, che si serve di una tecnica di ripresa molto realista, che varrà la pena seguire da vicino e che, e qui viene il vero punto dolente della pellicola, sembra volere accentuare in maniera quasi manieristica lo squallore dell'ambientazione, partendo dalle strade scalcinate per finire ai paesaggi urbani da edilizia sovietica passando persino attraverso una orgia quasi grottesca ; il calcare troppo la mano su questo tipo di atmosfere toglie qualcosa al film, creando quasi un clima artificioso: una elegia del degrado insomma francamente forzata.

Ma al di là di questo Godless possiede indubbiamente buone qualità, universalmente riconosciute dalla sequela di premi racimolati, tra i quali anche quello per la migliore attrice al Festival di Locarno: in effetti la prova della esordiente Irena Ivanova è sorprendente per come riesce a compenetrare un personaggio che contiene dentro di sè tutte le contraddizioni che sono quelle di una società intera.

da qui

 

l’esordiente e folgorante Ivanova, che si porta a casa – sempre da Locarno – il premio dedicato alla migliore attrice.
L’accettato annullamento di Gana è lento come la narrazione di Godless: il film abbraccia quei tempi di narrazione silenziosi e genuflessi, con dialoghi minimali e lunghissime pause. È cinema alto, viscerale; impegnato, ma anche impegnativo.
Dopo novanta minuti amari e disillusi, di un drammatico realismo che azzanna alla gola, arriva una chiusura ambigua e nebulosa che complica un po’ l’interpretazione, la redenzione e le implicazioni “teologiche”.

Mai come in questo caso il titolo della pellicola sintetizza tono, messaggio ed essenza di ciò che la sua regista vuole inquadrare: lo scorcio di Bulgaria che esplora è una terra arida e dimenticata, quasi ripudiata da qualsiasi entità superiore, con le fetide azioni umane senza limiti, esentate dai castighi divini e concesse da quelli autoritari.
La tragica e logora umanità di Godless è a pezzi e fredda come una chiesa sconsacrata, talmente lontano dalla luce che la sua anima, quasi, non esiste neanche più.

da qui

 

Una sale de ver una película como Godless y no puede evitar fantasear con cómo sería la reacción si la cinta llegara a las manos de algún técnico, digamos de la Oficina de Turismo de Bulgaria, y es que el panorama que Petrova presenta de su país en su debut en el largo, más allá entendemos de la honorable fachada de la capital, Sofía, dista de ser halagüeño. No nos sorprende el qué, ya que no deja de ser combustible inagotable en las cinematografías de los países de Europa del Este el reflejar el entramado de corruptelas institucionales y la degradación de las estructuras sociales y las consecuencias de ello sobre la moral individual de sus ciudadanos; quizás lo que nos sorprenda sea el cómo, o más bien cómo Petrova se esfuerza en mantener un tono digamos alto y sin pausas en su relato de cuán deprimente, cuán desesperanzado y cuán degradado es el día a día de los protagonistas de la cinta.

Con esto no querría subirme al carro de las críticas, que en similar dirección, ha recibido Godless sobre todo a raíz de llevarse el Leopardo de Oro en Locarno (la cinta tampoco se ha ido de Sarajevo con las manos vacías). Que vaya por delante que a mí la película de Petrova me ha gustado (aunque ello me haga plantearme qué tipo de tara psicológica arrastro para mantener este tipo de afinidades en lo cinematográfico), pero a diferencia de lo que la directora ha comentado en alguna entrevista, si mal no recuerdo, no comparto que el mensaje llegue con menos fuerza, si es un mensaje lo que quieres transmitir, si nos permitimos introducir otro tipo de elementos que de alguna forma “aflojen la cuerda” posibilitando cierto alivio al espectador, y ahí tenemos decenas de muestras no muy alejadas geográficamente que lo demuestran…

da qui

 


Nessun commento:

Posta un commento