venerdì 27 ottobre 2023

L'ARIA CHE TIRA - Giulio Sangiorgio

Alla luce delle ultime notizie che riguardano il futuro, anzi il presente, del rapporto tra le istituzioni e il cinema italiano, questa settimana pubblichiamo qui due contributi che vengono direttamente dal settimanale Film Tv e che affrontano l'uno la politica con cui vengono ripartiti i soldi ministeriali destinati a festival, premi e rassegne e il secondo i ventilati tagli dei finanziamenti al sistema industriale cinematografico italiano e le reazioni scomposte di certa stampa che coglie l'occasione per scagliarsi contro nemici antichi, a sproposito. Il tutto mentre il ministro Sangiuliano continua nella sua opera di smantellamento/rinnovamento nominando Pietrangelo Buttafuoco come nuovo presidente della Biennale di Venezia, una decisione che molto probabilmente si tradurrà in ulteriori cambiamenti nelle varie sezioni di cui si occupa la Fondazione tra le quali naturalmente c'è anche il cinema e la relativa Mostra.

Cercare un criterio
Pubblicate le graduatorie dei finanziamenti ministeriali a festival, premi e rassegne. Una traccia precisa della politica culturale italiana. Una di quelle prove provate dello status quo di cui nessuno scrive, per timore di effetti collaterali su carriere - quelle di giornalisti cinematografici, critici e programmer - d’estrema precarietà. Lo facciamo noi.

Primeggia, come d’abitudine, Giffoni, con 950 mila euro, a cui assommarne 50 mila per Giffoni Macedonia. Poi ci sono i soliti noti, a cominciare dall’impero di premietti di Pascal Vicedomini, che s’intasca 210 mila euro per Capri Film Festival (60 mila in più del 2022), 200 mila per il Global Film Festival di Ischia (50 in più) e 95 mila per il Los Angeles, Italia Film Festival. Anche le premiate ditte dei fratelli Casadonte aumentano la loro rilevanza, con il Magna Græcia Film Festival che celebra i suoi 20 anni (e 17 film in programma, la maggior parte dei quali già usciti in sala) con 250 mila euro, a cui aggiungere 100 mila per il Magna Graecia Experience III (rassegna dedicata agli studenti) e 25 mila per il premio Fondazione Mimmo Rotella. La Agnus Dei di Tiziana Rocca si porta a casa 100 mila euro per Filming in Italy in Sardegna 2023, 80 mila per Filming Italy Best Movie Award, 120 mila per Filming Italy Los Angeles, 80 mila per Filming Italy Il cinema incontra l’arte. Tutto si può dire, ma non che questi eventi promuovano il cinema come ricerca, storia, linguaggio. Al limite come evento culturale, pretesto mediatico, passerella.

Gerarchie dadaiste
Si escluda da questo discorso l’intelligente rilancio di Bellaria a opera della startup Approdi, che lascia al palo festival di simile qualità e misura e si garantisce un futuro roseo con 100 mila euro in più rispetto ai 60 dello scorso anno, finendo nella fascia alta del reddito (anche in queste tabelle non esiste la classe media) con un programma lodevole dedicato al cinema indipendente italiano (parola chiave, che non vale per Presente italiano di Pistoia, non finanziato). La gerarchia che si viene a creare mettendo in ordine i finanziamenti è dadaista, se si valutano i programmi: il Festival del cinema e della televisione di Benevento e il Comicon di Best Movie (120 mila euro a testa) valgono praticamente quanto le Giornate del cinema muto (135 mila) e la Settimana della critica (130 mila), festival storici come quello di Trieste (25 mila euro) contano metà di rassegne tanto lanciate nel futuro da non essere tracciate nemmeno da un proprio sito online (il Festival delle opere interattive, 50 mila euro), eventi con quattro film e tanti incontri sotto il sole come Marettimo (60 mila euro) contano quattro volte eccellenze d’alto livello come il Sicilia Queer di Palermo (15 mila).

Non si tratta di separare il bene dal male, ché ogni festival e rassegna ha un suo specifico, un suo perché, un suo valore territoriale indiscutibili, ma di capire: che i film per il governo sono strumenti per eventi ulteriori, che la commissione non valuta la qualità cinematografica dei programmi ma fattori differenti, che il mestiere del dirigente di un festival è soprattutto politico, non cinematografico. Che dire? Orgoglio italiano.


 da Film Tv n° 43 

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