domenica 15 ottobre 2023

L'imprevedibile viaggio di Harold Fry - Hettie Macdonald

arriva un momento che uno non ce la fa più a sostenere un peso insostenibile.

così per caso va a trovare a piedi un'amica che muore, convinto che riuscirà a vederla prima della fine (come anni prima ha fatto Werner Herzog)

e il tempo del viaggio gli permette di fare i conti con la sua vita, a rivivere il suo rapporto col figlio, e ritrovare la moglie. 

Jim Broadbent è straordinario, come sempre, e Penelope Wilton non è da meno.

non sarà un capolavoro, ma è un film che ha molto da dire, e lo dice bene.

buona (coi piedi) visione - Ismaele


ps: 

scrive Antonio Machado

Caminante, son tus huellas

el camino, y nada mas;

caminante, no hay camino,

se hace camino al andar.

Al andar se hace camino, 

y al volver la vista atrás

se ve la senda que nunca

se ha de volver a pisar.

Caminante, no hay camino, 

sino estelas en la mar.

 

Viandante, sono le tue impronte 

il cammino, e niente più, 

viandante, non c’è cammino, 

il cammino si fa andando.

Andando si fa il cammino,

e nel rivolger lo sguardo

ecco il sentiero che mai 

si tornerà a rifare.

Viandante, non c’è cammino, 

soltanto scie sul mare. 

 

da qui

 

 

 

 

Il limite de L’imprevedibile viaggio di Harold Fry, al di là delle parentesi in cui la sospensione dell’incredulità scricchiola maggiormente (la presenza di un cane in gran parte del viaggio, per fare l’esempio più evidente) sta nella sostanziale prevedibilità tanto dei suoi sviluppi, quanto della backstory del protagonista, di cui intuiamo praticamente da subito i tratti. Il tono scelto dalla regista per raccontare la traversata del protagonista – probabilmente mutuato dalla fonte letteraria – rende fin da subito chiari le caratteristiche di “redenzione” della sua scelta di mettersi in cammino, e persino il rimosso della sua storia. Più che nei macroelementi che compongono la sua narrazione, quindi, i pregi del film di Hettie Mcdonald vanno cercati appunto nella sua dimensione più intima e nei suoi elementi meno manifesti: nelle nuances di una realtà familiare che rende molto meno “eroico” (e tuttavia non meno necessario) il viaggio di Harold, e in quegli incontri/scontri casuali con una galleria di personaggi generalmente ben cesellati, che aggiungono credibilità e sostanza a una vicenda che, nei suoi limiti, riesce comunque generalmente a toccare le corde giuste.

da qui

 

I temi affrontati dal film sono universali: il lutto, la perdita, il senso di colpa e la cura. Ma dentro questo film c’è anche tanta gioia. Harold, sorretto dalla grande interpretazione di Jm Broadbent, si rivela un eroe straordinario. Con il suo coraggioso salto nell’ignoto dimostra che è possibile guarire attraverso un atto di fede ed è possibile trovare lo straordinario nel quotidiano. Dentro Harold covano grandi inquietudini e conflitti interiori, ma il suo viaggio è emozionante, poetico. L’incredibile viaggio di Harold Fry è girato in ordine sequenziale: da Kingsbridge a Berwick-Upon-Tweed. 62 giorni dall’inizio della camminata, e mancano solo 30 km all’arrivo.

Il paesaggio che Harold attraversa, sia esso naturale che urbano, diventa qualcosa di più di uno sfondo, e il suo viaggio diventa un vero e proprio on the road della memoria. Basti pensare ai rapporti con coloro che il protagonista incontra lungo il tragitto: sono ritratti di un’umanità che sente il bisogno di condivisione anche quando finisce con il negare il bisogno stesso. Dentro L’imprevedibile viaggio di Harold Fry ci sono il desiderio di un’ultima, folle avventura, il peso del tempo che passa e che scorre inesorabilmente, la consapevolezza di dover chiudere i conti col proprio passato, ma anche la possibilità di trasmettere qualcosa al prossimo. L’eccezionale storia di Harold Fry ci dimostra che tutto è possibile. E la visione della vita del protagonista contribuisce a rendere il film coinvolgente ed emozionante.

da qui

   


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