domenica 15 ottobre 2023

Normale - Olivier Babinet

Lucie è una ragazzina di 15 anni che va a scuola, lavora in una panetteria, ed è l'unica persona che assiste il padre malato di sclerosi a placche.

è un tour de force e alla fine la commedia del padre non regge più, la malattia non lascia scampo.

Lucie si rifugia in un mondo tutto suo, fatto di sogni, film horror, amore, fra le altre cose.

i due protagonisti sono bravissimi, il film fa sorridere e ancgìhe stam male.

un film che merita, promesso, se avrete la fortuna di vederlo al cinema (18 sale in tutta Italia).

buona visione - Ismaele

 

 

 

…A dispetto del titolo, Normale, i personaggi che si aggirano nell'immaginario suburbano di questa storia, di "normale" hanno ben poco. La protagonista, Lucie, è una quindicenne che vive da sola con il padre William affetto da sclerosi a placche; da quando la madre li ha lasciati, è l'unica a doversene prendere cura. Divisa tra la scuola e la panetteria dove lavora part time per sbarcare il lunario, e schiacciata dalle incombenze di una gestione familiare non semplice, si affida spesso ai voli pindarici della sua fervida immaginazione, in un immaginario heroic fantasy che spazia tra visioni horror, bulbi oculari che schizzano via dalle orbite e zombi. Perché "Lucie non è come la gente normale, ogni neurone del suo cervello è come uno sciame di moscerini", come dirà la sua voce fuori campo leggendo quanto scritto in un romanzo autobiografico di fantasia, suo naturale rifugio da una realtà livida e monotona su cui incombe l'imminente visita di un assistente sociale che potrebbe concludersi con l'affidamento di Lucie a una casa famiglia. E come non bastasse si affacciano i primi tumulti dell'adolescenza, provocati dall'innamoramento per il compagno di classe Etienne bullizzato dagli altri ragazzi che lo credono gay. Nel frattempo nel tentativo di dare l'illusione di condurre una vita all'apparenza normale per non finire in una casa famiglia, padre e figlia dovranno fare appello ad ogni loro inventiva.

da qui

 

Il regista nel passato ha lavorato per due anni con i bambini delle scuole di un quartiere in cui il 50% delle persone vive sotto la soglia di povertà realizzando con loro diversi cortometraggi. Questa esperienza gli ha lasciato un segno che ha finito con il fondersi con l'esigenza di portare sullo schermo un personaggio come Lucie al quale ha offerto anche pensieri che lui stesso ha avuto quando era adolescente.

Il suo obiettivo era quello di realizzare un film in cui instillare, come lui stesso afferma, "una goccia di 
Miyazaki nei fratelli Dardenne". Ha cioè inserito nel film dei detour che si dirigono sul versante fantastico per evitare l'imitazione di quelli che ritiene dei maestri (il regista è nato a Strasburgo e vive a Parigi ma la coproduzione è belga). La visione del film ci conferma che il suo obiettivo è stato raggiunto grazie anche all'alchimia che si crea tra i suoi due protagonisti Benoît Poelvoorde e Justine Lacroix…

da qui

 



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