non sarà perfetto, ma è cinema vivo, il sogno e la realtà vanno insieme.
dentro il film ci sono tante altre cose, la storia va avanti interrotta dai sogni, e il signor Caproni è la guida spirituale di Jiro, insomma, non si può raccontare tanta bellezza, bisogna vederlo, senza scuse.
visto che ci sono Hitler, l'amore, Thomas Mann, la tbc, la guerra e altri temi "leggeri", i bambini di 4-5 anni è meglio che stiano a casa, altrimenti si annoiano e disturbano.
non è un film per bambini.
è Cinema, sotto forma di animazione, non dimenticatelo - Ismaele
ps: è rimasto nelle sale solo per quattro giorni, dal 13 al 16 settembre, occorre aspettare il dvd.
…Cominciamo proprio col dire che Si alza il vento non
è un film d’animazione, ma un film. E questo già fa la differenza sul come
porci di fronte a quest’ultimo capolavoro del maestro Hayao Miyazaki, prodotto
anomalo nella sua sognante filmografia densa di avvenimenti “veri” solo nel
mondo dei sogni, dei fumetti, dei buoni e vecchi “cartoni animati”.
Si alza il vento è bellissimo e spiazzante perché è allo stesso
tempo il più onirico e il più reale delle opere di Miyazaki…
…Si
alza il vento è un film adulto e maturo per un pubblico adulto e maturo, di
quelli che sanno fare quel passo di qualità più lungo della gamba, che qui
acquista ancor più valore perché ultima pietra e chiave di volta di un’intera
filmografia. E’ un’opera malinconica e brillante per quel maestro che prima ci
ha portato nel mondo dei sogni e ora ci riporta nella realtà, dalla quale,
però, i sogni non sono ancora stati banditi…
…nella seconda parte The
Wind Rises scivola
dolcemente nel melò che il maestro dà il meglio, con una storia d'amore lieve e
commovente come suo solito ma anche più matura che in passato (per la prima
volta si vede un bacio francese e addirittura si suggerisce un atto sessuale).
Quando la linea sentimentale accelera, tutto il film sembra volare ancora più
in alto, specie nella maniera in cui la realtà è trasfigurata dalle visioni di
Jiro, l'espediente con il quale Miyazaki sceglie di raccontare il processo
creativo attraverso il sogno, il crescere di un'idea alimentata dalla passione,
un misto di abnegazione e fantasia, intuizione e fatica.
Miyazaki torna a descrivere le emozioni più elevate, a raccontare lo splendore di essere vivi in questo pianeta, unito all'esigenza di continuare a vivere nonostante tutto (alla fine in un trionfo di linguaggio filmico non ci sarà nemmeno bisogno di dirlo basterà l'alzarsi del vento a scatenare l'emozione nel pubblico), utilizzando uno stile che rifiuta il tratto grosso e si ostina a dimostrare come si possano toccare le corde più profonde e stimolare gli stordimenti emotivi più vertiginosi attraverso lo stile più delicato e sottile possibile.
Miyazaki torna a descrivere le emozioni più elevate, a raccontare lo splendore di essere vivi in questo pianeta, unito all'esigenza di continuare a vivere nonostante tutto (alla fine in un trionfo di linguaggio filmico non ci sarà nemmeno bisogno di dirlo basterà l'alzarsi del vento a scatenare l'emozione nel pubblico), utilizzando uno stile che rifiuta il tratto grosso e si ostina a dimostrare come si possano toccare le corde più profonde e stimolare gli stordimenti emotivi più vertiginosi attraverso lo stile più delicato e sottile possibile.
…C'è
una tale raffinatezza, una tale sconfinata poesia nella rappresentazione dei
momenti più tristi di Si alza il vento che
non si può non restare ammaliati e, al contempo, sconvolti dalla forza delle
immagini che scorrono sullo schermo. L'unico difetto del film è forse il suo
essere un po' ostico per il pubblico più giovane (che almeno, in altre
pellicole storicamente complesse come Principessa Mononoke, aveva il sottotesto
avventuroso su cui rifarsi) e non solo: anche i più grandicelli potrebbero non
cogliere diverse sottigliezze legate alla mentalità giapponese dell'epoca e
perdere, dunque, parte del significato dell'opera, che è fortemente legato
all'introspezione psicologica dei personaggi. Tecnicamente ineccepibile e
impreziosito dalle musiche dell'immancabile Joe Hisaishi, ad ogni modo il
commiato di Hayao Miyazaki all'arte del lungometraggio non potrebbe essere più bello
e significativo.
…Si alza il vento si erge come pacifico ed elegantissimo atto d’accusa:
un film che è una mastodontica visione del mondo, di
quello che è stato e di quello che potrebbe essere – e che molto probabilmente
sarà – ma, soprattutto, di tutta la bellezza che rischiamo di perdere, e che la
presunzione ci strappa già dalle mani.
…Il vento del titolo, omaggio a una poesia di
Paul Valéry ("Le vent se lève, il faut
tenter de vivre") citata continuamente nella pellicola, porta a Jiro i
suoi sogni, l'amore, i fallimenti, l'ossessione per i suoi progetti, le
sgradite attenzioni della polizia politica e infine un sinistro presagio. E il
malinconico finale si aggiunge alla consapevolezza che non ci sarà un altro
film di Miyazaki, formando un groppo da due chili annodato alla gola di tutti
quelli che ieri sera lasciavano la sala. Proprio come per il Caproni del film,
è il suo "ultimo lavoro prima della pensione", prima di privare il
mondo del cinema di uno dei suoi più grandi motori di emozioni,
lasciandosi dietro un'eredita fatta di grandi pellicole, magia e bruschette.
Capolavori o anche solo buoni film, ma quasi tutti capaci di darti e dirti
qualcosa, senza scivolare necessariamente nel buonismo o venir schiacciati
dalla rigida struttura in tre atti di tutti i film d'animazione occidentali…
…Quando il prototipo del Mitsubishi A5M si libra
finalmente in cielo senza perdere pezzi, l'ingegner Horikoshi ottiene
l'agognato successo, ma l'uomo non ha alcun moto di esultanza: una folata di
vento lo distrae, premonizione della prossimità della morte e di una guerra
ormai inevitabile, di una catastrofe umana e storica di cui si è reso complice.
L'egocentrico e autoindulgente Jirō viene quindi posto di fronte a quella
verità che si è sempre rifiutato di vedere, rifugiandosi nella calma del
proprio iperuranio; nella sequenza conclusiva, camminando in quella terra di
mezzo che è il regno del sogno, si accorge di passare tra i rottami dei suoi
aerei: "Nemmeno uno è tornato" confessa mestamente a Caproni. Lo
scenario, intriso di malinconica poesia e di un amaro senso di sconfitta, viene
però vivificato da un incontro inaspettato, mentre in sottofondo cresce il tema
principale composto da Joe Hisaishi, il cui dialogo tra archi e fiati potenzia
la commozione per questo magnifico commiato. Hayao Miyazaki sa quando far
salire la temperatura emotiva delle proprie opere e il finale di "Si alza
il vento" è l'ultimo colpo al cuore della sua arte. Facendo propri i versi
di Valéry, "Le vent se lève!... Il faut tenter de vivre!", il Maestro
ci lascia con un mantra profondo e maturo, invitandoci a non soccombere nemmeno
davanti a quei sogni che divengono il tormento della nostra esistenza. Perché
solo se i sogni si cristallizzano nella realtà l'uomo ha compiuto il proprio
destino.
…“Si alza il vento” è
inevitabilmente il testamento artistico di Miyazaki: si ritrova anche nelle
parole di Caproni, suo secondo alter ego e sembra proprio dire ai giovani di
lavorare sodo e assecondare le proprie idee, soprattutto nella decade più
fertile della loro vita lavorativa. Probabilmente non siamo ai livelli massimi
che il cineasta nipponico ha saputo esprimere nel corso della sua carriera, ma
è certo che in questo film Miyazaki si mette a nudo e riesce a toccare tante
corde scoperte, regalandoci un’opera che è densa di significati. E che, tra le
lacrime, riesce a farci riflettere come un libro di storia non potrà mai fare.
…La belleza por la cual lucha Jirō es responsable de
inmensurable destrucción, y aunque no se refleja con obviedad en la película,
sí hay pistas y escenas que llevan a la conclusión de que Jirō está consciente
de ello. Sin embargo, es lo único que sabe hacer, lo único que quiere hacer, y
lo único que ama. Su fervorosa pasión es lo que se conserva con el pasar de los
años, a diferencia de las personas con las que se ha relacionado, amigos, y
amantes. Gianni Caproni (1886-1957), especie de Pepe Grillo en las ensoñaciones
oníricas de Jirō, diseñador de aeronaves italianas, dice con certeza en una de
dichas ocasiones: “El sueño de volar de un hombre será considerado una
maldición. Porque la aeronave será famosa por la matanza y la destrucción”,
además de afirmar, pocos minutos después que “este es mi último vuelo antes de
retirarme. Diez años de vida creativa para artistas y diseñadores es
suficiente”.
De nuevo, la voz solapada de Miyazaki se hace paso.
Hablamos de un cineasta que, desde 1997, después de La Princesa Mononoke (Mononoke-Hime, 1997), ha recalcado su intención de
retirarse varias veces. ¿Qué lo hace volver? El amor por lo que hace, con toda
seguridad, es la respuesta correcta. Aun así, parece que la destrucción que
asola a Jirō como consecuencia de su pasión inamovible se traslada a la
realidad de Miyazaki como el miedo a no ser capaz de decir nada relevante, a
carecer de sentido, a realizar una belleza inservible. Ha logrado superar sus
temores, pero ya lleva casi el triple de lo que según sus propios personajes,
es lo ideal para un creativo…
…Heureusement, Miyazaki remet peu à peu sur
le devant de la scène une tragique histoire d'amour, dont la simplicité et la
finesse font jaillir l'émotion durant la dernière demi-heure. Occasion pour
Miyazaki d'évoquer des éléments de la vie de ses parents, il magnifie la beauté
de la rencontre, la douceur du réconfort et de la complicité du couple, ce
récit prenant ici le pas sur les grandes envolées poétiques auxquelles il nous
avait habituées. Résolument romanesque, bercée par un thème musical aux
sonorités italiennes (toujours composé par Joe Hisaishi), cette œuvre d'une
grande nostalgie vous prend néanmoins aux tripes, composant d'intelligentes variations
autour de son message sur la nécessité de vivre pleinement, en slalomant entre
les obstacles. Un message qu'exprime le titre lui-même, tiré d'une citation de
Paul Valéry : « Le vent se lève, il faut tenter de vivre ».
da qui
Aspettavo la tua recensione. Amo Miyazaki. Ponyo è stato molto diverso dagli altri, più "primitivo" e complesso. Leggo che c'è un ritorno al sogno, ma nel complesso è sottotono, mettiamola così . Mi tocca aspettare il dvd
RispondiEliminanon è sottotono, lo vedrai
Elimina