mercoledì 19 giugno 2024

Distretto 13: le brigate della morte - John Carpenter

in una simpatica giornata di sole accade di tutto.

una piccola stazione di polizia deve chiudere, in un quartiere poco raccomandabile.

il tenente Bishop ha il compito di seguire le operazioni di chiusura, ma una gang compie degli omicidi gratuiti, ma un sopravvissuto si rifugia in cerca d'aiuto in quella stazione di polizia, dove intanto si era fermato un cellulare pieno di condannati a morte, trasferiti da un carcere all'altro.

Napoleone Wilson, il più terribile galeotto, nell'assedio di quella gang troppo numerosa e fuori di testa, è un eroe.

quasi tutto il film è girato dentro lastazione di polizia, in un crescendo di violenza e tensione senza limiti.

chi si annoia è un uomo morto.

buona (mortale) visione - Ismaele


QUI o QUI  il film completo, in italiano

 

 

Si potrebbe parlare, come hanno fatto in molti, dell'influenza dei modelli western oppure delle tantissime citazioni disseminate nel testo (tra tutte: il regista firma il montaggio con lo pseudonimo di John T. Chance, che è il nome del personaggio di John Wayne nel film di Hawks), sebbene si finirebbe col tralasciare l'importanza di un film realmente seminale, che ha segnato la nascita di un mood cinematografico in bilico tra il poliziesco, il carcerario e l'avventuroso con infiltrazioni fantastiche. Una metropoli ai limiti del collasso, l'eroe negativo e già vinto (il condannato a morte Napoleone Wilson è protagonista come e anche più del tenente Bishop), la mancanza di qualsiasi forma di eroismo come la giusta carica di romanticismo perdente (l'intesa tra Wilson e la segretaria Leigh), non a caso, saranno gli ingredienti fondamentali di molti thriller urbani a venire. Con il suo carico di violenza prima iperrealista, l'esecuzione della bambina suscitò le ire della stampa americana, e poi sempre più rarefatta fino a raggiungere l'astrazione, la pellicola denota l'insolita capacità del regista di dare vita a situazioni che, pure al limite con l'allucinazione, riescono a mantenere uno stretto legame con la realtà. E forse sta proprio in quest'aspetto la sua carica più innovativa.

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...Dopo la fantascienza bizzarra e minimalista di DARK STAR, Carpenter cambia completamente registro e si cimenta in quello che molti considerano il suo vero esordio dietro la macchina da presa, nonché il suo capolavoro. Traendo spunto dal classico di Howard Hawks UN DOLLARO D'ONORE (uno dei film preferiti di Carpenter) e non senza scomodare l'horror-cult di Romero LA NOTTE DEI MORTI VIVENTI, Carpenter gira un violento western metropolitano in cui e' già racchiusa tutta l'essenza del suo cinema: analisi e critica sociale, atmosfere claustofobiche e notturne, la figura dell'anti-eroe, colonna sonora elettronica. Il tutto condito da una spruzzatina di horror. Un vero preludio a quel 1997: FUGA DA NEW YORK che vedrà la luce cinque anni dopo. Bassissimo budget e cast di attori sconosciuti di cui si sentirà parlare molto poco in seguito, sono alcune delle ragioni che spesso DISTRETTO 13 viene inserito nel filone del cinema di exploitation, anche per via della disturbante scena dell'omicidio a sangue freddo della bambina da parte di Frank Doubleday, il Romero di 1997: FUGA DA NEW YORK. Uno script (un gruppo di persone assediate all'interno di una struttura) che diverrà una costante nei film di Carpenter e che ispirerà anche il francese Florent Emilio-Siri per il suo bel NIDO DI VESPE, nonché una gustosa parodia nella serie televisiva dell'ispettore Coliandro. Per qualcuno un film che oggigiorno potrebbe risultare datato. Per me invece e' come certi vini rossi, invecchiando migliora.

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A partire dalle note gravi e coinvolgenti della splendida colonna sonora, lo spettatore è coinvolto in questo magnifico pezzo di cinema che, come già detto ed evidenziato dallo stesso regista, è un grande omaggio a Un dollaro d'onore, uno dei più celebri film western del grande Howard Hawks ed interpretato da John Wayne. L'omaggio è talmente esplicito che Carpenter anzichè indicare se stesso come responsabile del montaggio ha citato il nome di John T. Chance, lo sceriffointerpretato in quel film da Wayne. Del film di Hawks rimangono altrettanti elementi: da evidenziare la sottile ironia che accompagna l'intera vicenda, le schermaglie tra i vari personaggi ed il profondo senso del dovere del protagonista (di fronte all'impiegata che propone di "sacrificare" l'uomo che ha condotto attorno alla caserma la banda di delinquenti, il Tenente Bishop non ha esitazioni circa l'indispensabilità di doversi ergere a paladino della legge senza scendere a compromessi, anche se questo dovesse costare la vita a tutti), il ruolo sempre più preponderante della componente femminile del gruppo, così come la bella Feathers era divenuta parte integrante del gruppo del film western, così Leight si dimostra combattiva ed indipendente. Inoltre è da evidenziare che così come la forza morale di Wayne in Un dollaro d'onore, fa da contr'altare e soprattutto "contagia" le debolezze dovute all'alcol per Dude (il personaggio interpretato da Dean Martin), anche in questo film, la figura di Napoleone viene in un certo senso attratta dal senso del dovere del tenente Bishop.

Oltre a tutte queste similitudini non si può non elogiare uno sviluppo della trama estremamente appassionante ed inquietante: a partire dall'agghiacciante scena dell'omicidio della bambina (ancora oggi un pugno nello stomaco), si passa ad un'ambientazione notturna, senza vie di fuga e di totale isolamento nonostante la grande metropoli sia tutt'intorno. Uno dei film più riusciti di Carpenter.

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