lunedì 20 agosto 2018

Kill list – Ben Wheatley

niente è come sembra, i due amici sono stati contattati e scelti per una missione difficile.
i due hanno scheletri nell'armadio, che non sapremo, e tutto quello che succede è una discesa nel male, diabolica, senza pietà per nessuno.
a molti, anche a me, la parte finale ha ricordato The Wicker Man*, di Robin Hardy, del 1973,  solo che quel film, sempre inglese, era solare, qui è tutto molto più nero e disperato, lì era un rito pagano e popolare, qui è un rito diabolico, di una setta assetata di sangue e punizioni terribili.
un film pieno di violenza, mai gratuita.
disturbante, profondo, inquietante, misterioso, indimenticabile.
un film grandissimo, senza se e senza ma - Ismaele

*questo film è stato omaggiato da Iron Maiden e Radiohead








The movie may leave you scratching your head way too much when it's over. Yet it proves Ben Wheatley not only knows how to make a movie, but he knows how to make three at the same time. I suppose one of the characteristics of horror is that it wears shifting faces.

Kill List sfugge a qualsiasi catalogazione e, allo stesso tempo, rappresenta l’ideale controcanto, in stretta continuità, di quello che sarà, nel 2012, il suo film più commerciale: Sightseers. In questo divertente e violento road movie l’ironia e il cinismo più abietto consentono al regista di raccontare con leggerezza un viaggio senza speranza di una donna frustrata dalla madre reazionaria e di uno scrittore con manie omicide. Ritorna il tema dell’uccisione senza scopo, della frustrazione di protagonisti sempre in lotta con loro stessi, specie a causa di famiglie disfunzionali, del viaggio come metafora di perdizione e, insieme conoscenza di sé. Ma l’ironia macabra che nel suo ultimo lungometraggio fungeva da riparo e alleggerimento, in Kill List è completamente assente per lasciare posto ad una discesa agli inferi che apre alla sospensione della credulità e a uno straniamento deformante. Non è quello che ci si aspetta…

Ben Wheatley dirige con autorità riuscendo ad adeguare la regia alle varie sfumature che assume il film e azzecca una sequenza di bellezza stordente, quella del cunicolo.
Apprezzatissimo al Frightfest del 2011 Kill List ha diviso pubblico e critica proprio per il suo andamento sinusoidale nel percorrere vari generi a prima vista impossibili da far compenetrare e forse anche per un finale difficile da metabolizzare.
Da amare od odiare.
Io l'ho amato.

Kill List parte in un modo, si evolve diventando altre due o tre cose e finisce per trasformarsi in un claustrofobico macello, ma si gioca il finale in quella maniera lì. Ti piazza davanti agli occhi una svolta piuttosto forte, per quanto intuibile con discreto anticipo, ma poi chiude senza spiegare sostanzialmente una fava. E mi va bene, eh, anzi, ho in antipatia i film che spiegano tutto, pero qua tende a rimanerti in testa più che altro solo un grosso whaddafuck (e anche una certa sensazione da fratello scemo di The Wicker Man, ma forse è solo perché l'ho visto al cinema l'anno scorso). Dopodiché, intendiamoci, Kill List merita, è coinvolgente, girato con un gran occhio e tre o quattro inquadrature molto, molto belle, oltre che con un uso della violenza trucido al punto giusto. Però, boh, non so, whatever.

“Kill List” tiene quiebres narrativos que nadie podrá adivinar y que no revelaremos aquí, pero le debe una buena parte de su eficacia a los ingeniosos diálogos elaborados por Wheatley y su co-guionista Amy Jump (que, para más señas, es su esposa), los mismos que logran darle definición a sus personajes, cada uno más estrambótico que el otro. Como todo mercenario que se respete, Jay (interpretado con un brillo brutal por Maskell) es un psicópata desatado, y sus explosiones de violencia no son únicamente contra sus víctimas intencionales, sino también contra todos los que lo rodean, en una suerte de expansión del protagonista de “Down Terrace”, que perdía la paciencia de un momento a otro y terminaba por despachar al otro mundo a papá y a mamá (aunque hacía esto último con la mayor tranquilidad).
Sin embargo, en este caso, Jay no tendrá la misma suerte, porque su habilidad para deshacerse de seres mortales comunes y corrientes le servirá de poco cuando se enfrente a las verdaderas fuerzas maléficas que se encuentran tras “Kill List”. Y esto lo conducirá a un aterrador desenlace que ninguno de ustedes podrá olvidar fácilmente …. si es que se atreve a presenciarlo.
da qui

…lo spettatore è ormai entrato in una sorta di ipnosi per cui non riesce più a distinguere nulla, in un delirio collettivo, in un sabba delle menti e delle coscienze, e certo non si mette ad elucubrare sulla sanità mentale o sull'eticità del regista.
Non so cosa racconti Kill List, probabilmente è tutto e "solo" un'iniziazione che è come una discesa all'Inferno.
L'iniziazione di una vittima predestinata, di un uomo in quel momento debole ma capace comunque di diventare una bestia.
Non so cosa racconti ma credo di trovarmi davanti a un punto di riferimento del nuovo thriller/horror moderno.
da qui

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