mercoledì 20 settembre 2017

Easy - Un viaggio facile facile - Andrea Magnani

se uno si aspetta un film di sesso, meglio che stia a casa;
se uno si aspetta un film con tanta violenza, alla Tarantino, meglio che stia a casa;
se uno si aspetta un film di quelli complicati, che dopo sette visioni ancora non sa che pesci prendere, meglio che stia a casa ;
se uno si aspetta un film d'amore, romantico, con qualche lacrima, meglio che stia a casa.
Easy è un piccolo grande film, che tutti possono capire, fa ridere e sorridere, senza bisogno di effetti speciali, con una comicità spesso da film muto, sa emozionare, e alla fine ti fa uscire dal cinema contento di aver potuto vedere un film che non ti aspettavi, davvero bello.
se non lo sapevate il film è in poche sale, naturalmente, bisogna cercarle, ma non ve ne pentirete di sicuro - Ismaele

ps: coincidenze, il protagonista, il grande e grosso Nicola Nocella, sembra il gemello di Francesco Di Giacomo, e nel Banco di Mutuo Soccorso chi suonava le tastiere aveva un cognome che iniziava per Noce.




Bel film, bella sorpresa, gran successo di pubblico festivaliero (pagante) che ha fatto la fila a tutte le proiezioni. Tant'è che negli ultimi giorni se n’è dovuta aggiungere un’altra non prevista. Uno di quei film che ti fan capire come il nostro cinema (sempre che si possa dire nostro un film di un autore che vive tra Italia e America e che è una coproduzione italo-ucraina: ma questo dei film apolidi e cosmopoliti e di indecifrabile identità nazionale è ormai fenomeno generalizzato) sia nonostante tutto ancora vitale, in grado di produrre anche oltre e fuori Roma buone cose, non corrive, non asfittiche, allineate linguisticamente, formalmente, tecnicamente agli standard internazionali. Un cinema che sa andare oltre la commedia piaciona e la commediaccia corriva imperanti da noi, oltre i romanzi criminali e le gomorre e le suburre…
Easy è questo: una commedia agra e perlopiù sommessa, mai gridata, mai becera, che non ha niente dei soliti modi romanocentrici, niente di quella vernacolarità che è un segno, e spesso un marchio di condanna, del nostro cinema popolare. Con un interprete meraviglioso, Nicola Nocella, di corporea rotondità (ma poi non così strabordante), che punta sull’interiorizzazione, sulla sottrazione, senza quegli eccessi espressivi e la gestualità mediterranea che altrove, in altri film, avrebbero imposto al suo tipo fisico. Nocella che ha una buona parte di merito nella riuscita di Easy, impossibile immaginarlo senza di lui, in scena dalla prima all'ultima inquadratura, e mai un cedimento…
…Si prega i giurati dei prossimi premi italiani di tener conto del film, e di non dimenticare Nicola Nocella quale migliore attore. Grazie.

…Il motivo che fa la differenza in "Easy" è anche quello più rischioso per un cinema (italiano) che ha paura di uscire fuori dalle proprie sicurezze; e con questo intendiamo puntare l'attenzione di chi legge su una tipologia di comicità fuori dalla norma, in ragione del fatto che le risate suscitate dalla storia nascono all'interno di uno scenario tutt'altro che felice (c'è di mezzo la morte di un operaio, avvenuta nel cantiere del fratello del protagonista) e sullo sfondo di un paesaggio dominato dalla pianura desolata e piatta che dall'Italia conduce Easy e il suo carro funebre nel piccolo villaggio dell'Ucraina dove dovrà essere recapitata la salma…

Da un lato un'Italia che ha un rapporto ambivalente con i migranti (da respingere ma anche da sfruttare) e poi, più si va verso Oriente, Paesi in cui la dimensione rurale ha ancora una grande importanza. Easy li scopre con uno sguardo interrogativo dapprima protetto da una barba invadente e poi con un volto messo a nudo come progressivamente viene messa a nudo la realtà che lo circonda. Conservando intatto il mandato di non fare spoiler va però detto che il finale del film è, dal punto di vista della sceneggiatura, uno dei più coraggiosi del recente cinema italiano. Onore al merito.

Il successo del progetto è dovuto anche alla presenza del protagonista perfetto: l’attore Nicola Nocella, che con la sua corporeità, la gestualità e – probabilmente – una buona dose di ironia, si è calato nei panni e nel mondo di Isidoro sino a rendercelo tangibile, amabile, insostituibile. Vedere sgretolarsi tanto isolamento, ha reso anche la nostra aria più respirabile. Ci sentiamo più forti: se Easy è riuscito ad incontrare la famiglia di Taras, noi possiamo vincere qualsiasi piccola sfida del quotidiano. E poco importa che quella sullo schermo sia un’opera di finzione mentre questa qui fuori sia la vita reale.

...Grande spazi deserti, location mozzafiato, raramente viste nel cinema italiano. Il regista fa un grande lavoro nel scegliere il paesaggio, spesso abbandonato, che mostra i segni del tempo e ricorda le location del cinema sovietico degli anni ’70. I personaggi che fugacemente si affacciano all’avventura di Isidoro sono altrettanto memorabili, improbabili, a volte inquietanti.
Magnani lavora per sottrazione, togliendo man mano dialoghi, azione, forza e difetti al protagonista. Isidoro si spoglia di tutto per arrivare alla catarsi finale e così deve fare lo spettatore, perchè man mano che il film procede, il ritmo cala sempre di più, l’atmosfera si fa più rarefatta e trascendente ed è lo spettatore che deve trarre forza e senso dalle scene finali. Da un inizio movimentato, si arriva, esausti, ad un finale silente.
Easy – Un viaggio facile facile ricorda più il cinema estero che quello italiano. E’ una commedia sottile, triste e faticosa, ma ottimista. Porta sullo schermo un cinema indipendente che trae la sua forza da un soggetto accattivante e una realizzazione elegante. Un piacevole viaggio a fianco di Easy, la bara di Taras e un carro funebre che si guadagna un posto tra i mezzi di locomozione più iconici in un road movie.
da qui

EASY è un gioiello: i talenti non sono "muscolari" ma funzionali a un on the road delicato e profondo.
Boris Sollazzo
EASY fa tesoro della tradizione della commedia italiana: qualcosa di cui molti, oggi, sembrano aver smarrito la memoria.
Valter Vecellio, Jobsnews
Originalità, leggerezza, un bravo protagonista e un preciso stile visivo.
Roberto Nepoti, Repubblica
EASY: un’opera di notevole pregio, una novità nell’asfittico cinema italiano di questi anni.
Antonio Pettierre, Taxidrivers
Una storia surreale, con un imprinting quasi fantozziano.
Ansa
Come Marrakech Express, EASY potrebbe diventare il manifesto (esistenziale) di una gioventù che si trova in mezzo al guado
Carlo Cerofolini, Ondacinema
Andrea Magnani e lo straordinariamente efficace Nicola Nocella hanno saputo trovare una modalità originale per rileggere il tema dell'on the road.
Gianfranco Zappoli, MYmovies
Una commedia bizzarra e poetica che si snoda come un road movie.
Simona Santoni, Panorama

da qui

Nessun commento:

Posta un commento