lunedì 2 marzo 2015

Il segreto del suo volto (titolo originale: “Phoenix”) - Christian Petzold

il film si basa su una storia inverosimile, un marito non riconosce la moglie che torna dal lager, perché ha avuto un'operazione al volto, e lui la crede morta.
il film arranca su questo inganno, si sviluppa sul ritorno di Nelly a essere la donna che era prima, ma lui non capisce.
lui vuole che lei finga di essere la moglie (Nina Hoss è davvero grande), per cui il film è doppiamente di finzione.
e poi, il titolo, sa tanto de "Il segreto dei suoi occhi", ma non c'è partita, così come il personaggio di Lene, sa tanto della zia di Ida, nel film che quest'anno ha vinto l'Oscar per il miglior film straniero, ma anche in questo caso non c'è partita.
e però, se resisti fino alla fine, gli ultimi minuti sono da antologia, e da soli valgono il prezzo del biglietto, e tutto il tempo, lungo, che precedeva la fine, per una chiusura cosi, glielo perdoni, a Christian Petzold, ti ha fatto perdere 90 minuti su 98, ma gli 8 finali sono da brivido.
provare per credere - Ismaele









È bravo, onesto, molto professionale, ma alla fin fine confeziona un morbido film per signore da domenica pomeriggio, non molto di più. Nonostante l’evidente intenzione e ambizione di farne una metafora della Germania post-bellica, delle sue amnesie, ambiguità, delle sue rimozioni ed omissioni. E però attenzione,Phoenix potrebbe diventare sul mercato anglofono un big success, uno di quei film che incantano gli americani e son capaci di beccarsi nomination su nomination a Golden Globe e Oscar (si parla di quelli del 2016, ovvio). Potrebbe insomma ripetere il cursus honorum di Ida, cui lo apparentano superficiali analogie, ma di cui non ha la densità.

…la performance della Hoss è come sempre di grande intensità e il finale vale da solo il prezzo del biglietto.

Sorvolando sul valore simbolico innescato dal gioco di rimandi provocato dalle caratteristiche di un cambiamento fisiognomico che mette in scena il dramma di un popolo costretto a nascondere la propria identità, "Il segreto del suo volto" sfugge alle convenzioni del genere inscenando una sorta di thriller hitckockiano, allorchè la donna sotto mentite spoglie si ritrova a impersonare se stessa per conto dell'ignaro marito che attraverso la "resurrezione" della moglie creduta morta, spera di impossessarsi della di lei eredità…

Les deux acteurs principaux font ce qu'ils peuvent pour nous faire croire à cette histoire abracadabrante de mari incapable de reconnaître celle qui fut sa femme et lui demandant de se faire passer pour cette dernière afin de toucher un héritage. Pas crédible une seconde ce postulat de départ enfonce peu à peu le récit dans des dédales à la limite du supportable, à force de jouer sur plusieurs tableaux, en insistance malsaine du mari pour formater celle-ci et faux mystères concernant une demande de divorce faite au lendemain de sa capture. On hésite entre en rire et se désespérer.

Phoenix racconta, con sguardo al passato e in potente technicolor, di quanto sia difficile per la cultura tedesca rapportarsi all’orrore del proprio passato. Lo fa con un rigore di messa in scena notevole, senza aderire al punto di vista di nessuno dei personaggi che mette in campo. E consegna agli annali un ritratto potente dell’ipocrisia di un coro di testimoni che rifiutarono di vedere prima e anche dopo perché, come dice Johnny a Nelly, "nessuno chiederà dei campi, nessuno vuole veramente sapere". 
Soprattutto compone un ritratto femminile destinato a scolpirsi nella memoria, grazie alla superba interpretazione di Nina Hoss, attrice qui davvero straordinaria. 
Un’opera densa di amore cinefilo in cui ogni citazione, ogni omaggio si amalgama al tutto in cerca prima di ogni altra cosa di senso di racconto.

Exquisita y contenida en todo momento, la historia de esta joven que intenta reconstruir su rostro y su vida, es una metáfora muy elaborada sobre el olvido. El olvido es necesario para superar una traición, una pérdida o el paso por los campos de concentración; y también, para reconstruir un país que ha permanecido, en el mejor de los casos, pasivo ante el olocausto.

2 commenti:

  1. Siamo d'accordo, io avevo scritto: "un finale talmente intenso e affascinante che da solo vale praticamente tutto il film".
    In effetti il marito che non riconosce la moglie è l'anello debole della storia, ma, considerato tutto il resto, io ci sono passata sopra.
    Molto più a quello che alla solita orrida traduzione del titolo, che noia, non se ne può più.

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    1. viene voglia di arrabbiarsi con Nelly e col marito, ma alla fine resti a bocca aperta.

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