domenica 9 agosto 2015

Requiescant - Carlo Lizzani

prima del 1968 Carlo Lizzani gira questo western politico, quei temi erano nell'aria, la rivoluzione, il colonialismo, l'imperialismo, i preti della liberazione (niente teologi, questo è un western).
appare, nei panni di un prete, Pier Paolo Pasolini, Lou Castel è il pistolero, suo malgrado, con la bibbia, il padrone di tutto il villaggio è uno anche elegante, raffinato, fino a quando nessuno mette in dubbio il suo potere.
è un bel film, cercatelo - Ismaele


QUI il film completo (in spagnolo)






…Lo si può guardare per puro svago, ché come detto è un bel western, ma se si tengono occhi e orecchie ben aperti si vedranno e sentiranno anche contenuti c.d. "impegnati": sfruttamento dei poveri e delle donne, capitalismo connivente coi poteri forti, sostanziale ingiustizia sociale fino a riflessioni su cosa può o meno giustificare l'uso della violenza. Come altre volte m'è capitato, si parte da un film di genere per disseminare la trama di messaggi pregni, e qua lo si fa in modo palese, estremamente semplice. Non a caso è presente Pier Paolo Pasolini come attore, altro motivo di curiosità che spinge a vedere il film. Grande scelta di Lizzani e grande Pasolini ad aver accettato il ruolo che sarà proprio quello, nei contenuti letterari, a spingersi più in là di tutti…

Requiescant è un western abbastanza anomalo per i tempi. Anomalo perchè Lizzani oltre alla consueta bravura tecnica offre una spiccata connotazione politica al genere, tendenza che registi come Sollima porteranno avanti. Bella l'intepretazione di Lou Castel, dallo sguardo lunare e svagato, eroe quasi per caso che sa da un lato è il tipico personaggio che acquisce motivazioni di vendetta nei confronti del proprio nemico, si troverà allo stesso tempo impegnato in una opera di riscatto sociale verso la propria gente. Ottimo anche Mark Damon nella parte di Ferguson, proprietario terriero psicopatico e crudele, simbolo stesso di uno status quo secolare opprimente.

…Whenever Requiescant is forced to kill somebody, the mysterious Don Juan (Pier Paolo Pasolini) and three members of his war council immediately show up and appropriate the dead men's weapons for use in their long-planned revolution. When Juan discovers Requiescant's true identity, he uses the personal conflict that is present between Requiescant and Ferguson as the trigger that makes the revolution become a reality. It transpires that Juan had fought alongside Requiescant's father and the young gunman is welcomed back into the Mexican fold as a hero who can help them to defeat their common enemy. A little like Juan Miranda in Sergio Leone's A Fistful of Dynamite, Requiescant is unwilling to play a part in a revolution that will simply see existing slaves changing masters. But the idealistic Don Juan, who is revealed to be a peaceful man of religion who despises war because it destroys both sides' ability to feel pity, convinces Requiescant that true equality can be achieved by the careful introduction of new ideas and attitudes.
Pasolini's numerous appearances here largely consist of him popping up to deliver short bursts of political and moral wisdom and the earnest tones that his English dubber employs to deliver these political speeches adds to the trippy and sub-psychedelic vibe that runs through the whole film. Other bits of bizarreness include the strange set design employed for the ruined Fort Hernandez, the aforementioned mannequin-Sheriff and Burt (Franco Citti), a bad guy who owns and talks to an old West-style Barbie doll whose face he likes to periodically rub on his stubble. At one point Don Juan's war council pretend to be a travelling band and they provide the build-up to a saloon-set gunfight by playing what sounds like a Mexican interpretation of the melody line from the song Ten Green Bottles. Pasolini regular Ninetto Davoli seems to play the Mexican trumpeter Nino as if he is playing a jovial but cheeky, and extremely ebullient, urban Italian teenager in a 1960s-set Pasolini film…

Réquiem para Matar é um faroeste com uma história que não funciona muito bem, na verdade bastante absurda. O começo é promissor, com o massacre dos mexicanos, mas apresenta um motivo tolo para fazer Requiescant voltar à sua cidade natal. Sua habilidade com uma arma não é explicada e quando ele descobre que sua irmã adotiva é uma prostituta, a trama se torna ridícula. A  sequência com Requiescant pedindo à Ferguson para liberar Princy é piegas e a disputa por Princy bebendo vinho é pavorosa. Eu estava curioso para ver Pier Paolo Pasolini atuando e provavelmente esta é a única atração deste filme. 




4 commenti:

  1. Lizzani ha fatto dei buoni film e ne ha fatti altri di poca sostanza. A pensarci, è uno di quelli che fanno rabbia perché poteva dare molto più di quello che ha dato. E' bello Banditi a Milano, anche San Babila ore 20 ha ottimi momenti.
    (la curiosità di vedere Pasolini è grande, peccato che sia doppiato...)

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    1. è vero, Pasolini non parla con la sua voce, magari hanno deciso che non andava bene per quel ruolo.
      un professore cinefilo ci aveva fatto vedere "Banditi a Milano", come tanti altri grandi film, fra i 14 e i 16 anni, magari non capivamo tutto, ma capivamo, sentivamo, sapevamo che erano film che valevano.
      ci piacevano anche Bud Spencer e Terence Hill, naturalmente :)

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  2. Bud Spencer... ne ho visto un po' anche ieri sera, come si fa a non fermarsi quando lo si incontra. Fra l'altro, come ingombro fisico sono paragonabile al Pedersoli (però non so nuotare, ahimè). (un po' di dna in comune mi sa che ce l'abbiamo)
    :-)
    il doppiaggio era pratica comune fino a tutti gli anni '60, pare che facessero così per motivi pratici. Ogni tanto salta fuori qualche film con Manfredi o Mastroianni doppiati, fa impressione - Sordi no, lui era sempre lì attento e in guardia.

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    1. anch'io non so nuotare, ma ne muoiono così tanti in mare che va bene lo stesso.

      forse la voce di Pasolini per un prete guerrigliero poteva andare, chissà...

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