una
storia di ordinaria violenza e ordinaria sopraffazione.
il nemico
per i jahidisti è la libertà, e la donna è un nemico, irriducibile alle loro
logiche liberticide, in nome del loro dio, che l'imam smaschera senza dubbi.
la
fotografia è perfetta e l'assurdità di quella gentaglia è ancora più evidente.
due scene
bellissime, la gazzella in fuga, e noi siamo con lei, e la partita di calcio,
degna di Tati.
non
aspettatevi proclami o grandi scene madri, Abderrahmane Sissako non fa un
cinema urlato, ma si fa sentire (e vedere) benissimo.
ci sono
pochissime copie in giro, sarà un miracolo vederlo al cinema, ma non
scoraggiatevi - Ismaele
…Invece
di analizzare politicamente o rappresentare spettacolarmente l’ascesa del
jihadismo nel cuore del deserto africano, il regista mauritano sceglie la
favola, la poesia. Il vento, il sussurrato, l’equilibrio pastorale, l’amore
libero, che non può essere sconfitto, di due tuareg, lì tra le dune appartate,
sotto tende colorate, dove si canta ancora e si trasmettono saperi e
conoscenza, cantando poemi. Sissako sconfigge la barbarie con il
linguaggio delle immagini. Di una potenza magnifica. Geniale anche l’immobile
partita di calcio con un pallone invisibile (perché vietato), che dice della possibile
resistenza e della ridicola stupidità dell’oscurantismo (di qualsiasi
monoteismo fanatico).
È una
meraviglia. Niente didattismo. Questo capolavoro, candidato all’Oscar come
miglior film straniero, intuisce e avverte però che ciò di cui il fanatismo
islamista ha più terrore è (sempre) la donna; e il rapporto uomo-donna
creativo. Con questa visionaria opera, il poeta regista svela che quello che il
nuovo fascismo jihadista vuole sradicare, soffocare e azzerare, è proprio la
fantasia.
Merci
Sissako.
…Ritmo excelente, hermosa fotografía, inteligente uso de la
música, escenas tan bellas como la del partido de fútbol imaginario. Y momentos
duros, no aptos para todos los estómagos. Las interpretaciones de los actores
son tremendamente naturales, lo que reviste de enorme dignidad a hombres y
mujeres corrientes y coherentes, y hace comprensible lo incomprensible,
comportamientos radicales donde resulta imposible la coherencia, al final existe
bastante hipocresía y mucha injusticia. Se logra sobradamente el objetivo de
mostrar que fe y razón deben conciliarse; esto no es garantía de que uno haga
siempre lo correcto, bien lo sabe el protagonista, pero sí de que existe la
capacidad de recapacitar, arrepentirse, rectificar.
…S’en dégage un profond malaise qui laisse la porte ouverte à toutes les dérives. La pression monte et la quiétude de la cité est mise à mal par la peur constante de risquer sa vie. Une atmosphère ambiguë parfaitement mise en lumière par Abderrahmane Sissako, qui au-delà de son discours sous-jacent, révèle de magnifiques scènes de vie (l’extraordinaire partie de football imaginaire) mais aussi de drame, tel ce plan large d’une rive à l’autre de la rivière, qui retranscrit simultanément la souffrance de la victime, mais aussi celle de son assassin…
…la historia coral que nos narra incluye
entre otros el protagonismo de un ganadero, Kidane, que vive apaciblemente con
su mujer y su hija en medio del desierto, cerca de la ciudad malí de Timbuctú.
Con la llegada de emisarios de la yihad y la huida de muchos de sus vecinos, su
esposa le pregunta un día por qué no se trasladan ellos a su vez. Pero el
marido responde que no tendrían adonde ir y que prefiere quedarse en un lugar
que les asegura comida y hogar, esperando que pronto vuelva también la
seguridad. No estamos por tanto ante el retrato del emigrante desesperado, sino
del ciudadano que, ante los horrores que progresivamente se van acumulando a su
alrededor, contempla con la serenidad que le proporciona una religión bien
entendida el paisaje del que por naturaleza no puede desprenderse. No es tan
descabellado este estoicismo teniendo en cuenta la belleza de la localización,
un desierto, sí, pero no exento de ríos y verdura. La fotografía de Sofiane El
Fani, más conocido por su trabajo a las órdenes de Abdellatif Kechiche, capta
este ambiente exótico con una luminosidad que en ocasiones roza la saturación,
acentuando el efecto vidrioso de la luz refractada en el aire caliente en unos
planos realmente mágicos. Un admirable ejemplo es un sostenido plano general
del río en que se enfrentan Kidane y un pescador, colocando la belleza
literalmente en medio de la violencia, el oasis entre la sangre. Y el espejismo
resultante tiene, además de un sentido visual, uno narrativo, ya que
efectivamente los ciudadanos de este paraje tienen que colocar una lente ante
sus ojos para no caer en la provocación y aguantar el tipo ante el acoso de sus
ocupantes…
…Timbuktu si offre come una meditazione lirica
sulla ferocia di un potere che sussurra i propri divieti, senza bisogno di
gridarli. Mentre dall’altra parte non ci sono vittime ma donne e uomini che
resistono con la forza stessa della loro presenza, e affrontano il proprio
destino sussurrando, come Kidane, «quello che non ti ho detto, tu lo sai già».
…Abderrahmane Sissako lascia troppe cose in sospeso, e
altre non convincono totalmente.
I rappresentanti della polizia islamica, che
professano la jihad convinti ovviamente di essere nel giusto, nonostante
l'imam del paese tenti di far capir loro che sbagliano, vengono ritratti come
un branco di uomini semplicemente un po' coglioni, la "pazza" del paese,
o la "strega", non si capisce, è libera di andarsene in giro a capo
scoperto facendo un po' quello che le pare, da farti pensare che se sei pazzo
vale tutto, una ragazza viene data in sposa contro la volontà della madre ma
anche lì sembra finire tutto a tarallucci e vino, della donna che protesta
perché non può vendere il pesce con i guanti non si sa più niente e tu non puoi
far altro che osservare, pensando che questo era un film dal potenziale enorme,
ma che, invece di farti bruciare di rabbia, ti intiepidisce appena.
Peccato.
… Es por ello que Timbuktu no merece
más la pena que un anuncio de Intermon Oxfam, pues ambos denuncian una
situación y tienen cierto valor social, pero artísticamente dejan mucho que
desear. Y si, al menos, se hubiera jugado mejor con ese humor irónico de la
situación absurda a la que se somete al pueblo, podríamos decir que aporta un
matiz interesante y novedoso, pero este humor es tan blando y poco preciso que
ni araña la superficie. Una película que nace humillada por la sombra de lo que
intenta transmitir y nunca llega a ello, resultando obvio su recorrido desde
los primeros compases.
da qui
da qui
riuscire a trovarlo...
RispondiEliminae poi è anche la settimana delle 50 sfumature di qualcosa, magari fra un po'.
Eliminal'avessero chiamato "Timbuktu, sfumature di guerra" avrebbe
(mancava la fine del commento)
RispondiElimina...avuto qualche sala in più