venerdì 23 dicembre 2011

Marilena de la P7 - Cristian Nemescu

Sono 45 minuti intensi. Una storia di ragazzi, di puttane, di una Romania in rovina. Un ragazzino si innamora di una prostituta giovanissima, due fiori nel letame. Alcune scene sembrano citazioni di Fellini. Tosto, ma da vedere subito.  - Ismaele


Cristian Nemescu, un genio che ci ha lasciati a 27 anni,
regalandoci un lungo, un medio e due corti.
Biografia e filmografia sorprendentemente simili a quella del grande Jean Vigo.
Il Vigo del terzo millennio?
Se guardiamo il suo mediometraggio, Marilena della P7, direi di si, tanto è sorprendentemente contiguo a zero in condotta per il suo ribellismo adolescenziale, iconoclasta e surrealista.
All’inizio il film appare come un compitino sulla periferia degradata di Bucarest, con ragazzi di strada e donne di strada; la P7 mi pare di aver capito sia una piazza o comunque un luogo dove battono; cinepresa a mano sempre in movimento nevrotico, con serie incalzante di sequenze e stacchi frenetici, che descrivono documentaristicamente un mondo ed un ambiente degradato; mano mano che il film procede prendono forma personaggi e sentimenti; pulsioni e ribellismo giovanile, voglia di sesso, sesso represso, sesso impossibile; mano mano che procede da cupo realista il film diventa surrealista, nasce la storia di un amore impossibile, che sublima nella poesia. Il sogno del ragazzo sembra potersi avverare grazie ad un escamotage grottesco ed assurdo, un colpo d’ala del genio dell’autore; ma subito dopo si abbatte il finale, un pugno nello stomaco, che tronca il sogno e riporta alla realtà tragica nella quale era iniziato il film.
Non so dire se sia un capolavoro, propendo per il si, ma certo è opera di un genio.

da qui










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