Marcello Mastroianni ormai un uomo affermato, incontra una donna che era stata il suo grande amore.
lei (Romy Schneider) è vecchia e malata, chiede l'elemosina, lui si ricorda, e si commuove.
lei è un fantasma, è l'unica spiegazione.
un film d'amore, amaro e tristissimo.
buona (fantasmatica) visione - Ismaele
QUI si può vedere il film completo
Il primo amore è difficile da dimenticare.Parafrasando un
titolo dello stesso Risi si può dire che questo film è basato sulla speranza di
ritornare a vivere quella passione,quell'amore così intenso che è sempre stato
sognato da ognuno di noi.I primo amore,quello che ti segna per tutta la vita.E
Risi per raccontare questa bramosia usa termini non ovvi,costruisce una sorta
di gotico padano illuminato fiocamente dalla fotografia di Tonino Delli Colli
,giusto per dare colore all'atavica, sempre presente nebbia che avvolge
costantemente i luoghi in cui è ambientato questo film.L'atmosfera che viene
creata è un atmosfera strana,silenziosa di una freddezza pari quasi al mistero
che viene celato fin quasi alla fine.Il maturo commercialista di Pavia che
rivede il suo primo amore prima sfigurato dalla vecchiaia e dalla malattia,poi
ritrovandola nell'antico splendore,vede il suo mondo di certezze sgretolarsi
progressivamente ,arriva a confondere realtà con sogno e Risi è ben attento a
non spiegare troppo quello che si vede.Il dato di fatto esiste(la donna che lui
rivede è morta tre anni prima) ma il mondo vetusto e spento in cui lui vive
assume una dimensione quasi metafisica,sicuramente antirealistica.E ci si ferma
qui.A parte gli indubbi meriti formali conferiti da una fotografia di gran
pregio e da una regia attenta alle sfumature c'è da sottolineare la grande
prova di Mastroianni e delle Schneider in due parti difficili,da modulare,in
cui bisogna lavorare di cesello per non risultare poco credibili....
Una
tenebrosa e silente Pavia invernale d’antan fa da cornice all'allora scommessa cinematografica
di un Risi in pieno smalto che, avvalendosi dell’omonimo romanzo di Mino
Milani, abbraccia noir, sentimentale e storia di fantasmi... d’amore! Per farlo
attinge al “gigione” Mastroianni (magistrale come sempre) e al volto tormentato
della Schneider (a un passo dalla morte). Un capolavoro allora - e forse anche
oggi - non capito, che merita di essere rivalutato o scoperto.
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