venerdì 8 novembre 2024

Fantasma d’amore – Dino Risi

Marcello Mastroianni ormai un uomo affermato, incontra una donna che era stata il suo grande amore.

lei (Romy Schneider) è vecchia e malata, chiede l'elemosina, lui si ricorda, e si commuove.

lei è un fantasma, è l'unica spiegazione.

un film d'amore, amaro e tristissimo.

buona (fantasmatica) visione - Ismaele

 

 

QUI si può vedere il film completo


 

Il primo amore è difficile da dimenticare.Parafrasando un titolo dello stesso Risi si può dire che questo film è basato sulla speranza di ritornare a vivere quella passione,quell'amore così intenso che è sempre stato sognato da ognuno di noi.I primo amore,quello che ti segna per tutta la vita.E Risi per raccontare questa bramosia usa termini non ovvi,costruisce una sorta di gotico padano illuminato fiocamente dalla fotografia di Tonino Delli Colli ,giusto per dare colore all'atavica, sempre presente nebbia che avvolge costantemente i luoghi in cui è ambientato questo film.L'atmosfera che viene creata è un atmosfera strana,silenziosa di una freddezza pari quasi al mistero che viene celato fin quasi alla fine.Il maturo commercialista di Pavia che rivede il suo primo amore prima sfigurato dalla vecchiaia e dalla malattia,poi ritrovandola nell'antico splendore,vede il suo mondo di certezze sgretolarsi progressivamente ,arriva a confondere realtà con sogno e Risi è ben attento a non spiegare troppo quello che si vede.Il dato di fatto esiste(la donna che lui rivede è morta tre anni prima) ma il mondo vetusto e spento in cui lui vive assume una dimensione quasi metafisica,sicuramente antirealistica.E ci si ferma qui.A parte gli indubbi meriti formali conferiti da una fotografia di gran pregio e da una regia attenta alle sfumature c'è da sottolineare la grande prova di Mastroianni e delle Schneider in due parti difficili,da modulare,in cui bisogna lavorare di cesello per non risultare poco credibili....

da qui

 

Una tenebrosa e silente Pavia invernale d’antan fa da cornice all'allora scommessa cinematografica di un Risi in pieno smalto che, avvalendosi dell’omonimo romanzo di Mino Milani, abbraccia noir, sentimentale e storia di fantasmi... d’amore! Per farlo attinge al “gigione” Mastroianni (magistrale come sempre) e al volto tormentato della Schneider (a un passo dalla morte). Un capolavoro allora - e forse anche oggi - non capito, che merita di essere rivalutato o scoperto.

da qui

 

 

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