sabato 2 novembre 2024

Parigi, o cara – Vittorio Caprioli

Franca Valeri, che a Roma fa la prostituta e strozzina, con stile, decide di andare a Parigi, come se fosse una scoperta e un miglioramento rispetto a Roma.

in realtà è un postaccio grigio e triste, niente a che vedere con Roma.

bravissima Franca Valeri, e anche Vittorio Caprioli, regista del film e marito di Franca Valeri.

film dimenticato e sottovalutato.

buona (puttanesca) visione - Ismaele

 

 

QUI si può vedere il film completo



Gioiellino camp che non a caso ha il suo fulcro in una Franca Valeri in stato di grazia e nella sua prostituta-strozzina sciccosa, che va in Francia sognando inopinatamente un futuro radioso. Battute fulminanti nell'originale parlata cafona-snob, calate in situazioni paradossali, sono il sale di una storia che dai fasti iniziali mostra man mano le crepe della disillusione che affondano un personaggio amaramente perdente. Una decadenza anche cromatica dai vivaci fasti romani al grigiore della periferia parigina. Teneramente implacabile.

da qui

 

Il film di una vita per la Valeri; nel senso che davvero qui è in assolo e sceglie un personaggio sgradevole e meschino (mai condannabile però): una prostituta non bellissima e un po' sfiorita che cova acredine verso la vita. Il marito regista la mette in piena luce, permettendole virtuosismi nei monologhi eccezionali e non illuminando mai la tiepida, mesta luce sotto la quale è messa sin dall'inizio. Una perla di due artisti anomali anche se popolari.

da qui

 

Ho scoperto questo film solo poco tempo fa,su Iris in seconda serata.Un piccolo gioiellino,per me che adoro Franca Valeri,e qui lei la fa da unica padrona.Infatti il film è fatto su sua misura,ed è un vero tripudio di battute e doppi sensi,situazioni improbabili e ridicole.La Valeri è l'unico esempio in Italia di attrice e autrice di testi cinematografici e teatrali,nella maggior parte dei film dove recita lei compartecipa alle sceneggiature,di solito non è mai la sola protagonista,ma è spalleggiata da grandi attori come Sordi o De Sica.Qui invece tutto il film gira attorno a lei e alla sua bravura,il regista è Vittorio Caprioli,all'epoca suo marito,che si ritaglia un piccolo ruolo per se,ma lascia alla Valeri tutto lo spazio dovuto.Molto bella la visione che il film da prima di Roma e poi di Parigi:non si vedono ,ne nella prima ne nella seconda,monumenti o piazze famose,ma periferie squallide e sconosciute...Ricordo che si tratta di un film del 1962,e soprattutto nei film americani,si aveva delle città europee sempre una visione da cartoline,molto fasulle.Lo consiglio a chi vuole farsi due risate "intelligenti".

da qui

 

…Commedia spassosa con retrogusto amaro, dalla comicità intelligente costruita su situazioni al limite del paradosso, è girata in un technicolor sfavillante che fa risaltare i colori sgargianti delle mises appariscenti e delle tinte ed acconciature che Delia cambia ad un ritmo indiavolato. Un'opera che dimostra anche un certo coraggio per essere un film dei primi 60, nell'affrontare temi allora certamente scabrosi come la prostituzione e l'omosessualità del fratello (personaggio secondario, ma non apparizione fulminea come erano i pochissimi ruoli gay nel cinema di quel decennio).

Una piacevole sorpresa è stata la regia inventiva e personale del marito della Valeri, Vittorio Caprioli (anche interprete del personaggio del pizzaiolo) che non conoscevo come autore, che non si limita a riprendere staticamente le girandole della moglie, bensì le accompagna con la danza della sua macchina da presa estremamente mobile.

da qui

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