venerdì 21 gennaio 2022

Nocturama - Bertrand Bonello

un gruppo di ragazzi e ragazze decide e fa qualcosa che si sentirà in tutta Patigi, una serie di attentati contemporanei contro dei simboli del potere politico, economico, ideologico, cercando di non fare del male a nessuno, neanche loro sanno come andrà a finire, sono preoccupati di tornare a casa in ritardo, il Potere non si fa domande, è caccia all'uomo.

i giovani sono dei moderni nichilisti, senza un grande vecchio dietro, amano l'idea dell'azione chirurgica ed eclatante, ma poi?

si rifugiano, come d'accordo, in un grande magazzino di beni di lusso e aspettano che si calmino le acque, godendo di quei beni di lusso, che sono l'altra faccia del Potere.

un film disturbante, difficile da incasellare, Bertrand Bonello è un regista coi fiocchi e confeziona un film esplosivo, senza attori famosi, solo con dei ragazzi che faranno strada.

un gran film da non perdere, vi terrà inchiodati alla poltrona, con più domande che risposte.

buona (straordinaria) visione - Ismaele

 

 

 

Tagliato in due e articolato in due momenti, di cui il secondo prolunga e chiarisce le intenzioni del primo, Nocturama è una sinfonia funebre che 'suona' il giudizio senza appello di giovani disperati sul mondo che li attende, o piuttosto che non li attende più. Cellula di ragazzi venuti da orizzonti diversi che convergono in un'unica rete (metropolitana) come tonni alla mattanza, i protagonisti di Bonello centrano il cuore di Parigi, prima degli attentati del 13 novembre. Perché il film era già stato scritto per quella data. Se da una parte Nocturama è indiscutibilmente nutrito dalle tensioni del mondo, dall'altra ne è scollato, isolato in un 'a monte' che non s'incarica di interpretare l'attualità violenta degli ultimi mesi in Francia, a Parigi.
Bonello non giudica i suoi protagonisti, non prende (le) parti, limitandosi a posare uno sguardo. Non fa un cinema politico ma fa politicamente del cinema, seguendo con rigore bressoniano una ronde ipnotica di gesti, movimenti, spostamenti, spiazzamenti interrotti da due flashback che non spiegano le ragioni dei terroristi ma giustificano la possibilità della loro unione: come e non perché far esplodere delle bombe in città. Più fondato sulla sensazione che sulla comprensione, come sovente nel cinema di Bonello, Nocturama priva il terrorismo del suo nucleo semiotico, infila la Samaritaine e scivola sulla superficie delle cose fino a emergere nella seconda parte la motivazione incosciente dei giovani attivisti criminali. Nessuna rivoluzione, nessuna rivendicazione, nessuna religione, nessuna (in)coscienza politica, nessuna ingiustizia sociale, soltanto la fantasia infantile di chiudersi una notte intera nel paese dei balocchi per godere di una tregua, godere senza censura o interdizione alcuna…

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Bertrand Bonello porta in scena la lirica dell’azione nel suo farsi, nel suo divenire, eludendo qualsiasi morale, spiegazione o labirintica connotazione psicologica, penetrando nelle dinamiche della tensione e scavando sino a raggiungere il nervo scoperto da stuzzicare ferocemente. Il linguaggio filmico non è impregnato di metafore politiche o ideologiche, ma offre all’occhio uno spaccato sul corpo marcescente di un sistema consumistico in definitiva consunzione, in uno stato di decadimento tale che l’unica risposta non può che essere la sua demolizione. In un realismo che è astrazione da sé, dove la carne diventa parte dello spazio in cui si muove, i corpi notturni sono un riflesso, una derivazione della metropoli in cui vagano, in una dimensione del reale traslata ad un piano quasi fantasmico…

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No teniendo suficiente, Bonello utiliza otro recurso temporal fantástico hacia el final del film, retrocede varios segundos en el tiempo para mostrarnos la misma escena pero desde puntos de vista diferentes. Finalmente, el uso de la pantalla partida extradiegética y diegética (cámaras de seguridad) sirven de guinda del pastel.

Nocturama es una de las películas que mejor trabajan la tensión del espectador gracias a la lección sobre el tratamiento del tiempo que Bonello desprende durante los 130 minutos de duración del film. Y, aunque queden en un segundo plano, el trasfondo de la historia y de los ataques terroristas no son solamente interesantes sino necesarios teniendo en cuenta los tiempos convulsos en los que vivimos.

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Uno de los aciertos capitales de Bonello está en hacer desaparecer de la trama al impulsor de los atentados, dejando al grupo de jóvenes protagonistas huérfanos de líder y a su espectador de explicaciones. El encierro en el centro comercial le sirve para mostrar que sus terroristas (denominados según la sensibilidad actual) son jóvenes hedonistas corrientes, entre asustados y aburridos pero nunca demasiado conscientes de las implicaciones éticas de sus actos. Esta familiaridad desprejuiciada provoca una incomodidad que va en aumento al revertir la percepción de indefensión en el relato. En el planteamiento, un plano aéreo sobre París y un montaje alterno de los movimientos orquestados de sus protagonistas (la forma que tiene Bonello de combinar los movimientos de avance físico de personajes con el ritmo fílmico es digna de estudio) sugieren que la indefensa es la ciudad. Pero su desenlace, tras la maniobra de acercamiento que disipa la apariencia de implacabilidad del grupo de muchachos, la sensación es muy distinta. Mientras que el acto revolucionario es pasional, los mecanismos que el sistema emplea para erradicar las anomalías son de pura frialdad racional. El empresario que recorta puestos y el policía que dispara sin vacilar son, en este sentido, mecanismos de funcionamiento estándar. Que Bonello logre generar dudas sobre si la violencia institucional (insistimos, en su acepción más amplia) es plenamente justificable frente a la violencia agitadora ya entraña un mérito indudable. Que lo haga además en la época más inapropiada para plantear estas ambigüedades es un ejercicio de valentía pura. Nocturama es una de esas películas que definen con puntería una época a base de meter el dedo en sus llagas y hurgar hasta lo más profundo.

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dopo le polemiche, il silenzio. Sembra essere questa la condanna riservata al film di Bonello che racconta la vicenda di un gruppo di giovanissimi attentatori francesi impegnati a mettere a ferro e a fuoco Parigi. Il soggetto scomodo – pensato da Bonello già a partire dal 2011 e portato a termine casualmente proprio a ridosso dei recentissimi attentati avvenuti nella capitale francese – avrebbe dovuto invitare qualcuno a proporre Nocturama come nuovo film-scandalo. Così almeno sarebbe successo un tempo, in linea con un approccio commerciale se si vuole cinico, ma che permetteva di vedere tutto, e magari di contestare e di aprire un dibattito.
E, invece, il fatto che non se ne parli, il fatto che lo si nasconda e lo si celi sembra poter confermare paradossalmente l’assunto stesso del film: la civiltà europea, preda di un isolazionismo spaventoso, individua i nemici all’esterno mentre nel frattempo mangia se stessa, per una autofagia silenziosa che – se si continua così – non lascerà nulla del Vecchio Continente, ad eccezione di qualche simulacro…

…dividendo nettamente il film tra una prima parte perlopiù in esterni in cui si vedono i protagonisti mettere in pratica i loro piani omicidi-suicidi e una seconda parte in cui li vediamo rifugiarsi nel già citato centro commerciale. Qui, nella direzione di un’astrazione che si fa via via più chiara, ecco spalancarsi il nucleo discorsivo del film: i ragazzi si rispecchiano nei simulacri della civiltà e vi aderiscono per noia, in attesa del momento del giudizio. Così, se nella prima parte per diversi aspetti poteva venire in mente Elephant di Gus Van Sant (dove però da un lato vi è in Bonello una regia meno rigorosamente allucinata, mentre dall’altro i flashback ‘motivazionali’ sono più efficaci rispetto al film del cineasta americano), nella seconda non possono che venire in mente due classici dell’orrore della società dei consumi: Zombi di George Romeo e Dillinger è morto di Marco Ferreri. Il primo per la contiguità con la morte e con la fine della civiltà, per quella sensazione di assedio permanente, per il contrasto interno-esterno (l’interno ovattato e apparentemente rassicurante del centro commerciale, contro un esterno rumoroso e in ebollizione) e, infine, per quel gioco bambinesco dell’usa e getta della merce; il secondo – il film di Ferreri – per l’atarassia esistenziale che si trasforma in ‘spensierata’ brama omicida e che si traduce in volontà di potenza e insieme di annullamento.

E se non mancano in Bonello alcune sottolineature a volte un po’ oziose e superflue (lo show di uno di loro che si mette a cantare My Way), queste restano nettamente sullo sfondo rispetto a una impressionante serie di immagini e situazioni glacialmente significative (su tutte, la statua di Giovanna d’Arco che brucia e che ci guarda in primissimo piano; cosa che ha fatto arrabbiare molto il Front National, abituato a riunirsi ai piedi del monumento).
L’Europa non è un continente per giovani, si potrebbe dire ancora a proposito di Nocturama. E allora ecco che la polizia e il governo francesi fanno sapere che con i terroristi non c’è alcuna possibilità di trattativa: sono stati identificati come nemici dello Stato e dunque come tali andranno trattati. E così il sipario si chiude, ma non solo e non tanto su un gruppo di ragazzini, quanto su noi stessi…

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…Un gruppo di giovani, eterogeneo da un punto di vista etnico e sociale, è accomunato dalla volontà dei membri di improvvisarsi terroristi. Gli attacchi simultanei sono rivolti a danneggiare i simboli del denaro e della tradizione francese.

Ci vuole poco per smascherare dei ragazzi inebriati da idealismi (volutamente non menzionati) che perseguono con mezzi di bassa caratura. In tal senso, il grande magazzino in cui si rifugiano è pieno di tentazioni, ed il gruppo si lascia così sedurre dall’edonismo capitalista griffato Nike. Società e sovversivi: due facce della stessa medaglia.

Maniacale attenzione alla fotografia, uso sapiente dei fuori campo e colonna sonora ricercata: con Nocturama, il regista Bertrand Bonello mette il timbro sul suo stile e si conferma uno dei cineasti ‘pop’ più interessanti del panorama internazionale.

Un finale lontano da ogni didascalismo di sorta esalta Nocturama fino a renderlo un autentico must watch degli anni ‘10.

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