sabato 29 gennaio 2022

Mademoiselle Chambon - Stéphane Brizé

una storia banale, la maestra e il muratore, padre di un suo alunno, vengono attratti dalla calamita della passione.

e le cose vanno avanti, fra silenzi, sguardi, tutto in modo misurato e però irresistibile.

ottimi attori, la maestra, il muratore e la moglie, che sa soffrire e aspettare.

un fran bel film, per gli amanti del cinema francese, e di ogni cinema.

buona (musicale e tormentata) visione - Ismaele


 

 

 Sconsiglio la visione di questo bellissimo film alle persone che lamentano l’eccessiva lentezza di un certo cinema francese. La raccomando invece vivamente a chi ama i film costruiti sulla qualità dei dialoghi, sull’intensità della recitazione e sull’introspezione dei caratteri dei personaggi. Inizialmente, Jean e Véronique esitano addirittura sul modo in cui parlarsi e comportarsi l’uno con l’altra. Piccole frasi, reciproca gentilezza nei modi, reciproco rispetto. Per arrivare al primo bacio si deve attendere una quarantina di minuti e faranno l’amore una sola volta, a film quasi terminato. Il finale, poi, porta da tutt’altra parte. Vincent Lindon, attore capace veramente di tutto, si cala in maniera sorprendente per autenticità nella parte del bravo muratore, forte, uomo semplice ma onesto e di grande umanità. Di fronte a lui l’eccellente Sandrine Kiberlain, quasi stupita dei sentimenti che sente nascere dentro di sé nei confronti di un personaggio lontano anni luce dal suo modo di vivere. Il film è privo di scene erotiche, ma si respira aria di desiderio sessuale fin dal primo incontro. Questo approccio a tentoni, il lento avvicinamento dei due protagonisti e l’esito che non va rivelato suscitano nello spettatore una crescente tensione da thriller psicologico in una vicenda ambientata nella quotidianità di persone di ogni giorno, in contesti semplici quali il lavoro e la vita familiare. Tutto avviene alla luce del sole, non ci sono incontri segreti, né scoperte traumatiche. A nudo vengono messi soltanto i sentimenti, le incertezze, la paura mista a desiderio di cambiare vita. In questo risiede la grandezza di un film delicato quanto profondo. Nell’adattare il romanzo di Eric Holder da cui è tratta la sceneggiatura, il regista Stéphane Brizé riconosce di essersi lasciato volutamente influenzare da « I ponti di Madison County » (1995) di Clint Eastwood (fonte « Allociné.com »). Ne condivide in effetti la sobria tonalità ed una conclusione che lascia con il groppo in gola. Da notare che, nella vita reale, Sandrine Kiberlain e Vincent Lindon sono stati moglie e marito...

da qui

 

Mademoiselle Chambon is an exquisite and well-acted French film directed by Stephane Brize. There isn't a wasted moment in this subtle and slowly unfolding story of an extramarital romance. Both Jean and Veronique are opened to fresh territory inside themselves that they had not explored before. And their lives are enriched by what happens between them. Vincent Lindon and Sandrine Kiberlain give stellar nuanced performances which make the most out small moments that signal the soundings of the heart.

da qui

 

Mademoiselle Chambon es una película sobre las otras gramáticas, las evanescentes, las que nacen y mueren cada día, las que están implícitas en el silencio, en las miradas, en las ventanas que se rompen, se abren y se cierran. En la manera de acomodar las masitas en un plato. En la paz cifrada en unos pies dormidos. En la pose fingida de los amantes que dicen sentir la música cuando lo único que pueden escuchar son sus propios latidos, que ya no dan más. También están los frágiles códigos de la cobardía que las mujeres leen a la perfección (no, Jean, no tenías que montar la escena del cumpleaños para “hablarle” a tu mujer), y aún más extendidos están los códigos de la resignación y los de la fantasía romántica. ¿Pero qué resignamos exactamente? ¿Qué anhelamos? ¿Podemos definirlo acaso? De nuevo la paradoja, el deseo que no puede hacerse de su objeto. Porque cuando lo consigue, ya dejó de ser deseo.

da qui

 


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