domenica 25 agosto 2019

The Nest (Il nido) - Roberto De Feo

film buonissimo, pieno di citazioni, non di copiaincolla, e di mille cose, dà da pensare.
le citazioni sono nella mente di chi guarda, naturalmente, e tra i numerosi riferimenti ad altri film citati nelle recensioni, ne manca uno, secondo me, la crudeltà è la stessa di Salò di Pasolini.
tanti sono i rapporti malati, quelli familiari, quelli fra padroni e servi, l'ossessione delle regole, per proteggersi.
ma è come quello che accade con i cambiamenti climatici, anche se costruisci un muro, e metti le guardie, quelli arrivano, è sicuro.
qualcuno avrà paura che sia un film dell'orrore, vero, ma, come direbbe Flaubert, l'orrore siamo noi, è dentro di noi, è una specie di cronaca dei tempi moderni.
e poi la musica di Theo Teardo è perfetta.
un film da non perdere, una bellissima sorpresa, quando vai al cinema non confonderti, non seguire la fila lunga, quella è per il Re Leone.
buona visione - Ismaele





Ma è troppa la gioia, troppo l'entusiasmo, magari anche campanilistico, per essermi ritrovato davanti un "nostro" film così bello, così anche più bello di tutti quelli che il pubblico delle sale adora.
E questo è un film importante anche perchè dimostra come si può "copiare" dai maestri nel modo migliore, perchè ha dentro umanità, perchè non è solo tecnica ma anche scrittura e amore per i personaggi.
Un film che racconta apparentemente di una iperprotettività, di un rapporto malato madre-figlio che priva quest'ultimo della libertà sia spaziale che emotiva, che sembra raccontare perversioni e orchi.
Non che questo aspetto manchi (il personaggio di Lombardi non ha alcuna accezione positiva, il suo processo di mostrizzazione è completo) ma il bellissimo finale - finale che rende tragica la figura apparentemente più odiosa, quella della madre, e che fa passare in un amen The Nest dall'essere un film gotico con possibili derive da ghost story o demoniache al virus movie post-apocalittico - ci racconta altro, ci racconta di come alcune volte per proteggere chi ami si è costretti a fingere di essere quelli che non si è, ad esser forti, autoritari, anche cattivi perchè in questo assassinio della nostra natura è nascosta la salvezza dell'altro.
E questo non riguarda solo padri e figli.
E allora viva The Nest, viva De Feo, viva chi ancora nell'horror non cerca per prima cosa la paura facile ma il racconto, anche delle emozioni.

 Denise guarda nel buco della serratura.
La sua iride, l'iride di lui.
Una scena che significa solo una cosa.
Riconoscersi

…Una nota a margine va sicuramente dedicata alla figura della madre, elemento di maggiore disturbo e di oppressione nell’intera opera. Un personaggio passivo-aggressivo che esercita la sua forza psicologica sul figlio per sopperire a delle mancanze emotive personali, dettate dalla solitudine in cui verte. Una donna prettamente negativa, spesso inquadrata nell’ombra o in lontanza, per andare ad incrementare così la sua austerità e il senso di minaccia a cui è legata. Una figura che amplia e fortifica il gioco degli opposti all’intero del film e che indirettamente dipinge in modo estremamente negativo i legami famigliari, spesso più dannosi che utili.
The Nest quindi, nel suo complesso, è un film da non sottovalutare, soprattutto per il suo coraggio di imporsi attraverso un’estetica non nazionale in un contesto culturale che spesso lo ostacola. Una scelta che se da una parte lo priva di una sorta di personalità, dall’altra gli conferisce uno smalto, sicuramente più attraente ed appetibile per un pubblico generalista. Una mossa strategica importante ed intelligente, che si spera possa portare ad un riavvicinamento al cinema italiano da parte dello spettatore.

2 commenti:

  1. Una bellissima sorpresa, davvero inaspettata. Un horror italiano con tutti i crismi che, come dici giustamente, non copia ma omaggia un genere.

    RispondiElimina