lunedì 20 maggio 2019

Stanlio e Ollio - Jon S. Baird

premessa 1
se esistesse il Paradiso, Stanlio e Ollio avrebbero entrambi la tessera numero 1, chi ha fatto ridere di gusto in tutto il mondo più di loro due?

premessa 2
quando ero ragazzino c'era un programma intitolato "Oggi le comiche", il sabato, e tornavamo da scuola velocissimi per non perderci neanche una puntata.

premessa 3
quando esistevano i cinema, ancora negli anni '70, la domenica mattina davano film comici o cartoni animati. 
la sala era piena di bambini  e bambine, ragazzine e ragazzini, centinaia e cantinaia, che facevano casino e ridevano, ma quando apparivano Stanlio e Ollio si rideva soltanto, anche se quel film o quella comica l'avevi già vista più volte.

il film
è una storia d'amicizia, quasi amore.
Steve Coogan (Stanlio) e John C. Reilly (Ollio) sono bravissimi, e convincenti, a interpretare i due giganti sul viale del tramonto.
ci sono dei momenti, sopratutto verso la fine, che commuovono, i due si dicono tante cose che mai si erano detti, e trovano finalmente le parole.
sono fragili, in balia degli impresari, Stanlio e Ollio, si fanno fregare sempre, loro sanno e vogliono solo far ridere, una delle cose piu difficili del mondo.
un film che ti dà più di quello che ti aspetti - Ismaele

ps: se qualcuno vuole rivedere i lavori di Stanlio e Ollio, ecco che 
raiplay ci offre decine dei loro lavori.


Poche cose sono tristi, cinematograficamente, come le narrazioni dei declini. Si dice che i comici siano dei depressi, e in quello che si dice c’è sempre qualcosa di vero; sul piano psicoanalitico, la loro tristezza diventa, per formazione reattiva, allegria e comicità. È con questa tristezza che ci mette a contatto il bel film di John Baird, dedicato a due personaggi che resteranno per sempre vivi nell’immaginario e nella memoria collettiva, Stanlio e Ollio…
 Come elaborare il lutto, il doppio lutto abbiamo visto di passato e di futuro, per due persone che hanno perso il solo mondo che conoscevano? Benché entrambi teneramente amati dalle rispettive mogli, io credo attraverso la loro amicizia, straordinario sodalizio umano e artistico per cui non si dà l’uno senza l’altro; la vera coppia sono loro. La reciproca dedizione, l’assoluta sintonia sembrano il mezzo, tutto umano, che consente la tolleranza di un declino inglorioso: ricordati eternamente per il film degli anni ’30, e del tutto dimenticati dopo.
Un dettaglio concentra il senso di questa fedeltà e l’intensità di questa nostalgia. Anche dopo la morte di Ollio, Stanlio continuerà a scrivere per loro due, per una coppia che non esiste più se non come oggetto interno e consolazione della memoria. Ma , indifferente al tempo, lui continua a scrivere per “Stanlio e Ollio”.



Il film di Jon S. Baird racconta un momento difficile come quello del declino della carriera di un attore: quanto è difficile reagire quando il successo ottenuto svanisce? Coogan ci ha detto ridendo: "Non lo so perché la mia carriera non ha mai avuto cedimenti. Sempre sulla cresta dell'onda". Qual è quindi il segreto di Stanlio e Ollio? "Penso che sia il loro cuore e quanto amassero gli esseri umani: nella loro commedia non c'è mai cattiveria, ma bonarietà e conoscenza della fragilità umana. Poi c'è anche un'amicizia duratura, una collaborazione affettuosa attraverso tutti questi folli guai" ci ha detto John C. Reilly. D'accordo il collega: "La cosa bella è che, non importa quante cose brutte siano accadute a Laurel e Hardy, sono sempre rimasti amici. Avevo un po' di paura a interpretare questo ruolo, ma è una cosa buona: è un bene essere spaventati, perché rimani concentrato. Sono i pionieri della commedia al cinema: la loro commedia è così essenziale che non è invecchiata, è senza tempo. È per questo che parliamo di loro ancora oggi"…

…A rendere tutto ancor più piacevole sono i due protagonisti, perfettamente calati nei rispettivi ruoli. Entrambi sono stati bravi a tirar fuori senza cadere nel caricaturale o nel macchiettistico gli aspetti più intimi e le sfumature dei due personaggi. Sebbene John C. Reilly abbia ottenuto per il ruolo di Ollio una nomination ai Golden Globes, mi sento di elogiare il lavoro di Steve Coogan, meno “aiutato” da mezzi tecnici come trucchi, nel dare il giusto aplomb e il giusto equilibrio alla sua interpretazione. Lodevoli sono anche le prove di Nina Arianda e Shirley Henderson, che hanno vestito i panni delle compagne dei due. Il loro arrivo dà un contributo notevole all’evoluzione dell’opera e permettere allo spettatore di scrutare ancor di più nelle mura domestiche di questi due grandi personaggi.

il film ha una vena didattica riscattata dalle performance strepitose dei due attori, che andrebbero sentiti in originale – il doppiaggio rovina l’incanto, quanto tempo ancora servirà per capirlo? Accanto a John C. Reilly c’è Steve Coogan di “Philomena”: il trucco aiuta, ma la precisione nei movimenti, quando ballano atteggiandosi a signorine con la gonnella, o quando rifanno qualche celebre gag, è impressionante.

Ad interpretare il duo negli ultimi anni di carriera sono due attori che si superano in quanto a capacità mimetiche: Steven Coogan e John C. Reilly sono infatti incredibilmente vicini agli originali, riproducendone al meglio tic, guizzi e movenze; alla loro qualità si aggiunge il merito del regista di aver calato il racconto in un'atmosfera generale di romantica malinconia, assecondando una sceneggiatura (di Jeff Pope) che ha l'esatto intento di sottolineare come a determinare le loro scelte, specie avvicinandosi inesorabilmente al canto del cigno, sia stato proprio un legame profondo e indissolubile fatto di affetto oltre che di rispetto e stima. In un film che si incentra sulla relazione umana intercorsa tra Laurel e Hardy filtrandola attraverso il ricordo di quello che è stato il loro genio ed il loro contributo all'arte comica a livello artistico, le scenette improvvisate (alla reception di un albergo come per la strada), così come gli screzi seguiti al riemergere dei fantasmi legati alla fine del vecchio sodalizio, o le difficoltà e le scelte sempre condivise in base alle condizioni di salute incerte di Oliver (con un ginocchio in disordine e il cuore debole) hanno sempre - e intenzionalmente - il sapore naif e genuino di un'amicizia tenera e vera.

…Il film di Baird utilizza poi il lavoro successivo del duo, per il mai realizzato Le fiabe di Laurel & Hardy, per farne un controcanto alla loro ultima tournée: nonostante i due attori continuino a provare e a lavorare a nuove gag comiche, il film non si farà mai. Entrambi lo sanno, ma nessuno ha il coraggio di dirlo all’altro: il loro tempo è passato, tocca ad altri.
Eppure è qui che Stanlio e Ollio si fa più elegiaco e amaro: nel racconto dei due giganti indistruttibili sullo schermo, che la vita ha trasformato inesorabilmente in uomini fragili, vessati dall’età e dalla malattia, capaci ancora di ritrovare se stessi solo sulle assi di un palcoscenico, per un ultimo spettacolo assieme.
Baird è bravo a ricostruire la perfezione comica di quegli sketch, la consumata abilità dei due di giocare con se stessi e con i loro ruoli.
Quando si spengono le luci, tutto è ancora possibile: l’inganno è sotto gli occhi di tutti, ma il trucco è riuscito ancora. La magia si innova, il pubblico ride. Non restano che gli applausi.

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