martedì 28 maggio 2019

Border - Creature di confine (Gräns) - Ali Abbasi

un film così non l'avete mai visto.
all'inizio Tina, e poi Vore sembrano usciti da Freaks, il film di Tod Browning, del 1932.
ma non è un film di mostri, solo di esseri umani diversi dalla maggioranza.
Ali Abbasi riesce a mostrare le paure verso gli altri, senza prediche e trucchetti, e come è difficile stare insieme.
guardate il film senza pensare a come finirà, non potete neanche immaginarlo.
non lasciatevelo scappare, è cinema di serie A.
buona visione - Ismaele







Più ci si addentra nella storia, più si rimane ipnotizzati dai vari cambi di registri: il viaggio verso la scoperta di se stessi, l’indagine su un caso di pedofilia e l’importante componente fantasy che riesce a unire il genere a una metafora sociale. Un ibrido perfettamente funzionante che riflette sui limiti e confini tra atavici impulsi e moralità della civiltà. Se l’attrazione per Vore è un gioioso senso di vertigine e riscoperta, la consapevolezza di una vita, sino a quel momento basata sulla menzogna, destabilizza Tina che non riesce a capire a quale mondo appartenga. Sensazioni contrastanti che passano dai protagonisti allo spettatore, in balia di una fiaba fantasy dal sapore coming of age. Ma anche  il risveglio sessuale ha un approccio fuori dall’ordinario e a dimostrarlo è una memorabile sequenza in cui i confini tra ferinità/umanità, maschile/femminile, si uniscono (con)fondendosi naturalmente tra loro. Border, più che raccontato, va vissuto.

…Ad individuare ed analizzare tutte le tematiche dentro Border c'è da scriverci un saggio.
Tematiche etiche, umane, sociali, di tutto.
E' anche difficile individuare quale, tra tutte, sia quella principale tanto che potremmo vedere questo metter dentro tante cose come un piccolo difetto.
Magari vediamone qualcuna.
Prima tra tutte c'è una metafora che potrebbe tranquillamente prescindere dal discorso umano-mostro ma che grazie a questo espediente risulta sicuramente più forte.
Ed è quella di scoprire chi si è.
Ogni persona dovrebbe avere il privilegio di scoprire, o capire, chi sia.
Spesso viviamo in luoghi, abitudini sociali o rapporti umani che sono lontanissimi dalla nostra vera essenza, sono soltanto il nostro adattamento a tutto quello che abbiamo intorno…

….Border è anche cinema e anche gran bel cinema.
Intanto il trucco dei due protagonisti è straordinario, c'è poco da dire.
Io, paradossalmente, ho amato ancora di più la figura di lui, così inquietante, dal sorriso bestiale sempre pronto a diventar ringhio, bellissimo.
Il regista, Abbasi, è davvero bravo e ci regala un film benissimo girato e fotografato splendidamente…

Che sia stato un autore transfrontaliero, cosmopolita, come Ali Abbasi – iraniano di nascita, danese di residenza, svedese di adozione e di passaporto – che i confini geografici e culturali li ha dovuti attraversare, a portare al cinema questa storia vorrà pur dire qualcosa. La sua empatia verso la coppia protagonista Tina-Vore è evidente e, in questa perlustrazione del cinema di genere e nella categoria del differente e del freak, in questo uso del mostruoso orrorifico come metafora, si affianca un’altra giovane regista della diaspora iraniana, la Ana Lily Armipour che ci ha dato negli anni scorsi prima A Girl Walks Home Alone at Night e poi The Bad Batch, premiato a Venezia. La donna-troll di Border è clandestina, esule nella propria patria, estranea a se stessa al punto da non conoscere la propria identità e da ritrovarla solo per un caso fortuito. E con il gioco delle metafore si potrebbe continuare all’infinito, ad esempio col dire che Borderè anche la rappresentazione della nostra – di noi tutti – animalità perduta, della nostra corporalità sacrificata ai processi di civilizzazione…

Autore svedese di origine iraniane, Ali Abbasi realizza un film sorprendente e immaginifico che inquieta e insieme meraviglia, incrociando cronaca sociale e atmosfera fantastica. I colpi di scena, tutti di rilievo, non sono mai gratuiti in Border che interroga la nozione di umanità, di animalità e le loro frontiere. Se la natura umana è mostruosa, non ci restano forse che i mostri per farci la lezione proprio come nelle favole gotiche di Guillermo del Toro.
Sottile e brutale, il film di Abbasi conduce su un terreno originale e perturbante, quello delle vecchie leggende rivisitate e di un fantastico sociale meravigliosamente ispirato. Al di là dei confini del titolo e del possibile, Border avanza attraverso una serie di rotture drammatiche che mettono in dubbio le apparenze. Quello che ci appare perbene pratica la pedofilia, quello che ci appare un'aberrazione genetica la combatte con un superpotere, un fiuto senza pari per l'abiezione umana. Ma Abbasi va ancora oltre, sollevando con la sua protagonista la questione dell'identità…

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