giovedì 20 settembre 2018

Thelma – Joachim Trier

Thelma lascia la famiglia e va all'università, con tutti i rischi per una ragazzina che è sempre stata nel paese, e come tutta la famiglia molto religiosa.
ma quella famiglia e Thelma hanno dei segreti tragici.
Thelma ricomincia ad avere strane crisi epilettiche, proprio nei momenti in cui l'emozione è ai massimi livelli.
poi torna al paese, per rilassarsi, dopo tutte le tensioni e le emozioni della capitale.
è l'occasione di fare dei conti, di iniziare a diventare libera, finalmente.
la fotografia è bellissima, un valore aggiunto per un film che vale molto.
peccato se ve lo perdete, è passato in qualche sala, per poco tempo, si può sempre recuperare, se non c'è il dvd.
Joachim Trier vi lascerà anche questa volta a bocca aperta, non privatevene - Ismaele




Si leen un par de veces más el resumen, ‘Thelma’ podría parecer una película barata de terror, pero estos elementos solo funcionan bien en un escenario que Joachim Trier (‘Oslo, 31 August’‘Louder Than Bombs’) sabe manejar de forma magistral: el drama como género soberbio en el que se puede despertar cualquier cosa. ‘Thelma’ es una hermosa película, visualmente asombrosa, pero nunca deslumbra para conquistarnos en un plano visual. No ensombrece la triste historia de una chica que no sabe cómo dominar lo que tiene por dentro. Afortunadamente, no es una película de horror sobre una chica con poderes;‘Thelma’ es una alegoría excepcional sobre la madurez y los monstruos que solo podemos conocer cuando nos encontramos con lo adverso. Esto no quiere decir que sea una película ligera: ‘Thelma’ es aterradora, pero el miedo proviene de otro lado mucho más orientado a la resolución de su personaje. No se trata de sustos, se trata de la verdad siniestra que se plantea.
Eilie Harboe (‘The Wave’) interpreta a Thelma de manera extraordinaria. Es difícil encontrar a una actriz joven que sea tan convincente a la hora de retratar personajes tan expresivos como Thelma. Llegamos a conocer su terror, sus miedos y su incesante búsqueda por la verdad. Es un planteamiento tan completo que nunca la condenamos por sus actos. De hecho, hasta apoyamos la causa terrible que la joven propone en un acto final desmesurado pero totalmente justo. Este aplauso final nos ubica en un contexto inexplicable, y del cual tampoco necesitamos conocer toda la verdad. Cuando Thelma triunfa, no lo entendemos todo: ella decide vivir así y exactamente de esa manera la debemos aceptar.

Nel prologo la vediamo bambinella, sui 6 anni, andare a caccia col padre.
Boschi innevati, ghiaccio e un cerbiatto a cui sparare (solo negli ultimi 4,5 anni ricordo almeno quattro film con prologhi o scene madri riguardanti la caccia in boschi innevati).
Il padre dice alla figlia di star zitta, poi prende la mira per sparare.
Mentre la bambina è assorta il padre sposta la canna verso di lei.
Grande prologo, uno di quelli che oltre ad esser benissimo girati ci offrono già, in pochi secondi, degli input al cervello.
Perché voleva uccidere la propria figlia?
Bene, da quel momento il cervello non smetterà più di elaborare, per tutta la durata del film.
Seconda sequenza è una strepitosa god view che parte dal cielo e arriva, pianissimo, fino ad una ragazza che sta camminando in quell'immensa piazza.
O.k Joachim, due sequenze e sono già tuo.
In realtà, poi, Thelma sarà tutto tranne che un mero esercizio di stile.
Anzi, credo che sia così alta la profondità di scrittura che alla fine della regia te ne dimentichi pure, o così è successo a me…

…Su tutto, c’è un sentore da film educativo, da film sulla liberazione sessuale rispetto al confronto meccanico con l’ossessivo cristianesimo dei severi genitori; un sentore che pesa e che tarpa le ali, in particolare per via di certi grossolani simbolismi – il serpente a rappresentare, ovviamente, il sesso; l’uccellino a simboleggiare, naturalmente, la precarietà della vita e la sua voglia di continuare a volare. I maestri che Trier omaggia, Argento e De Palma in particolare, non si ponevano – e non si pongono – certi problemi, non hanno l’intento di insegnare qualcosa alle nuove generazioni, ma pensano piuttosto – esclusivamente – ad atterrire il pubblico e a sconvolgerlo con le loro riflessioni sullo sguardo che sono – caratteristicamente e caratterialmente – conformi a un’idea di cinema-cinema. Al contrario, Trier dà più volte l’impressione di non credere all’autosufficienza discorsiva della macchina cinematografica – e, in fin dei conti, come dargli torto di questi tempi? – finendo così per annacquare in parte la forza di un racconto sorretto comunque da una regia eccellente e, a tratti, visionaria.
Il nuovo lavoro di Trier finisce così per apparire come un film di grande – e spesso riuscita – ambizione e dalle preziose tendenze manieristiche, ma in cui forse si sarebbe dovuto osare ancora di più.

Nel bene e nel male, Thelma non spinge mai completamente sull’acceleratore – anche se ci sono due scene mozzafiato, che coinvolgono una finestra rotta e una combustione spontanea, che rispettivamente, ti danno un assaggio di quale versione sconvolgente di questo potboiler psicologico potrebbe essere se solo si togliesse il coperchio. Invece Trier fa sobbollire tutto, con il gesto occasionale e grandioso circondato da lunghe distese di surrealismo frizzante e strizzate d’occhio ad altri cineasti. (Guardando quella scena tremante e tremolante dell’auditorium quando Anja suscita il desiderio di Thelma, puoi dire che il regista norvegese ha studiato Hitchcock – o almeno ha studiato De Palma studiando Hitchcock).
Questo è un horror servito a temperature gelide, il tipo che usa la gratificazione ritardata e il terrore esistenziale per continuare a chiedersi quando succederà invece di che cosa accadrà. È anche uno stile che – senza uno scopo preciso – oltre a essere superficialmente spettrale, provoca un senso di frustrazione. C’è una differenza tra un thriller che brucia lentamente e uno che è solo lento; c’è una differenza tra ambiguità e non avere una risposta, punto. Puoi quasi percepire il regista che capovolge le idee passate: l’emancipazione femminile, quella religiosa, la manifestazione di rabbia o di desideri libidinosi come soprannaturali, traumi che sbloccano i “doni” genetici dell’Homo superior – prima di scartarli o lasciarli andare a morire. Persino la sua eroina, interpretata da Harboe con la confusione e la disperazione negli occhi da cerbiatta, inizia a somigliare più a uno schizzo di personaggio che a una giovane donna intrappolata in un tornado emotivo…

Stilizzato e non certo facile, si avvale di un misto di fantasy e fantascienza per le sue allegorie. A spianare la strada al regista ci pensa il direttore della fotografia, Jakob Ihre, che sfrutta al meglio il bianco accecante della neve e i colori cupi o neutri degli interni.
Il risveglio di questa giovane donna dal suo passato e la scoperta delle sue pulsioni sessuali sono un battito d’ali di farfalla che scatena un terremoto emotivo in tutti quelli che la circondano. Lei compresa.
Thelma è un thriller psicologico complesso, non perfetto, perché nel finale alcuni passaggi non sono sviluppati, a differenza del complesso del film, ma merita la visione.

Thelma tiene un gran impacto sobre el espectador porque le permite establecer una rápida identificación.Todos hemos vivido el momento de salir del nido de nuestro padres, de afrontar el mundo por nosotros mismos, de alejarnos de nuestra zona de confort y enfrentarnos a la realidad por primera vez. Es en el momento de la adaptación a la vida universitaria, de las relaciones con sus amigos, del desafío a las normas de sus padres y del descubrirse a uno mismo cuando la película funciona de maravilla. Sin embargo pierde fuerza en el momento en que Thelma regresa con sus padres, para enfrentarse a su pasado y a sus poderes. En este tramo lo fantástico sí nubla y traiciona el tono realista del film. Pero la película consigue tener cohesión ya que su protagonista, interpretada magníficamente por Ellie Harboe, consigue transmitir magnetismo y misterio en todo momento. Del mismo modo que lo hace el tono elegante y la propuesta formal con la que Joachim Trier ha vuelto a dejar claro que es uno de los directores nórdicos con mejor carrera prometedora del momento.

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