mercoledì 13 giugno 2018

Small Town Murder Songs – Ed Gass-Donnelly

un thriller a bassa intensità, senza troppa violenza apparente.
Walter è un poliziotto tranquillo, in una zona tranquilla, dove non succede mai niente, ma nessun luogo è al sicuro dal Male.
come canta Fabrizio De Andrè:
"Non tutti nella capitale 
sbocciano i fiori del male, 
qualche assassinio senza pretese 
lo abbiamo anche noi in paese."

l'oppio dei popoli non salva nessuno, e Walter c'è cascato, ma la sua anima soffre sempre.
un piccolo grande film, da non perdere - Ismaele 







…Walter (uno Stormare gigantesco, in tutti i sensi ) domina incontrastato con i suoi sensi di colpa e le varie screziature di un'anima divisa in tanti frammenti.
Però lui rappresenta la legge, è anche lui il pastore di un gregge e quindi la sua missione diventa molto più importante della sua individualità.
A costo di annullarsi.
E questo per lui è il modo migliore per riscattarsi di fronte ai suoi concittadini.
Facile trovare assonanze con il western postmoderno alla Coen ( in fondo questo paesino dell'Ontario incarna alla perfezione il concetto di frontiera sia dal punto di vista reale che spirituale proprio per la contrapposizione tra cattolici e cristiani mennoniti ) ma è ancora trovare più assonanze con il cinema americano indipendente che sta guardando in modo sempre più insistente verso l'altra faccia dell'America ( penso ad esempio a Winter's bone oppure a Frozen river  che tracciano percorsi esistenziali diversi ma  ugualmente condizionati dall'ambiente).
Qui siamo in Canada ma in fondo la provincia e la sua capacità di nascondere mostri in grembo è un pò uguale da tutte le parti.

…Il consiglio è di lasciarvi trascinare dalla suspense di questo noir ambientato in quella provincia, tipica del Nord America, in cui gli istinti spesso esplodono mostrando la parte peggiore dell’essere umano. Tristezza, assenza di prospettive, religione, flebili speranze e molta malinconia, s’insinueranno nella mente dello spettatore e solo alla fine torneranno al loro posto…

Indaga sull'omicidio ma in modo confuso, troppo personale e intenso, visto che nella storia è immischiata anche la sua vecchia compagna (che l'ha lasciato proprio per il suo carattere violento).
Ah, tra l'altro grande attrice, c'è una scena in cui se ne sta sulla veranda e guarda Walter da pelle d'oca.
Il film va avanti, è allo stesso breve ma lento, le indagini proseguono senza trovate eccezionali, i volti funzionano, la comunità ha sempre il suo fascino.
Sì sì, funziona la storia, semplice ma funziona.
Eppure l'unica cosa che conta è Walter e quello che succede in due scene straordinarie (se avete visto il film prima di leggere la recensione spero ve ne siate accorti).
Nella prima, quella a cena con la moglie, asfissiante, piena di Dio, da apnea religiosa, Walter se ne sta lì, ascolta, ma si vede che quell'ipocritissima menata religiosa sui valori e sulle persone lo sta uccidendo. Walter ha uno scatto di rabbia, incontrollabile. Proprio quando doveva più esser calmo, ammantato dalla "sua" religione, invece ne sente tutta la pesantezza e l'ipocrisia.
Poi avviene la scena del pestaggio, bellissima anche quella.
E in una situazione opposta a quella di prima, di violenza molto forte, Walter se ne sta lì, inerme, e porge cristianamente l'altra guancia…

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