lunedì 11 giugno 2018

Hotel Gagarin - Simone Spada

un piccolo film, omaggio al cinema e ai sogni che regala.
alla fine dispiacerà che si torni a casa, ma tutti quei poveri cristi di armeni saranno un po' più felici.
e anche noi.
opera prima di Simone Spada, aspettiamo gli altri.
gli attori sono tutti bravi, nessuno fa la primadonna, e ciascuno è indispensabile, merito di una piccola grande sceneggiatura.
buona visione - Ismaele





Ci sono film che fanno bene al cuore, perché a volte abbiamo bisogno di andare al cinema e uscirne semplicemente con un sorriso sulle labbra e la testa tra le nuvole. Hotel Gagarin è uno di quei film…

Una commedia che è allo stesso tempo on the road e statica, romantica e crepuscolare e che sicuramente pecca in ingenuità (se solo il regista avesse osato con la "cattiveria") ma che si ritaglia momenti di autentica suggestione esaltati dalla fotografia splendida - specie in certi passaggi - di Maurizio Calvesi. Un film che, al di là di alcune forzature nello script, ci ricorda l'importanza di sognare nonostante le difficoltà - è l'elemento fantastico del film, Philippe Leroy, a farsi portavoce del messaggio - e che omaggia il mito di astronauti, cowboy e Humphrey Bogart.

Grazie al potere dell’immaginazione il decadente Hotel Gagarin si trasformerà pian piano in una specie di navicella spaziale dove tutta la gente del villaggio vicino accorrerà perché lì si girano i sogni.
C’è chi desidera essere un funambolo, chi invece vorrebbe per un attimo essere Humprey Bogart, chi chiede di assistere a un concerto a Wembley e infine chi sogna di visitare New York.
In Nuovo cinema paradiso di Tornatore la gente si ritrovava nel cinema del piccolo paesino siciliano pronta ad accogliere le emozioni regalate dalle pellicole, qui all’Hotel Gagarin il popolo armeno arriverà cercando di avverare i propri sogni. In entrambi i casi il cinema è magia.
Il film di Simone Spada (qui all’esordio dietro la macchina da presa dopo una lunga esperienza come aiuto regista) è quindi una commedia romantica e visionaria in grado di emozionare e di farci volare con la fantasia, nonostante si svolga tutto in un unico ambiente, e di farci sognare come i suoi protagonisti.
Gagarin disse: “La terra vista dallo spazio è un posto bellissimo senza confini né barriere”. Hotel Gagarin ci ricorda che anche il cinema è un luogo meraviglioso, senza frontiere. Per tornare all’idea primordiale della settima arte, non a caso definita “la fabbrica dei sogni”.

L'hotel Gagarin diventa, inoltre, specchio della grande fabbrica dei sogni che è il cinema, raccontato da Spada tra onirismo e magia. In questo grande albergo lussuoso e vuoto, riservato solo alla troupe italiana, dalla facciata rigorosa in linea con l'architettura delle ex Repubbliche sovietiche, i cinque troveranno il modo di ricostruire i loro sogni infranti cercando di realizzare quelli degli altri. Il cinema, dunque, si offre a loro come il miglior modo di sognare. Nonostante la malinconia e il disagio dell'incertezza dell'esistenza, Spada racconta come si può ricominciare anche quando sembra tutto perso. Hotel Gagarin è una commedia ironica, intelligente e commovente che allude piuttosto di dire, che fa riflettere anche facendo ridere, il cui senso sembra racchiuso nella frase di Lev Tolstoj, "se vuoi essere felice, comincia".
Lontano dalla babele romana di colori, corruzione e pressappochismo, rinascono passioni, sentimenti e sogni nelle infinite distese bianche dell'Armenia come pagine bianche da riscrivere. Allora tutto diventa possibile.

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