martedì 9 maggio 2017

Apollon, una fabbrica occupata - Ugo Gregoretti

c'era una volta Gian Maria Volontè, c'era una volta Ugo Gregoretti, c'erano una volta operai solidali e rivoluzionari (pochi ne sono rimasti?), c'erano una volta i padroni che chiudono le fabbriche per costruire, cemento e asfalto, che rende di più, in questo mondo, e ce ne sono ancora, di questi padroni che cambiano nomi, facce, consigli di amministrazione, rappresentano fondi d'investimento, comitati di azionisti, disposti a cancellare esseri umani e natura per un po' di extra-profitti.
il film, girato in otto giorni, è straordinario e racconta un singolo caso, che verrà replicato migliaia di volte dai capitani d'industria che hanno governato e governano il paese.*
e ogni volta sembra la prima volta, non si impara mai.

il film si trova anche presso la Library of Congress, a Washington.
gran film, non perdetevelo - Ismaele



ecco il film completo:



voce narrante : Gian Maria Volontè
musiche: di Mario Schiano (e/con Marcello Melis e Marco Cristofolini)

QUI il testo completo del film, sui fogli battuti a macchina


"Apollon una fabbrica occupata", il film di Gregoretti girato in otto giorni del 1969 in una tipografia romana, fu il secondo esperimento di un nuovo cinema sociale teorizzato da Cesare Zavattini negli anni ’60.
Solo un intellettuale atipico come Gregoretti avrebbe potuto girare un documentario eccentrico, rispetto alla tendenza prevalentemente militante di quegli anni, in quanto Apollon non è una registrazione nuda e cruda degli avvenimenti, quanto una ricostruzione in forma narrativa (oggi si direbbe fiction) sulla lotta operaia, sullo sciopero e sull’inevitabile occupazione, durata più di un anno, necessaria per salvare i posti di lavoro.
Gli operai protagonisti del film furono impersonati dagli stessi operai del Apollon, i dirigenti della fabbrica furono impersonati da alcuni esponenti del PCI, la troupe volontaria ed improvvisata con, tra gli altri, Giulietto Chiesa e Valerio Veltroni e la voce narrante di Gian Maria Volontè, a mio parere il migliore attore del cinema italiano, sicuramente il più impegnato e militante.
Un'avventura umana, politica, artistica, sperimentale e d'avanguardia, e la colonna sonora non poteva certo essere da meno…

Realizzato da un collettivo di intellettuali, tecnici e operai (con i primi due gruppi al servizio del terzo) e girata in otto giorni, è la cinecronaca della lunga battaglia per la difesa del posto di lavoro, condotta dagli operai dell’Apollon, uno dei maggiori complessi tipografici di Roma. Operai e sindacalisti interpretano sé stessi, mentre i ruoli della controparte padronale sono affidati a intellettuali, amici e funzionari del PCI. Voce del commento di G.M. Volonté. Pur nella scarsità di mezzi e di tempo, il margine di dilettantismo è ridotto al minimo. Efficace tenuta espositiva con due o tre momenti di forte suggestione. Conclusione in calando. Era una cronaca difficile da chiudere. O da tenere aperta. Discreto esempio di cinema militante. Nel 1970 U. Gregoretti (1930) diresse Contratto per conto dei sindacati confederali.
da qui


*alla faccia dell'art. 41 della Costituzione italiana, trascurato nei commi 2 e 3 ("L'iniziativa economica privata è libera. Non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana.La legge determina i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali.")


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