sabato 31 maggio 2014

Somers town – Shane Meadows

una storia di esclusi, di scarti umani, girata con occhi bellissimi.
dura solo un'ora, ed è un tempo perfetto per questo racconto.
non è una fiaba, anche se è una storia di amicizia e di bellezza.
e bello è l'affetto sconfinato di Tomo e Marek verso Marie, come una specie dimamma per i due ragazzini, nella loro mente.
da non perdere, naturalmente, è Shane Meadows - Ismaele

ps: Marie mi ha fatto venire in mente "Marie" di Marian Handwerker, ma forse l'ho visto solo io, era passato a Fuoriorario, penso, e mi era piaciuto moltissimo, anche lì una Marie e un bambino, in viaggio.




…Due ragazzi, uno inglese (il bravo Thomas Turgoose già ammirato in "This is England") e l'altro polacco si incontrano casualmente a Londra. Entrambi provengono da situazioni di disagio sociale: l'inglese dalle (sempre presenti nei film di Meadows) Midlands, Nottingham, dove ha lasciato una non-famiglia e delle non-amicizie con un biglietto di sola andata; il polacco vive, con qualche stento, col solo padre che lavora come manovale.
Si innamoreranno entrambi di una bella ragazza francese più grande di loro, che lavora in un bar dove vanno ogni tanto, e quando lei dovrà tornare a Parigi coltiveranno il sogno di riuscire ad andarla a trovare...
Piccolo affresco in bianco e nero delle persone che la società ignora spesso che esistano.
Con un dolcissimo finale a colori 16mm.
Belle anche le canzoni, tradotte nei sottotitoli.

…La colonna sonora, composta in gran parte da brani voce e chitarra, è in realtà un elemento imprescindibile nel cinema di Meadows, da aggiungersi e da mettere al pari degli altri. Come, del resto, la direzione degli attori. Thomas Turgoose, già protagonista nel bellissimo "This is England", offre anche in questo caso una prova ottima e Perry Benson, con un accento inglese tutto suo, risulta perfetto nel ruolo di “venditore di qualsiasi cosa si possa vendere”, tanto da riuscire a ritagliare all'interno della pellicola momenti inaspettatamente divertenti e che, nel loro piccolo, contribuiscono alla spontaneità e alla naturalezza di cui si scriveva in precedenza.
Anche se la sceneggiatura di "Somers Town", diversamente delle precedenti, è opera di Paul Fraser (comunque collaboratore di vecchia data del regista inglese), Shane Meadows è un autore completo, uno di quei registi che ancora scrive le sue pellicole oltre a dirigerle. Ciò, osservando il suo cinema, si avverte chiaramente. Si avverte chiaro il respiro della sua Inghilterra.
Che la distribuzione italiana l'abbia ignorato è cosa davvero triste. A chi legge, pertanto, si consiglia di fare esattamente l'opposto.

I connotati della dimensione umana, l'affetto e il dolore, le botte e le carezze, il pianto e le risate, si caratterizzano come l'unico piano realmente autentico e fertile nell'ottica di una catarsi, di un riscatto, mentre i manufatti urbani se ne distaccano, bieche proiezioni divenute ormai entità a sé, che tritano e consumano prima la carne e poi l'anima. Le note di Clark infatti lasciano l'amaro in bocca, così come amaro e volutamente posticcio si rivela il finale del film dove il colore pastello bruciato si estende sul livido bianco e nero con cui Meadows riprende i sobborghi di Somers Town, alla periferia di Londra. L'abbondanza di campi medi e lunghi, i pochi primi piani e l'immobilità pressoché constante della macchina da presa schiacciano i personaggi tra le fauci di cemento della città, che è la vera protagonista. La viva impressione che si avverte è proprio quella dell'impotenza, dell'inadeguatezza, dell'impossibilità di un qualsivoglia miglioramento sociale. Somers Town non è una storia di città, è una storia nella città; i personaggi vi approdano come bestie in fuga, e solo nella fuga sembrano trovare una soluzione, banalmente, meno grigia…

Le film est doté d'un beau noir et blanc, astucieux, dont on comprendra - ou du moins interprétera - l'utilisation à la fin. Il n'est pas seulement un bel effet de style mais évoque celui qu'ont pu utiliser un Jim Jarmush ou un Woody Allen, ou comment rajouter une pointe de nostalgie, l'impression d'une époque révolue dans un temps actuel. On notera la présence de Thomas Turgoose, déjà présent dans « This is England », et confirmant ici que sa collaboration avec le cinéaste Shane Meadows fonctionne toujours à merveille (le tandem acteur ado / cinéaste adulte fait penser au Léaud / Truffaut des « Quatre cents coups »).
Au final, tout ce qu'on reprochera au film est sa brièveté: une heure dix seulement. Mais n'est-ce pas la définition même du bonheur: non pas un état constant mais des instant furtifs qu'il faut savoir saisir au bon moment ?
Alors, qu'on se le dise: la sensation de bonheur furtif s'appelle « Somers Town » et le bon moment à saisir, c'est à partir du 29 juillet 2009 

The realism mixed with the dreamy feel sits just right with the random turns of the story, such as Tomo stealing a bag of clothes from a Laundromat because he doesn’t have anything to wear, or when the pair are paid to sit in deck chairs. There’s a constant feeling that the boys are overcoming their dreadful circumstances by adding as many banalities to their lives as they can, as happiness is not an attainable goal. Even Tomo’s thievery isn’t a matter of creating danger and excitement so much as an odd way to meet people (and it results in dialogue from a heavyset older gentleman angered by their noise and disruption in a “private” area, “I’ll remember your face, I’ve got a photographic memory and everything”)…

…El film está lleno de momentos divertidos y llama mucho la atención la capacidad del director para emocionar con imágenes aparentemente vulgares, pero a las que él sabe dotar de un fuerte tono lírico, de una inusual belleza. Quizá debido a la escasa duración y a la falta de mayores ingredientes, la película no alcance en conjunto una excesiva entidad, pero desde luego estamos ante cine de gran altura, con momentos muy logrados, como la conversación entre Marek y su padre o el maravilloso paseo con la silla de ruedas. Las preciosas y emotivas canciones de Gavin Clark contribuyen a transformar las imágenes –sobresaliente la fotografía en blanco y negro de Natasha Braier– en un bello cuento de amistad, en una pequeña joya de poesía urbana.
da qui

13 commenti:

  1. Bello, come tutti gli altri di Meadows, di cui ti consiglio anche le miniserie su This is England.

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    1. ho visto il film, bellissimo, la serie mi manca, provvederò :)

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    2. Se ti è piaciuto il film, ti piaceranno anche le serie, allora. [E grazie per la citazione;)]

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  2. Ah! Ecco! Appena visto, in extremis, prima che lo togliessero, su Mubi!!! Wowwww!!! Minimalissimo, ma bello! E il ragazzetto protagonista è super! Spero di riuscire a vedere anche il telefilm che consigliate! Ora sono curioso...

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    1. la curiosità è una buona cosa, quasi sempre, qui sì :)

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  3. Ho scoperto in realtà che il telefilm è uno spin off del film This is England. Allora ora cerco di vedere il film ;)

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  4. vero, cercalo...

    e prova questo: http://markx7.blogspot.it/2012/08/dead-mans-shoes-cinque-giorni-di.html

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  5. Ok. Uno per volta.... questo pare interessante, anche se mi pare rischi dal trailer degli eccessi che - visti così - non mi attirano troppo. Pero vedrollo e dirotti....

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  6. Ok. Vedrò presto e ti dirò. Per ora la storia mi ricorda abbastanza Cane di Paglia....

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