giovedì 15 maggio 2014

Locke - Steven Knight

per una parte del film ho chiuso gli occhi e ho provato a vederlo come se fosse cinema alla radio, e funziona benissimo anche così.
Tom Hardy è molto bravo, è l'unico interprete del film di cui si veda la faccia, ed è davvero convincente, nel suo tormento morale, nel dover fare tanti conti e svolgerli onestamente, in un'ansia di verità e di giustizia. 
è uno che non lascia, che non fugge, che (sop)porta il peso della responsabilità, che cerca di conciliare quello che sembra impossibile.
dopo un po' si scopre come alla base ci sia il bisogno di riscattare un'ingiustizia subita e di non ripeterla, qualunque sia il prezzo, i conti con la propria coscienza e col passato hanno prezzi alti.
da non perdere, non ve ne pentirete - Ismaele





Locke ci impartisce una straordinaria lezione di vita, quella di uomo “normale”, con passioni semplici, senza pose intellettuali, che commette un errore. Nulla di più comune e semplice. Ma Ivan Locke fa qualcosa di eroico che lo distingue da molti suoi simili: mostra lucida onestà intellettuale e morale. Per dirla con Kant: “il cielo stellato sopra di me, la legge morale dentro di me”.  Le conseguenze non contano, perché quelle della menzogna e dell’inganno sarebbero certamente peggiori. Locke non mente nemmeno al suo datore di lavoro che quasi lo implora “ma perché non hai detto che eri malato, non avresti perso il posto…”. Ma la risposta è disarmante: “perché non è vero, io non sto male”. Perché non è vero. E se non è vero non si dice. Semplice.
Un film a suo modo straordinario, una sceneggiatura di ferro dove i personaggi e gli eventi emergono poco a poco a chiarire un quadro inizialmente oscuro, un one man show di Tom Hardy che si rivela un interprete straordinario, capace di reggere un film, una posizione, un’inquadratura per novanta minuti, coadiuvato da voci, visioni e fantasmi…

il film poggia interamente sulle spalle dell’ottimo Tom Hardy, che sarebbe quasi certamente stato premiato con la Coppa Volpi se la pellicola fosse stata in concorso. La riuscita della sua interpretazione non può però prescindere dalla bravura di Knight nel girargli attorno senza mai stancare e soprattutto di costruire un personaggio convincentissimo grazie a dialoghi chiari e non banali, con l’unico difetto del modo in cui è affrontato il rapporto tra Locke e suo padre. Nelle sale passerà sicuramente inosservato, ma Locke conferma appieno il talento di un autore che ci saprà senz’altro regalare altre perle, in futuro.

A riscattare, però, Locke da una natura puramente letteraria (viene alla mente un altro portentoso viaggio in macchina su carta, "Wyoming", firmato da Barry Gifford) è la performance di Tom Hardy, per la prima volta spogliato delle maschere che l'hanno imposto all'attenzione internazionale e messo alla prova nei panni di un uomo medio, dall'aspetto medio, nell'attimo della sua esistenza che fa la differenza. Nel modo in cui Hardy increspa le onde del testo, suscitando tanto l'ironica commedia quanto l'umana tragedia, con poche battute e il proprio volto come unici strumenti, si conferma il bravo attore, ma nella scelta di adottare esclusivamente i toni bassi, impedendosi l'appiglio anche solo una volta alla scena urlata o al sussurro autocommiseratorio, sta il contributo d'eccezione…

No hace mucho comentaba Javier Marías en uno de sus artículos (Juro no decir nunca la verdad) el firme propósito que se autoimpuso su padre de no mentir bajo ninguna circunstancia. El propio escritor desconoce si el Sr. Marías —fallecido en 2005— cumplió rigurosamente su promesa hasta el final de sus días, lo que está claro es que semejante iniciativa parece cuando menos improbable en estos tiempos que corren, donde el embuste es el dialecto más hablado y extendido del siglo XXI y se busca la cooperación ciudadana para un “entendimiento” mutuo basado en la distorsión de la realidad. De esta manera, las personas —con este arraigado y dudoso sentido de la franqueza— sienten la necesidad imperiosa tanto de mentir, como de ser mentidas, buscando la adulación falaz y llegando a considerar, en ocasiones, la verdad como una falta no sólo de discreción, sino también de educación. Locke, que toma el nombre de su único protagonista (físico), Ivan Locke, muestra precisamente un hombre que se ha propuesto, aunque sea exclusivamente por una noche, incurrir en este desconsiderado comportamiento con el objetivo de redimirse por un fallo —único— que cometió y mantiene atormentada su conciencia…

E' facile entrare in sintonia con un personaggio come Ivan Locke. Ne vieni subito rapito per questa sua spiccata rettitudine morale che viene resa in maniera straordinaria da una delle migliori interpretazioni di Tom Hardy, lontano dalle fisicità di Bronson o Warrior. Stretto nell'abitacolo Hardy mette a nudo il suo personaggio, ci fa scoprire gradualmente i lati della sua personalità con un'interpretazione misuratissima senza gigionerie inutili…
da qui

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