martedì 6 dicembre 2011

As If I Am Not There - Juanita Wilson



la guerra senza combattimenti, senza effetti speciali, con gli occhi e negli occhi delle donne rapite e deportate e violentate nella schifosissima e recentissima guerra in Jugoslavia.
ho qualche dubbio che lo si possa vedere al cinema, ma merita davvero - Ismaele




As If I'm Not There é la storia di una giovane donna serba, Samira, la cui vita viene sconvolta il giorno in cui un soldato irrompe nella sua cucina e le ordina di fare i bagagli. Catturata insieme ad altre donne del villaggio in cui lavora come insegnante e imprigionata in un deposito in una zona sperduta della Bosnia, Samira impara ben presto le regole della vita del campo. Il giorno in cui viene scelta per 'intrattenere' i soldati é il giorno in cui inizia il vero incubo. Spogliata di tutti i suoi averi e costretta ad affrontare il costante pericolo di morte, Samira lotta contro tutto l'odio che vede intorno a sé. In un atto finale di coraggio o follia, decide di fare un ultimo sforzo: osa essere se stessa. Questo semplice atto le salva la vita. Quando capisce che vivere significa molto più che trascinare la propria esistenza dovrà prendere una decisione che le cambierà per sempre la vita. As If I'm Not There é un moderno racconto di guerra che esplora l'amore, l'identità e i legami tra tutti noi.
The courageous newcomer Natasha Petrovic in the lead should focus critical attention on Wilson’s look back at the Bosnian version of a perennial fact of war, mass rape. The low budget debut won’t get much attention beyond the festival circuit and some art houses, but its indelible picture of wartime atrocities should keep it on the shelf in museums. Since other war crimes like ongoing Congo’s rape epidemic have overtaken Bosnia’s, Wilson can’t rely on headline topicality to help earn this film the audience that it deserves…
A poignant haunting look at the Bosnian War and the atrocities committed. The film focuses on a young Bosniak girl who winds up at a Serbian War Camp. From here a story of the worst of humanity and the strength that lies within people to endure unspeakable hardship unfolds. The actress who plays the lead character Samira gives one of the best performances I have ever seen on film and says more with her eyes than other actress can say with pages of dialogue. The director does a phenomenal job of capturing the horror or war and more importantly does not use sensationalist tactics to solicit emotional responses from the audience. The story itself and the performances from the actors are powerful enough where they can stand alone…
da qui


Ambientato nel periodo della guerra in Bosnia il film è un vero pugno nello stomaco.  La storia racconta di Samira (Natasa Petrovic), una giovane ragazza piena di vita e con la testa sulle spalle che si ritrova nel posto sbagliato al momento sbagliato. Samira e le più giovani vengono segregate separatamente e costrette a ripetute violenze sessuali. Quando però una bambina di 12 anni viene uccisa per la violenza degli aguzzini, Samira non è più disposta a lasciarsi sopravvivere e osa, laddove le altre non la comprendono e la criticano, ad essere una donna, ad essere se stessa…
…Based on true-life testimonies and a novel by Slavenka Drakulic, the film, whose title refers to the out-of-body numbness described by victims, is about Samira's instinct for survival and the choices she makes to ensure it. How can we even think to judge her, let alone bear to watch some of the scenes? It only works because Ms Petrovic is remarkable in the role of Samira, beautiful like a young Nastassja Kinski, but with fire in her eyes. And because in her unblinking recounting of the story, director Wilson displays admirable restraint in the face of horror.
da qui


2 commenti:

  1. giusto giusto messo in approvvigionamento ora, e me lo trovo qua :)
    ciao Francesco, un saluto!

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