venerdì 26 gennaio 2024

Il campione - Leonardo D'Agostini

un campione di calcio coglioncello, dotato più di talento calcistico che d'intelligenza e cultura.

i dirigenti della squadra decidono, dopo alcune bravate da galera, che il giocatore (Andrea Carpenzano) debba prendere il diploma e viene contrattato un precettore privato (Stefano Accorsi) per seguirlo come fosse un bambino.

il rapporto fra i due è complicato, all'inizio pieno di incomprensioni e imbrogli, da parte del giocatore, ricco e viziato.

ma il professore è testardo, nonostante le umiliazioni subite e va avanti finché può.

come va a finire lo vedrete voi, di sicuro è un bel film, ben scritto, ben diretto e ben interpretato.

una bella sorpresa, dategli un'occasione, non ve ne pentirete.

buona (scolastica - sportiva) visione - Ismaele


 

QUI il film completo, su Raiplay

 


Matteo Rovere e Sydney Sibilia hanno un’idea di cinema che ci piace. Nuova, attenta alla produzione americana, alle serie e ai tanto sbandierati “generi”. Da loro, come registi, sono arrivati "Smetto quando voglio", "Veloce come il vento" e "Il primo Re", tra i migliori film degli ultimi anni, e ora nelle vesti di produttori arriva "Il Campione", diretto da Leonardo D’Agostini, dove la mano di Rovere/Sibilia si vede eccome.

Il film, scritto da Giulia Steigerwalt, insieme a D’Agostini e Antonella Lattanzi, racconta la storia di un giovane e famoso calciatore e del suo rapporto, dapprima forzato poi indispensabile, con un professore che dovrà prenderlo per mano e portarlo, tra mille ostacoli, fino all’esame di maturità…

da qui

 

D’Agostini è anche capace di costruire ad un ritratto credibile del calcio come industria di intrattenimento, in cui i giocatori passano dalla cresta dell’onda ad essere carne da macello, fagocitati da una fama che – sopratutto se molto giovani – non sono in grado di gestire. Per la sceneggiatura ci si è basati su storie reali, come quelle di Antonio Cassano, Mario Balotelli e Zlatan Ibrahimović; le sequenze di calcio giocato (che in un film su questo sport non sono poi così tante come ci si potrebbe immaginare) sono state realizzate con la supervisione e i veri atleti dell’AS Roma e altre società sportive italiane. Un lavoro che conferisce al film anche un indubbio realismo, lasciando in chi guarda la sensazione di una messa in scena autentica.

A rendere ancor più “reale” il film di D’Agostini contribuiscono le interpretazioni di Accorsi e Carpenzano, entrambi particolarmente convincenti nei ruoli. Da una parte il professore dimesso e “perdente”, ma dal gran cuore, dall’altra il campione incompreso, che al contrario di quel può sembrare non ha fiducia nelle proprie capacità: i due diventeranno dei punti di riferimento l’uno per l’altro, riscoprendo ciò che veramente conta nella vita.

Il campione è un romanzo di formazione pensato per un pubblico il più ampio possibile, non solo per gli amanti del calcio – che è meno “ingombrante” nella storia di quanto si potrebbe immaginare – ma anche per chi non si è mai interessato a questo sport. Una favola a lieto fine che, con la sua semplicità, non lascia indifferenti.

da qui

 

Apprezzabile favoletta formativa, in cui non c'è nulla di realmente originale, ma è ottimo il voler raccontare una storia senza strafare. Il film è interessante dall'inizio alla fine e funziona il gioco a due tra Carpenzano e Accorsi.

Chi si aspetta da un film come "Il campione" una storia dallo sviluppo originale e imprevedibile può benissimo lasciar perdere in partenza.

Chi invece si aspetta di vedere un film ben fatto, piacevole e capace di creare interesse allo spettatore invece troverà pane per i propri denti.

Ogni tanto fa piacere vedere un film italiano più curato del solito, evitando certi pressappochismi fastidiosi, pur dovendo incorrere in qualche luogo comune (il calciatore con la vita sregolata, col padre a spolparlo e l'immancabile macchinone, con il protagonista che in questo caso più che un Balotelli appare essere un Cassano con però qualcuno che riesce a metterlo in riga a livello intellettivo).

Il film allora funziona, proponendo quella che tutto sommato è una favoletta formativa, evitando esagerazioni e forzature gratuite: quando non si ha l'ispirazione per proporre qualcosa di originale, allora è più serio evitare certi voli pindarici, limitarsi a raccontare la storia senza andare a prendere in giro lo spettatore…

da qui


 

Nessun commento:

Posta un commento