lunedì 2 aprile 2018

Apsolutnih sto - Srdan Golubovic

il primo dei pochi film di Srdan Golubovic è già un gran film, la guerra è passata, ma la violenza continua a essere la regola quotidiana.
due fratelli vivono insieme, il minore (Sasa) si prende cura del grande (Igor), gran tiratore che ha vinto una medaglia olimpica prima della guerra.
arriva il momento in cui Sasa entra in guerra con gli aguzzini del fratello.
un film che merita - Ismaele










Apsolutnih 100 è un capolavoro del cinema serbo anche per la sua efficacia nel ritrarre il Paese nella sua realtà post bellica. Non si tratta del solito film che mette in scena i consueti personaggi di mafiosi, rapper o drogati, tanto presenti nel più recente cinema dell'Est. Si tratta di un ritratto di personaggi pieni di sfumature fatto con delicatezza intelligenza…

A tough urban thriller from Yugoslavia, Absolute Hundred has more than enough originality in its themes an execution to lift it above the glut of mafia-themed crime-dramas currently flooding out of eastern and central Europe.
In a rifle-sport ‘shooting gallery’ in modern-day Belgrade, the most promising talent is 19-year-old Sasa (Vuk Kostic), already Yugoslav junior champion and tipped for success in the imminent World Junior Championship in Paris. Sasa’s preparations go smoothly until his brother Igor (Srdan Todorovic) sells the gallery to gangster Runda (Milorad Mandic). Igor was formerly an Olympic-hero marksman himself, but ended up using his skills as a sniper in the mid-90s Bosnian conflict. Shattered by his experiences, he has declined into heroin addiction and now owes money to various shady underworld figures. Sasa must use his own firearm talents against the thugs if he’s to save his brother – and his own career – from ruin…

…la obra de Golubovic funciona como una alegoría de la situación de la Yugoslavia desmembrándose (hoy Serbia). Se requiere volver a la vida normal por medio de instituciones y un tejido social más fuerte, no es tiempo de justicias personales que no destruyen a las mafias. Sólo por esa vía valdrá la pena el sacrificio de los muertos en la guerra y los afectados por la misma que aparentan seguir viviendo.


da un’intervista al regista:
MP: E la Iugoslavia, com’è cambiata, secondo te, e come stanno reagendo i giovani ai disastri della guerra?
SG: La mia intenzione era quella di raccontare una storia di guerra, senza la guerra. Io non l’ho vissuta in prima persona. Ho solamente sentito un paio di bombardamenti, ma solamente per uno o due mesi. Abbiamo vissuto per dieci anni, noi giovani, con l’ombra della guerra. Penso che sia stato altrettanto terribile e soffocante. Tutte le persone che hanno vissuto in Iugoslavia hanno sentito la claustrofobica presenza di questa gigantesca nube nera. Adesso però mi sto rassicurando poiché noto che la nube si sta allontanando; gradualmente, ma si sta allontanando. Spero che vivere in Iugoslavia diventi bello com’era, magari solo per una notte… dobbiamo avere pazienza.
MP: Hai detto che non hai vissuto personalmente la guerra combattuta, un po’ come il tuo personaggio. C’è niente di autobiografico nella pellicola?
SG: Assolutamente si. Il film ingloba tutti quelli che erano i miei pensieri e i miei sentimenti di questi ultimi cinque anni. Un amico mi disse che tutti adesso vorrebbero avere un fucile per uccidere; siamo tutti ancora molto spaventati.
Mi sono fatto una domanda prima di girare il film: che cos’è la morale adesso in Serbia, che cosa intende la gente per moralità? Bisogna morire e uccidere o e meglio lottare per la propria giustizia? Nessuna delle due soluzioni è moralmente giusta, ma il mio film parla di questi dubbi che le persone hanno. Vedi, le domande che le persone si sono poste negli ultimi dieci anni in Serbia non sono le stesse che si ponevano prima che la guerra scoppiasse. Il concetto di morale e moralità è molto cambiato. La nostra idea di morale è diversa dal significato che le viene attribuito in Francia e in Italia… nel resto dell’Europa insomma…

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